Una busta misteriosa, di cui ha parlato Massimo Sebastiani nell’interrogatorio. E due messaggi che lo stesso operaio di 45 anni ha mandato a Elisa Pomarelli quando l’aveva gia’ uccisa, presumibilmente per depistare le indagini sulla scomparsa della giovane. Sono due elementi emersi sull’omicidio del Piacentino, di cui e’ reo confesso l’operaio sottoposto a fermo sabato e attualmente in carcere dopo la convalida di ieri. Sarebbe stata a Elisa a riferire a Massimo, ma la circostanza e’ ancora oscura, di aver ricevuto la busta in custodia da uno sconosciuto per qualche giorno, in cambio di un lauto compenso in denaro. Cosa ci fosse dentro il plico, sulla cui esistenza stessa mancano i riscontri, e’ un mistero. “Se va in porto quella cosa non c’e’ nemmeno piu’ la necessita’ di vederci cosi’ spesso per fare questi lavoretti”, avrebbe confessato la 28enne all’amico dopo il pranzo della domenica, l’ultimo momento in cui i due erano stati visti insieme, prima di sparire. Per “quella cosa” intendeva proprio l’affare della busta, il cui ricavato avrebbe potuto risolvere i loro problemi economici. E’ stato lo stesso Sebastiani, interrogato, a parlare di questo nuovo aspetto, pur tuttavia non avendo in mano molto di piu’ se non la presunta ammissione della ragazza che ha poi ucciso. I tentativi di depistare le indagini sono invece agli atti. Due messaggi dal telefono di Sebastiani a quello di Elisa, domenica pomeriggio, per far credere che invece se ne era andata arrabbiata dopo una lite sullo strano affare che lei si era procacciata. “Scusa se mi sono arrabbiato ma mettiti nei miei panni dai fatti sentire” il primo messaggio. Poi, poco dopo, un vocale: “Taty va beh rispondi quando riesci”. In realta’ gli inquirenti ritengono che si fosse gia’ sbarazzato del telefonino di Elisa gettandolo dentro un pozzo. Un altro elemento in mano alla Procura piacentina e’ una lettera che Sebastiani ha scritto di suo pugno, in un italiano stentato, all’amico ed ex suocero Silvio Perazzi, il 68enne arrestato per favoreggiamento e che nel pomeriggio e’ stato scarcerato con obbligo di dimora dopo l’interrogatorio con il gip. Una lettera in cui, accennando alla misteriosa busta, voleva far credere che Elisa se ne era andata arrabbiata dopo la lite nel pollaio. Sul fronte degli accertamenti, oggi si e’ tenuto un primo esame esterno del corpo della ragazza, mentre domani a Pavia il medico legale eseguira’ l’autopsia. Intanto l’avvocato Mauro Pontini, difensore dell’operaio 45enne, ha annunciato la richiesta di una perizia psichiatrica gia’ in fase di indagine preliminare.