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Cronache

L’ex presidente Alan Garcia suicida in Perù prima dell’arresto

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Fine drammatica per l’ex presidente peruviano Alan Garcia. All’arrivo nella sua residenza a Lima di agenti con un ordine di arresto preventivo nei suoi confronti per corruzione si è sparato un colpo di pistola alla tempia. È morto poche ore dopo in ospedale. Garcia, che avrebbe compiuto 70 anni fra cinque settimane, è stato svegliato all’alba da un team della Divisione delle indagini dei reati di alta complessità determinato ad eseguire l’ordine firmato dal pm Josè Domingo Perez. Da tempo l’ex capo dello Stato, al potere fra il 1985 e il 1990 e poi dal 2006 al 2011, era alle prese con la giustizia peruviana che investigava sui suoi rapporti con la compagnia brasiliana Odebrecht. In particolare erano nel mirino dei magistrati presunti contributi della Odebrecht alla sua campagna elettorale per le presidenziali del 2006. Ma mentre i collaboratori di Garcia discutevano con agenti e pm sulla legalità dell’arresto in mancanza di elementi nuovi dell’inchiesta, si è sentito improvvisamente nell’appartamento il fragore di uno sparo. Entrati nella stanza da letto, i presenti hanno trovato il corpo del leader dell’Alleanza popolare rivoluzionaria americana (Apra) riverso al suolo e privo di sensi, con una pistola nella mano destra. Garcia è stato trasferito d’urgenza nel vicino ospedale ‘Casimiro Ulloa’ e meno di mezz’ora dopo il ricovero, è entrato in sala operatoria dove i chirurghi hanno cercato disperatamente di salvargli la vita.

In un comunicato stampa la direzione dell’ospedale ha confermato che il decesso è giunto “per una vasta emorragia cerebrale ed un arresto cardio-respiratorio”. Decine di suoi sostenitori si sono raccolti in preghiera vicino all’ospedale, mentre il presidente della Repubblica Martin Vizcarra si è detto “costernato” per l’improvvisa morte, inviando le sue “condoglianze alla famiglia e ai suoi cari”. Mentre l’intervento chirurgico era ancora in corso, in una conferenza stampa il ministro della Sanità peruviano, Zulema Tomas, aveva anticipato che il paziente aveva sofferto “tre arresti cardio-respiratori” da cui si era però ripreso. Le vicende giudiziarie di Garcia lo hanno accompagnato negli ultimi 25 anni della sua vita. Una di esse ha riguardato la revoca della sua immunità da parte del Parlamento peruviano nel 1995, quando viveva in esilio a Bogotà, con accuse di avere ricevuto mazzette dal consorzio italiano Tralima per la costruzione della metropolitana di superficie di Lima. Il suo suicidio non chiude però i conti della giustizia con ex presidenti peruviani, perché almeno altri quattro di essi (Alberto Fujimori, Alejandro Toledo, Ollanta Humala e Pedro Pablo Kuczynski) sono in carcere, vivono all’estero o stanno difendendosi nel Paese da accuse di corruzione e/o violazione dei diritti umani. Kuczynski, agli arresti preliminari dallo scorso mercoledì con l’accusa di riciclaggio di denaro, è stato trasferito nell’unità di terapia intensiva della clinica Angloamericana, a San Isidro, a causa di una crisi di ipertensione

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Calcio: il Bari condanna l’aggressione al direttore sportivo

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Il Bari “esprime vicinanza e solidarietà al ds Ciro Polito vittima nella serata di ieri di una vera e propria aggressione avvenuta, ad opera di ignoti, nel post gara di Cittadella-Bari”. Secondo quanto denunciato da Polito, un gruppo di tifosi baresi lo ha aggredito in un autogrill in provincia di Rovigo. “Il dirigente biancorosso, mentre si trovava in sosta in un autogrill sulla via di ritorno dalla città veneta – scrive il club di Luigi De Laurentiis – è stato raggiunto e aggredito, verbalmente e fisicamente, da un gruppo di ignoti che subito dopo si sono dileguati. Le autorità competenti intervenute hanno da subito avviato le procedure per l’individuazione dei soggetti responsabili”. “La società biancorossa – si legge ancora – condanna con forza quanto accaduto ad opera di ‘vigliacchi’ che nulla hanno a che vedere con il tifo barese e con lo sport. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, quando la ragione lascia spazio alla violenza abbiamo già perso tutti”.

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L’Italia: terra di santi, poeti, navigatori… e commercialisti

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L’Italia, patria di santi, poeti, navigatori e… commercialisti? Sembrerebbe proprio di sì, se guardiamo ai dati recentemente pubblicati dalla Fondazione nazionale di ricerca dei commercialisti. Nel loro rapporto annuale sull’albo della categoria professionale, emerge un trend in crescita che potrebbe far sorridere gli amanti delle espressioni stereotipate sul popolo italiano.

Nel corso del 2023, il numero di nuovi iscritti alla professione di commercialista ha registrato un significativo incremento, con ben 1.864 nuovi membri che hanno varcato la soglia dell’Albo. Ma non è tutto: sono state anche costituite 161 nuove Società tra professionisti, segno di un interesse sempre più vivo per questa professione.

Secondo i dati riportati, rispetto al 2007, anno cruciale che ha segnato la formazione dell’Albo unico tra dottori e ragionieri, il numero degli associati è aumentato del 12%, raggiungendo la considerevole quota di 120.424. Una crescita significativa, che testimonia l’importanza e la rilevanza che questa figura professionale continua a rivestire nell’ambito economico italiano.

Ma non è solo il numero degli iscritti a destare interesse. Anche la composizione della professione sta subendo delle trasformazioni. Secondo il rapporto, al 31 dicembre scorso le professioniste hanno raggiunto il 33,8%, mentre i giovani rappresentano il 14,7% della platea professionale. Un segno di cambiamento e di inclusione che caratterizza il tessuto dei commercialisti italiani.

Tuttavia, non mancano le sfide. Se da un lato si registra una crescita costante degli iscritti, dall’altro si osserva un rallentamento in alcune aree geografiche. Le regioni settentrionali e centrali, ad esempio, mostrano un tasso di crescita inferiore rispetto agli anni precedenti, mentre nelle regioni meridionali si assiste addirittura a un’inversione di tendenza.

Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, interpreta questi dati come una testimonianza della resilienza della professione di commercialista in un momento di crisi per molti altri settori professionali. La crescita costante e il recupero del reddito medio negli ultimi due anni dimostrano, secondo de Nuccio, la solidità e la dinamicità di questa figura professionale.

Insomma, se l’Italia è stata storicamente celebrata per i suoi santi, poeti e navigatori, sembra che ora i commercialisti abbiano conquistato un posto di rilievo nella narrazione del paese. Forse è proprio vero quello che si dice: in Italia c’è posto per tutti, anche per i numeri e le cifre.

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Scontro fra Vannacci e Paglia, consigliere di Crosetto

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Scontro a distanza fra Roberto Vannacci e il tenente colonnello Gianfranco Paglia , consigliere del ministro della Difesa Guido Crosetto, che a Zona Bianca, su Rete4, ha sostenuto che il generale, sospeso dal servizio e ora candidato con la Lega alle Europee, con il suo libro “ha macchiato l’uniforme, e noi militari non possiamo permettercelo”.

“Il mio dovere – ha aggiunto Paglia – è spiegare all’Italia tutta che il pensiero Vannacci non è il pensiero della Difesa”. “Io non ho visto la TV ma mi faccio una domanda – la replica di Vannacci su Facebook -: parlando in Uniforme esprimeva un suo parere personale o quello dell’Istituzione a cui appartiene? Perché io, per aver scritto un libro a titolo personale nel mio tempo libero, sono stato accusato e sospeso anche per aver suscitato l’associazione tra l’autore e le idee dallo stesso espresse all’Istituzione di appartenenza! Ma non mi preoccupo….si tratta di un fuoco di PAGLIA!”.

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