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Fiorentina show a San Siro, Milan affonda e ora Giampaolo rischia

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Sprofondo rossonero. La Fiorentina banchetta 3-1 a San Siro sui resti del Milan, macerie di un club che non riesce proprio a risollevarsi. Quattro sconfitte nelle prime sei per i rossoneri, sedicesimi in classifica e ad appena un punto dalla zona retrocessione: per trovare una partenza cosi’ misera bisogna tornare all’anteguerra, stagione 38/39. La ”fiducia” della dirigenza a Giampaolo (espressa anche nel pre-gara dal ds Massara) rischia di vacillare di fronte a prestazioni sconcertanti e alla aperta contestazione del pubblico. Il tecnico viene fischiato da una parte di San Siro gia’ alla lettura delle formazioni – beccato assieme a Biglia e Rodriguez -, un malumore che cresce di minuto in minuto e che sfocia in cori pesantissimi contro la squadra (”andate a lavorare”, ”tirate fuori i cogi”) e all’abbandono di molti spettatori e dell’intera Curva Sud a 15′ dal triplice fischio finale. Pulgar, Castrovilli e Ribery, in quel momento, avevano gia’ cannoneggiato un Milan annichilito, privo di idee e di spirito. Gordon Singer, che con il padre Paul gestisce il fondo Elliott, e’ in tribuna impietrito, al pari della dirigenza rossonera, chiamata in queste ore a decidere se continuare con il progetto tecnico di Giampaolo – dritto negli spogliatoi a testa bassa – o staccare la spina. Per Montella la rivincita e’ servita fredda dopo l’esonero arrivato nel novembre 2017: San Siro lo accoglie da reietto, lui lo abbandona con un sorriso sornione e tre punti in tasca. Non c’e’ nulla da salvare in una serata da incubo per il Milan. La Fiorentina infatti resta a lungo padrona del gioco: Donnarumma si distingue al 11′ deviando in angolo un fendente di Chiesa. Un minuto dopo Calhanoglu perde una palla sanguinosa in mezzo al campo, Ribery salta Musacchio e Romagnoli come birilli, Donnarumma si supera sul diagonale del francese e su quello successivo di Castrovilli ma sulla ribattuta Chiesa viene steso da Bennacer ed e’ rigore: Pulgar spiazza il portiere e porta avanti la Viola. Il Milan ha un unico sussulto con Suso (24′), la cui conclusione e’ respinta in corner da Dragowski. Castrovilli troverebbe anche il raddoppio (28′) ma Chiesa scatta in offside. Il Milan protesta per una trattenuta di Caceres su Piatek (31′) ma fatica ad imbastire un’azione corale, sopraffatta a centrocampo. Il Milan esce dall’intervallo con un debuttante Krunic in piu’ (fuori un opaco Kessie) ma troppa carica, con i nervi a fior di pelle: Musacchio (55′ )entra dritto in tackle sulla tibia dell’imprendibile Ribery, la Var convince Giacomelli ad estrarre direttamente il cartellino rosso. Giampaolo si copre e prende altri fischi, sostituendo un impalpabile Piatek per l’esordiente Duarte. Ma e’ ancora Donnarumma a salvare il risultato sul rasoterra di Pulgar (58′). Il raddoppio e’ nell’aria e si concretizza al 66′: altra palla persa di Calhanoglu, ripartenza viola e tap in di Castrovilli. Il Milan e’ alle corde, Bennacer tira giu’ Castrovilli in area e altro rigore (69): Donnarumma evita il tracollo e ipnotizza Chiesa. Nulla il portiere rossonero puo’ sulla spettacolare sterzata di Ribery (77′), un gol che porta San Siro ad alzarsi in piedi per una standing ovation. Il primo gol di Leao (80′) con la maglia del Milan e’ una triste consolazione. Il Milan non c’e’. E per Giampaolo questa sara’ la notte piu’ lunga.

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‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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Napoli bello, Roma fortunata: è pari al Maradona

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– Napoli e Roma si annullano nella sfida valevole per la 34 giornata di Serie A. Al Maradona finisce 2-2 una bella sfida, accesa ed emozionante soprattutto nella ripresa: apre Dybala su rigore, Olivera e Osimhen (altro rigore) la ribaltano, poi nel finale il prezioso ritorno al gol di Abraham permette ai giallorossi di tornare a casa con un punto abbastanza importante per la corsa alla Champions League. La squadra di De Rossi sale a 59 punti restando a -4 dal Bologna, ma vede accorciare l’Atalanta che ora e’ dietro di sole due lunghezze e con una gara da recuperare. Amaro in bocca invece per gli uomini di Calzona, che scivolano a -5 dal settimo posto della Lazio.

La prima nitida occasione del match capita al 6′ in favore dei giallorossi (sara’ l’unica del primo tempo), quando da corner del solito Dybala arriva una sponda area di Mancini che pesca Pellegrini, il cui colpo di testa termina di poco alto sopra la traversa. Dopo una prima parte di gara giocata a ritmi bassi da ambo le squadre, i partenopei provano a crescere dalla mezz’ora: Osimhen tenta da posizione defilata trovando la respinta di Svilar, graziato invece poco piu’ tardi da Anguissa che sbaglia tutto a tu per tu.

Al 40′ si fa vedere Kvaratskhelia con il suo classico destro a giro, deviato in tuffo ancora da un attento Svilar, mentre a pochi istanti dal riposo un colpo di testa di Di Lorenzo sfila di poco a lato. Nella ripresa il Napoli continua nella propria produzione offensiva, ma al 56′ e’ ancora decisivo un intervento di Svilar ad evitare il possibile vantaggio di Lobotka. Passano un paio di minuti e, dall’altra parte, e’ invece la Roma a trovare l’episodio per sbloccare: Azmoun va giu’ in area a contatto con Jesus, l’arbitro fischia il penalty e Dybala lo trasforma alla perfezione nell’1-0 ospite.

Gli azzurri non ci stanno e al 64′, grazie ad un pizzico di fortuna, la pareggiano con Olivera: l’esterno calcia di mancino da fuori area, Kristensen devia e di fatto mette fuori causa Svilar che stavolta non puo’ nulla. Il match prende ritmo e i partenopei in particolare ritrovano morale, sfiorando il vantaggio al 73′ con Osimhen, che svernicia Mancini in velocita’ ma trova un miracoloso Svilar davanti a se’. Nel finale succede di tutto: Osimhen porta avanti il Napoli grazie ad un calcio di rigore fischiato dopo un contatto tra Renato Sanches e Kvaratskhelia (decisivo intervento del Var), poi all’88’ la Roma trova il nuovo pari con un colpo di testa di Abraham, che segna dopo una sponda aerea da corner di Ndicka ed esulta dopo un altro intervento del Var (gol inizialmente annullato per offside).

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Guerra Ucraina

I russi avanzano a est. Kiev, ‘la situazione peggiora’

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Il tempo stringe: le truppe di Vladimir Putin continuano ad avanzare sul fronte orientale ucraino e bombardano a tappeto il Paese in quelli che sembrano i preparativi per una nuova offensiva estiva. Kiev avverte che “la situazione è peggiorata” e non può far altro che attendere l’arrivo degli aiuti americani per frenare l’avanzata russa o meglio ancora respingerla.

“Il terrore russo è possibile solo perché abbiamo meno armi e soluzioni per proteggere la vita di quanto la Russia abbia la capacità di distruggere”, ha sintetizzato il presidente Volodymir Zelensky. “Tutti sanno quanto siano efficaci i Petriot e altri moderni sistemi di difesa aerea. Ne abbiamo bisogno qui in Ucraina. Meno il Cremlino ottiene con il terrore, più sarà interessato a trovare la pace. Dobbiamo costringere la Russia a farlo insieme”, ha ribadito. Politico ha rivelato che lo scorso dicembre il leader ucraino, incontrando lo speaker della Camera Usa, Mike Johnson, aveva sottolineato che senza l’aiuto militare Usa gli ucraini sarebbero stati in grado di reggere “fino a marzo o aprile”.

Le lancette corrono, e i russi nel frattempo da settimane strappano vittorie e avanzate, che sebbene si traducano in una manciata di chilometri potrebbero determinare le sorti del conflitto perlomeno nei prossimi mesi. Da ultimo, Mosca ha annunciato di aver preso il controllo dell’insediamento di Novobakhmutovka, nell’autoproclamata repubblica del Donetsk, a una decina di chilometri da Avdiivka. E’ la terza località a cadere in poche settimane, a cui si aggiunge una ulteriore avanzata nella regione settentrionale di Kharkiv, dove prosegue il diluvio di bombardamenti e dove Kiev è corsa ai ripari posizionando tank e pezzi d’artiglieria. Nel complesso “la situazione è peggiorata”, ha ammesso il capo delle Forze armate Oleksandr Syrsky: i russi hanno ottenuto dei “successi tattici”, non rilevanti ma significativi. Nelle ultime 24 ore, riferisce la Difesa ucraina, i russi hanno compiuto “32 attacchi missilistici, 64 aerei e 60 con i razzi Mlrs”.

Più di 110 insediamenti “nelle regioni di Chernihiv, Sumy, Kharkiv, Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia – dove ogni giorno si contano centinaia di colpi e attacchi con sciami di droni -, Dnipropetrovsk, Kherson e Mykolaiv hanno subito il fuoco dell’artiglieria”. Secondo fonti dell’intelligence occidentale rilanciate dai media internazionali, la strategia di Mosca punta a creare le condizioni per una nuova offensiva prevista in estate ma anche, forse soprattutto, a guadagnare posizioni proprio in vista dell’arrivo dei miliardi di dollari di aiuti militari americani, quindi Patriot, munizioni di artiglieria e sistemi anti-droni. Per questo, si sottolinea, nel breve termine i russi potrebbero strappare altro territorio a est nell’area di Avdiivka, e puntare alla conquista di Chasiv Yar, situata più a nord.

“Fra gli ucraini sta crescendo il panico al fronte”, specialmente su quello del Donbass, ha detto provocatoriamente il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov: “Occorre mantenere la pressione sul nemico”. In questo quadro Mosca, rivela ancora Politico citando gli 007 Usa, sta dislocando nuovamente sul campo di battaglia migliaia di militari mercenari inquadrati nel Gruppo Wagner di Yevgeny Prigozhin: “Un gruppo legato alla Guardia nazionale è già in Ucraina e sta subendo perdite. Altri due operano al comando dell’intelligence militare, mentre un quarto gruppo si sta riorganizzando in Africa”.

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