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Il Grande Tennis a Torino, le Atp Finals si giocheranno all’ombra della Mole dal 20121 al 2025

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L’indiscrezione era circolata sulla terra rossa di Montecarlo, subito dopo la vittoria di Fabio Fognini, ma soltanto oggi e’ arrivata la certezza. Sara’ Torino ad ospitare per cinque anni, dal 2021 al 2025, le Atp Finals. I migliori giocatori al mondo, di singolo e doppio, si sfideranno sotto la Mole nel maggiore appuntamento dell’anno col tennis professionistico dopo i quattro torni del Grande Slam. Un “sogno che si avvera” per la citta’, nei mesi scorsi travolta dalle polemiche per la rinuncia alla candidatura alle Olimpiadi invernali che ora vede in corsa Milano e Cortina. Un successo per l’Italia intera, la sua credibilita’ e la sua capacita’ organizzativa riconosciute a livello internazionale nonostante qualche polemica politica abbia rischiato di far saltare la candidatura. La concorrenza era agguerrita. In lizza per l’evento, oltre 2,3 milioni di spettatori nelle ultime edizioni con presenze superiori alle 250mila ogni anno, c’erano anche Tokyo, Singapore, Manchester e Londra, sede della manifestazione sportiva fino al prossimo anno. Le cinque finaliste erano state selezionate da un elenco iniziale di ben trentanove citta’. Torino era partita in sordina e ad un certo punto era sembrata addirittura fuori dai giochi, le coperture finanziarie che tardavano ad arrivare.

“Il punto piu’ bello”, come lo definisce il sottosegretario M5S alla presidenza del Consiglio Simone Valente, e’ arrivato all’ultimo set, con la firma del decreto della Presidenza del Consiglio che stanzia 78 milioni di euro, 18 per il 2021 e 15 l’anno dal 2022 al 2025. “L’Italia ha dimostrato di essere un Paese in grado di competere alla pari con le grandi potenze mondiali – sottolinea Valente -. Il gioco di squadra creato a tutti i livelli con la Fit, l’Istituto di Credito Sportivo, il Comune di Torino e il Governo hanno permesso di portare a casa un risultato nel quale non abbiamo mai smesso di credere. E questo rappresenta un esempio di lavoro sistemico positivo per tutto il Paese”. Una vittoria del sistema Paese anche per il presidente della Fit, Angelo Binaghi, che ringrazia il governo, “senza il cui decisivo supporto non sarebbe stato possibile neppure pensare di candidarci”, e la sindaca di Torino, Chiara Appendino, per “l’appassionata tenacia”. “E’ stata lei – dice – a farci ripartire quando sembrava non ci fosse piu’ niente da fare”. La prima cittadina ha esultato all’annuncio con le braccia al cielo, convinta che “la chiave del successo risieda nella qualita’ di una proposta eccellente e innovativa”, che sfrutta l’eredita’ olimpica di Torino 2006. I match si giocheranno infatti al Pala Alpitour, l’impianto realizzato dall’architetto giapponese Arata Isozaki per l’hockey su ghiaccio. Diventera’ il cuore di una vera e propria ‘cittadella del tennis’, con altri campi al coperto per gli allenamenti e altre strutture di servizio. “Mancano ancora due anni, ma so che i giocatori saranno contenti di sfidarsi li'”, assicura Novak Djokovic, n.1 del mondo e presidente dell’Associazione dei tennisti professionisti. “Sara’ un evento – e’ la sua convinzione – molto speciale…”.

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‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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Napoli bello, Roma fortunata: è pari al Maradona

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– Napoli e Roma si annullano nella sfida valevole per la 34 giornata di Serie A. Al Maradona finisce 2-2 una bella sfida, accesa ed emozionante soprattutto nella ripresa: apre Dybala su rigore, Olivera e Osimhen (altro rigore) la ribaltano, poi nel finale il prezioso ritorno al gol di Abraham permette ai giallorossi di tornare a casa con un punto abbastanza importante per la corsa alla Champions League. La squadra di De Rossi sale a 59 punti restando a -4 dal Bologna, ma vede accorciare l’Atalanta che ora e’ dietro di sole due lunghezze e con una gara da recuperare. Amaro in bocca invece per gli uomini di Calzona, che scivolano a -5 dal settimo posto della Lazio.

La prima nitida occasione del match capita al 6′ in favore dei giallorossi (sara’ l’unica del primo tempo), quando da corner del solito Dybala arriva una sponda area di Mancini che pesca Pellegrini, il cui colpo di testa termina di poco alto sopra la traversa. Dopo una prima parte di gara giocata a ritmi bassi da ambo le squadre, i partenopei provano a crescere dalla mezz’ora: Osimhen tenta da posizione defilata trovando la respinta di Svilar, graziato invece poco piu’ tardi da Anguissa che sbaglia tutto a tu per tu.

Al 40′ si fa vedere Kvaratskhelia con il suo classico destro a giro, deviato in tuffo ancora da un attento Svilar, mentre a pochi istanti dal riposo un colpo di testa di Di Lorenzo sfila di poco a lato. Nella ripresa il Napoli continua nella propria produzione offensiva, ma al 56′ e’ ancora decisivo un intervento di Svilar ad evitare il possibile vantaggio di Lobotka. Passano un paio di minuti e, dall’altra parte, e’ invece la Roma a trovare l’episodio per sbloccare: Azmoun va giu’ in area a contatto con Jesus, l’arbitro fischia il penalty e Dybala lo trasforma alla perfezione nell’1-0 ospite.

Gli azzurri non ci stanno e al 64′, grazie ad un pizzico di fortuna, la pareggiano con Olivera: l’esterno calcia di mancino da fuori area, Kristensen devia e di fatto mette fuori causa Svilar che stavolta non puo’ nulla. Il match prende ritmo e i partenopei in particolare ritrovano morale, sfiorando il vantaggio al 73′ con Osimhen, che svernicia Mancini in velocita’ ma trova un miracoloso Svilar davanti a se’. Nel finale succede di tutto: Osimhen porta avanti il Napoli grazie ad un calcio di rigore fischiato dopo un contatto tra Renato Sanches e Kvaratskhelia (decisivo intervento del Var), poi all’88’ la Roma trova il nuovo pari con un colpo di testa di Abraham, che segna dopo una sponda aerea da corner di Ndicka ed esulta dopo un altro intervento del Var (gol inizialmente annullato per offside).

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Guerra Ucraina

I russi avanzano a est. Kiev, ‘la situazione peggiora’

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Il tempo stringe: le truppe di Vladimir Putin continuano ad avanzare sul fronte orientale ucraino e bombardano a tappeto il Paese in quelli che sembrano i preparativi per una nuova offensiva estiva. Kiev avverte che “la situazione è peggiorata” e non può far altro che attendere l’arrivo degli aiuti americani per frenare l’avanzata russa o meglio ancora respingerla.

“Il terrore russo è possibile solo perché abbiamo meno armi e soluzioni per proteggere la vita di quanto la Russia abbia la capacità di distruggere”, ha sintetizzato il presidente Volodymir Zelensky. “Tutti sanno quanto siano efficaci i Petriot e altri moderni sistemi di difesa aerea. Ne abbiamo bisogno qui in Ucraina. Meno il Cremlino ottiene con il terrore, più sarà interessato a trovare la pace. Dobbiamo costringere la Russia a farlo insieme”, ha ribadito. Politico ha rivelato che lo scorso dicembre il leader ucraino, incontrando lo speaker della Camera Usa, Mike Johnson, aveva sottolineato che senza l’aiuto militare Usa gli ucraini sarebbero stati in grado di reggere “fino a marzo o aprile”.

Le lancette corrono, e i russi nel frattempo da settimane strappano vittorie e avanzate, che sebbene si traducano in una manciata di chilometri potrebbero determinare le sorti del conflitto perlomeno nei prossimi mesi. Da ultimo, Mosca ha annunciato di aver preso il controllo dell’insediamento di Novobakhmutovka, nell’autoproclamata repubblica del Donetsk, a una decina di chilometri da Avdiivka. E’ la terza località a cadere in poche settimane, a cui si aggiunge una ulteriore avanzata nella regione settentrionale di Kharkiv, dove prosegue il diluvio di bombardamenti e dove Kiev è corsa ai ripari posizionando tank e pezzi d’artiglieria. Nel complesso “la situazione è peggiorata”, ha ammesso il capo delle Forze armate Oleksandr Syrsky: i russi hanno ottenuto dei “successi tattici”, non rilevanti ma significativi. Nelle ultime 24 ore, riferisce la Difesa ucraina, i russi hanno compiuto “32 attacchi missilistici, 64 aerei e 60 con i razzi Mlrs”.

Più di 110 insediamenti “nelle regioni di Chernihiv, Sumy, Kharkiv, Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia – dove ogni giorno si contano centinaia di colpi e attacchi con sciami di droni -, Dnipropetrovsk, Kherson e Mykolaiv hanno subito il fuoco dell’artiglieria”. Secondo fonti dell’intelligence occidentale rilanciate dai media internazionali, la strategia di Mosca punta a creare le condizioni per una nuova offensiva prevista in estate ma anche, forse soprattutto, a guadagnare posizioni proprio in vista dell’arrivo dei miliardi di dollari di aiuti militari americani, quindi Patriot, munizioni di artiglieria e sistemi anti-droni. Per questo, si sottolinea, nel breve termine i russi potrebbero strappare altro territorio a est nell’area di Avdiivka, e puntare alla conquista di Chasiv Yar, situata più a nord.

“Fra gli ucraini sta crescendo il panico al fronte”, specialmente su quello del Donbass, ha detto provocatoriamente il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov: “Occorre mantenere la pressione sul nemico”. In questo quadro Mosca, rivela ancora Politico citando gli 007 Usa, sta dislocando nuovamente sul campo di battaglia migliaia di militari mercenari inquadrati nel Gruppo Wagner di Yevgeny Prigozhin: “Un gruppo legato alla Guardia nazionale è già in Ucraina e sta subendo perdite. Altri due operano al comando dell’intelligence militare, mentre un quarto gruppo si sta riorganizzando in Africa”.

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