Collegati con noi

Cronache

Omicidio Ciro Esposito, ora i legali chiedono i danni allo Stato “per non aver impedito l’omicidio” e per il riconoscimento dello “status di famiglia vittima della criminalità”

Pubblicato

del

La sentenza della prima sezione della Suprema Corte di Cassazione (presidente, Francesco Maria Silvio Bonito;  relatore, Antonio Cairo) sull’omicidio di Ciro Esposito sotto il profilo della equità della pena inflitta all’assassino Daniele De Santis, conferma quanto accaduto nella realtà che la difesa di De Sanctis ha tentato di negare, ma non soddisfa i legali della famiglia della vittima (gli avvocati Angelo e Sergio Pisani) consapevoli comunque che la Corte di Cassazione non poteva incidere sullo sconto di pena stabilito invece dalla Corte di Appello di Roma dopo la esemplare sentenza di primo grado del tribunale di Roma che accolse le richieste dei pm Albamonte ed Izzo e della parte civile rappresentata dagli avvocati Pisani.

I legali della famiglia Esposito. Angelo e Sergio Pisani

La Cassazione in punta di diritto riconosce un fatto importante: Daniele De Santis, condannato a 16 anni per la morte del tifoso del Napoli Ciro Esposito, non sparò per legittima difesa ma mirò ad altezza d’uomo. E se miri ad altezza d’uomo e svuoti il caricatore di una pistola uccidi. “Da un lato, De Santis aveva provocato la situazione di pericolo. Dall’altro aveva assunto una reazione non proporzionata all’offesa. Pur potendo puntare l’arma o sparare in aria, non l’aveva fatto e risulta avere esploso colpi ad altezza d’uomo (cinque in rapida successione) dei quali quattro andarono a segno”.

È questa la motivazione cardine della sentenza della Cassazione che ha condannato a 16 anni l’ultras della Roma per l’omicidio di Ciro Esposito, ferito il 3 maggio del 2014 (giorno della finale di Coppa Italia) e morto il 25 giugno ovvero dopo una cinquantina di giorni di agonia. Questa sentenza é ora il punto di partenza dal quale i legali della famiglia Esposito sono partiti per intentare un giudizio di responsabilità in sede civile per una richiesta di risarcimento danni allo Stato “per non aver organizzato in maniera sicura e decente la finale di coppa Italia Napoli Fiorentina ed il servizio di ordine pubblico che ha poi cagionato la morte di Ciro Esposito in una zona lontana dallo stadio dove la questura e la prefettura di Roma avevano fatto arrivare i bus dei tifosi del Napoli senza garantire una adeguata protezione dai più facinorosi ultras della Roma” sostiene l’avvocato Angelo Pisani.

Giovanni Esposito e Antonella Leardi. Per i genitori di Ciro Esposito è stato chiesto lo status di vittime della criminalità

“Inoltre chiederemo sempre allo Stato italiano di riconoscere ai signori Giovanni Esposito ed Antonella Leardi ovvero i genitori del povero Ciro, assassinato da un criminale, lo status di famiglia vittima della criminalità” conclude il legale che ha seguito sin dai primi giorni e a tutt’oggi la difesa della famiglia di Ciro Esposito.

Advertisement

Cronache

Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

Pubblicato

del

E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

Continua a leggere

Cronache

Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

Pubblicato

del

Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

Continua a leggere

Cronache

“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

Pubblicato

del

Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto