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#ForzaNoemi, le preghiere delle centinaia di mamme di Napoli in ansia per le sorti della piccola ferita

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Sono in centinaia. Da giorni si alternano in silenzio, in preghiera, fuori l’ospedale Santobono di Napoli. Notte e giorno. Sono mamme in ansia per Noemi. Mamme che vogliono abbracciare la madre di Noemi, dire a lei, alla sua famiglia “siamo con voi, assieme a voi preghiamo per la piccola Noemi”. Sui volti di tutte queste donne che vanno al Santobono, chiedono delle condizioni di Noemi, c’è ansia, preoccupazione. Ed è una processione interminabile di donne che chiedono di Noemi mentre stringono tra le loro braccia i loro bimbi. Il dolore per il destino della piccola è condiviso da tutti perchè ogni genitore  teme che possa accadere ancora, anche ai loro figli. “Non è possibile che accadano cose del genere. Non siamo al sicuro – dice Michela –  mentre tiene a bada la sua bimba che non vuole star ferma lungo il viale di ingresso dell’ospedale”. “Questa volta non bisogna far passare in silenzio nulla. Abbiamo bisogno di forze dell’ordine, vogliamo sentirci  sicuri, i bambini di Napoli hanno diritto ad essere protetti” dice un papà, anche lui fuori l’ospedale per Noemi.

“Ancora sono sconvolta, da quando ho sentito quella notizia, da quando so che c’è qui Noemi che rischia la vita non trovo pace” dice Francesca, una donna che ha la sua bimba ricoverata al Santobono. “La sensazione è che nessuno di noi è al sicuro. Se potessi me ne andrei, anzi se avessi potuto me ne sarei già andata. Mia figlia non può vivere in una città dove uscire per strada può anche significare essere ammazzati. La mia sensazione è che a Napoli non cambierà mai niente”. C’è molta rabbia e anche un filo di rassegnazione nelle parole di queste donne in ansia per Noemi che arrivano a qualsiasi ora del giorno e della sera per chiedere anche solo “come sta la piccola Noemi?”.  Molti bambini che arrivano con le mamme lasciano letterine appese ai cancelli dell’ospedale oppure le lasciano alla reception o ai vigilantes privati all’ingresso. E sono lettere che toccano il cuore. perché i bambini sono innocenti, non hanno alcuna dimestichezza con le cattiverie di noi adulti. Leggere “ciao Noemi, quando tornerai a casa mi farebbe piacere incontrarti e portarti un bel regalo” non è una semplice letterina di un bambino, è un pugno nello stomaco a chi ha reso questa città invivibile, a chi fa poco o nulla per migliorarla. La risposta da dare a questi bambini non è “fujetevenne”. Ma “restate”, renderemo vivibile Napoli. Ma ne siamo capaci? Possiamo prometterlo a questi bambini che chiedono di sapere come sta Noemi?

Il video choc della sparatoria di Napoli, il sicario spara per uccidere il pregiudicato e ferisce la piccola Noemi

 

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Fassino denunciato, informativa Polaria trasmessa a pm

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E’ all’attenzione dei magistrati della Procura di Civitavecchia l’informativa della Polaria sull’episodio del furto di una confezione di profumo da parte del parlamentate Piero Fassino in un negozio del duty free di Fiumicino e costata una denuncia. Allegato all’incartamento anche il video di quanto avvenuto il 15 aprile scorso nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell’esercizio commerciale. Nei giorni scorsi è emerso dal racconto di alcuni dipendenti del negozio che Fassino sarebbe stato autore già di un tentativo di furto nelle scorse settimane. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.

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Muore a tre mesi da tesi, 2mila firme per laurea in sua memoria

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Ha raggiunto oltre 2mila firme in pochi giorni la petizione lanciata sulla piattaforma online Change.org per chiedere la laurea alla memoria a Vincenzo Pio Ferrara, studente prematuramente scomparso iscritto al terzo anno del corso di laurea in Infermieristica presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. “Il giovane Vincenzo Pio – si legge nella petizione lanciata da Teresa Bianco – studente lavoratore aveva solo 25 anni quando la sua vita si è fermata”. A fine maggio 2023, nel corso di uno screening di sorveglianza, gli è stata diagnosticata una leucocitosi mieloide.

“Ha affrontato la malattia – continua il testo della petizione – con grande coraggio convinto: ha continuato a studiare e durante i lunghi ricoveri ha messo la sua esperienza e competenza a servizio degli altri degenti che l’hanno accompagnato durante questo doloroso percorso. Ha, infatti, con tutte le difficoltà del caso sostenuto durante quest’ultimo anno altri tre esami. Ha lottato fino alla fine contro un male, ma alla fine non ce l’ha fatta. È morto così, a tre esami dalla laurea magistrale dopo aver intrapreso un difficile percorso, senza riuscire a concluderlo”. Tra i moltissimi i commenti di sostegno tra i firmatari della petizione, quello di sua sorella Annarita: “Tra un ciclo di chemioterapia e un altro, non si è mai dato per vinto perché lui voleva laurearsi con ogni fibra del suo cuore. Vincenzo merita questa laurea non soltanto banalmente per commemorare il suo ricordo, ma perché questa laurea era già sua, perché questa laurea sarebbe stata solo il coronamento di una carriera di studio fatta di perseveranza, vocazione, dedizione e sacrifici”.

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Convalidato sequestro di 64,7 milioni a GS del gruppo Carrefour

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E’ stato convalidato il sequestro preventivo d’urgenza, eseguito lo scorso 15 aprile dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, di 64,7 milioni di euro a carico della GS spa del gruppo dei supermercati Carrefour Italia nell’ambito dell’indagine della Procura di Milano su una presunta frode fiscale. Lo ha deciso, nei giorni scorsi, il gip Luca Milano che ha fissato per il prossimo 17 maggio l’udienza per discutere sulla misura del divieto per un anno di pubblicizzare beni e servizi chiesta dal pm Paolo Storari nei confronti della società della grande distribuzione.

L’inchiesta è una di quelle coordinate dalla Procura di Milano sui cosiddetti “serbatoi di manodopera”: un presunto sistema, come è emerso anche nei casi Dhl, Gls, Uber, Brt, Geodis ed Esselunga, attraverso il quale grandi aziende si garantiscono “tariffe altamente competitive” sul mercato “appaltando manodopera” in modo irregolare per servizi di logistica e “movimentazione merci”. In particolare, ricostruendo “la ‘filiera della manodopera’, è stato rilevato che i rapporti di lavoro” con GS “sono stati ‘schermati’ da società ‘filtro’ che, a loro volta, si sono avvalse di diverse cooperative (i cosiddetti ‘serbatoi’), le quali avrebbero sistematicamente omesso il versamento dell’Iva, nonché degli oneri di natura previdenziale e assistenziale” ai lavoratori.

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