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Cronache

Chiama i carabinieri per il furto dell’auto con la figlia dentro, denunciato per abbandono di minore

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Aveva denunciato il furto dell’auto, al cui interno aveva lasciato la figlia di 10 anni, facendo scattare un’imponente caccia all’uomo. Ma poi si e’ accorto di essersi sbagliato, e cosi’ un 45enne e’ stato denunciato dai Carabinieri per procurato allarme e abbandono di minore. E’ successo a Malcesine, sull’estrema sponda veronese a nord del lago di Garda. L’uomo aveva parcheggiato la sua Volkswagen Passat lasciando all’interno la figlia, con la radio accesa e le chiavi nel cruscotto, e si e’ allontanato assieme a un amico per un servizio di volantinaggio di promozione dell’attivita’ di parapendio, che ha molti praticanti sul vicino Monte Baldo. Poco dopo e’ tornato dove credeva di aver lasciato l’auto, e ha dato l’allarme perche’ la vettura era “sparita” assieme alla figlia. Cosi’ e’ scattato il protocollo previsto nei casi di sequestro di minori. Le ricerche, coordinate dal Reparto Operativo dei Carabinieri di Verona comandato dal ten. col. Fabrizio Cassatella, ha impegnato decine di uomini e mezzi, compreso l’elicottero che si e’ innalzato per sorvolare la zona, coinvolgendo i militari di Trento e Bolzano fino a Brescia, lungo l’asta del lago di Garda, e anche la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza, con posti di blocco fino all’autostrada, poiche’ non si poteva ipotizzare se l’auto rubata con la bambina a bordo avesse imboccato direzione nord o sud. Al culmine delle ricerche lo ‘sbadato’ padre si e’ reso conto di essersi sbagliato sul posto dove aveva parcheggiato la macchina, che ha trovato, con la bambina seduta all’interno. Allarme cessato e lieto fine, dunque, ad esclusione del papa’ decisamente distratto, per il quale ci sara’ uno strascico giudiziario.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Cronache

Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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Cronache

“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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