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Corea Nord, Kim Jong-un: con l’arma tattica abbiamo più capacità combattimento

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Il test riuscito del nuovo tipo di “arma tattica guidata” è “un evento di forte valore nell’aumento della capacita’ di combattimento” delle forze armate nordcoreane. Il giudizio del leader Kim Jong-un, che ha presenziato alle operazioni svoltesi ieri, e’ stato rilanciato oggi da un dispaccio dell’agenzia ufficiale Kcna, secondo cui il dispositivo militare si caratterizza per il design, le capacita’ di guida del volo e il carico di una testata, elementi tutti “perfettamente verificati”. Nel mezzo dello stallo negoziale con gli Stati Uniti sul processo di denuclearizzazione della penisola coreana dopo il nulla di fatto del summit di Hanoi, il Nord ha annunciato il primo test consistente di armi dallo scorso novembre grazie alle iniziative della Academy of Defense Science. Malgrado la Kcna non abbia dato conferme sul tipo di arma, il termine “tattico” suggerirebbe la possibilita’ che si tratti di un missile a corto raggio piuttosto che di un di tipo balistico, vietato peraltro dalle risoluzioni delle Nazioni Unite.

Nell’ispezione precedente sul campo, quella di novembre, la Kcna aveva riportato i giudizi di apprezzamento di Kim sul test, ovviamente riuscito, di “un’arma tattica di nuovo sviluppo e ultramoderna”, senza dare dettagli. Oggi, invece, il leader ha apprezzato la “battaglia dinamica” del team di esperti impegnati per “conseguire gli obiettivi della ricerca strategica” grazie a un altro “grande lavoro per aumentare le capacita’ di difesa del Paese”. Kim ha anche definito “gli obiettivi cadenzati e strategici” per mantenere alta la produzione di armamenti della Corea del Nord, mettendo le scienze nazionali della difesa e della tecnologia “su un livello di avanguardia” e fornendo “dettagli su compiti e modi” per poterli raggiungere. La mossa nordcoreana, non aggressiva, e’ probabile sia un messaggio agli Usa e un sollecito a riprendere attivamente il percorso negoziale fermatosi per l’incapacita’ delle parti di trovare un equilibrio condiviso tra l’allentamento delle sanzioni e gli stadi della denuclearizzazione.

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Giornalista Usa Austin Tice rapito 12 anni fa forse è stato liberato a Damasco

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E’ stato liberato a Damasco Austin Tice, giornalista americano rapito dalle forze del regime siriano nel 2012. Lo riferisce la tv al Jazira, mentre sui social circolano foto di Tice appena liberato da civili siriani in una prigione alla periferia di Damasco. L’autenticità delle foto e della notizia non è stata ancora confermata dalla famiglia di Tice.

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Trump propone una forza di pace europea per l’Ucraina: ma chi pagherà il prezzo?

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La proposta di Trump: duecentomila uomini lungo la linea di contatto

Duecentomila soldati sotto le bandiere dei principali Paesi europei, schierati lungo la linea di contatto tra Russia e Ucraina. È questa l’ambiziosa proposta del team di politica estera di Donald Trump, che si prepara a tornare alla Casa Bianca con un piano per congelare rapidamente il conflitto in Ucraina. Tuttavia, il piano dipenderà dal cessate-il-fuoco, dalla disponibilità di Mosca e Kiev e soprattutto dalla capacità degli alleati europei di sostenere un contingente così imponente.

Gli obiettivi americani: tregua rapida per concentrarsi sulla Cina

Secondo gli emissari di Kiev, Trump ha fretta di chiudere il dossier ucraino per concentrare gli sforzi degli Stati Uniti sull’Indo-Pacifico e sul contenimento della Cina. La strategia americana è chiara: ottenere una tregua “rapida e sporca” (quick and dirty), rinviando a un momento successivo le complesse questioni politiche e territoriali.

Tuttavia, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso preoccupazione: congelare il conflitto senza garanzie di sicurezza significative lascerebbe l’Ucraina vulnerabile a futuri attacchi russi, come già accaduto dopo gli accordi di Minsk e il Memorandum di Budapest.

Il peso della sicurezza sugli europei

Con gli Stati Uniti che evitano di impegnarsi direttamente e l’adesione dell’Ucraina alla NATO sempre più lontana, spetta ora all’Unione Europea assumersi il ruolo di garante della sicurezza. Parigi e Londra stanno già valutando l’ipotesi di inviare un contingente europeo. Tuttavia, il Cremlino difficilmente accetterebbe una forza sotto l’ombrello NATO, il che complica ulteriormente le discussioni.

Un contingente europeo all’altezza della sfida?

La proposta del team di Trump prevede duecentomila uomini per presidiare una linea di contatto di circa duemila chilometri, da Chernhiv a Kherson. Questo numero rappresenterebbe circa la metà delle forze disponibili degli eserciti europei, con costi enormi. Non sorprende quindi che ambienti vicini al presidente francese Emmanuel Macron ipotizzino un contingente molto più ridotto: ventimila uomini, insufficienti per garantire un reale controllo del territorio.

Gli ucraini si dicono pronti a integrare le forze europee con i propri soldati, ma resta da capire se Mosca accetterà questa soluzione. Inoltre, le minacce americane di fornire a Kiev missili Tomahawk per colpire obiettivi in Russia potrebbero complicare ulteriormente le trattative.

Un conflitto che resta “sporco”

Tra il “quick” e il “dirty”, al momento sembra prevalere il secondo. La guerra sporca in Ucraina continua a essere l’unica missione che conta per il Cremlino, mentre l’Europa si trova a dover affrontare la sfida di una missione di pace che potrebbe ridefinire i suoi equilibri politici e militari.

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Trump esulta: le dimissioni di Christopher Wray da capo Fbi sono un grande giorno per l’America

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“Le dimissioni di Christopher Wray sono un grande giorno per l’America, perché porranno fine all’uso come arma di quello che è diventato noto come dipartimento di ingiustizia degli Stati Uniti”. Cosi’ Donald Trump su Truth. “Non so proprio – scrive – cosa gli sia successo. Ora ripristineremo lo stato di diritto per tutti gli americani. Sotto la guida di Christopher Wray, l’Fbi ha fatto irruzione illegalmente a casa mia, senza motivo, ha lavorato diligentemente per mettermi sotto accusa e incriminarmi illegalmente e ha fatto di tutto per interferire con il successo e il futuro dell’America”.

“Hanno usato i loro vasti poteri – prosegue – per minacciare e distruggere molti Americani innocenti, alcuni dei quali non saranno mai in grado di riprendersi da ciò che è stato fatto loro. Kash Patel è il candidato più qualificato a guidare l’Fbi nella storia dell’Agenzia e si impegna ad aiutare a garantire che la Legge, l’ordine e la giustizia vengano riportati di nuovo nel nostro Paese, e presto. Come tutti sanno, ho grande rispetto per la base dell’Fbi e loro hanno grande rispetto per me. Vogliono vedere questi cambiamenti tanto quanto me, ma, cosa più importante, il popolo americano chiede un sistema di giustizia forte ma equo. Vogliamo indietro il nostro Fbi, e questo accadrà ora. Non vedo l’ora che Kash Patel sia confermato, così che il processo di rendere di nuovo grande l’Fbi possa iniziare”.

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