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Cronache

Caso Forti: la vicenda approda alla catena televisiva Cbs

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Il caso di Chico Forti, l’imprenditore trentino in carcere da venti anni in Florida condannato all’ergastolo per omicidio, approda alla catena televisiva statunitense Cbs. La convinzione dell’innocenza di Forti, per cui si batte la famiglia, con in prima fila lo zio Gianni Forti, amici, conoscenti e varie associazione, ha portato di recente a far interessare al caso la Cbs con la trasmissione ’48 Hours’ che si occupa di casi giudiziari controversi. La conduttrice Erin Moriarty, con i due produttori Paul La Rosa e Murray Weiss, e’ stata di recente in Florida e ha incontrato Chico nel carcere vicino a Miami. Poi, affiancato dalla corrispondente Cbs in Italia Sabina Castelfranco, lo staff della trasmissione e’ giunta a Trento dove ha incontrato la mamma di Chico, ha intervistato lo zio Gianni Forti, e ha interpellato anche gli amici dell’imprenditore trentino, impegnati nel gruppo ‘una Chance per Chico’. Successivamente, a Roma, lo staff della Cbs ha incontrato Francesco Guidetti, compagno di Chico in numerose regate veliche e testimone al processo, poi la giornalista del Tg2 Manuela Moreno, gia’ corrispondete dagli Usa e autrice di numerosi servizi Tv sulla vicenda. Infine il politico Mauro Ottobre, che nella precedente legislatura aveva presentato a Montecitorio una mozione, sottoscritta e approvata da tutti i gruppi parlamentari, che impegnava il Governo ad occuparsi della vicenda Forti. La messa in onda della trasmissione e’ prevista prima dell’estate.

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Travolto e ucciso da un treno a Roma, fuggiva dopo un furto

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Era in fuga dopo aver rubato un cellulare l’uomo investito e ucciso ieri da un treno su via Casilina a Roma. E’ una delle ipotesi al vaglio. Sulla vicenda sono in corso indagini della polfer. L’uomo, che non è stato ancora identificato, ha scavalcato i binari ed è stato travolto da un convoglio. Inutili i soccorsi.

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Temporali e anche neve, maggio inizia col maltempo: nave in balia del vento a Pozzuoli

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Vento, temporali e addirittura neve, con crollo di alberi, frane, allagamenti e strade chiuse: l’ondata di maltempo che nelle ultime ore ha flagellato molte parti d’Italia è stata tanto violenta quanto inattesa, quasi in grado di sovvertire le aspettative sulle promesse primaverili di maggio. Ma la fotografia del meteo ha confermato l’allerta gialla diramata ieri dalla Protezione civile in ben 8 regioni. Giornata difficile in Liguria, soprattutto a Genova, colpita da un violento acquazzone che ha provocato il crollo di un albero su tre auto in sosta e di alcuni pezzi di cornicione da un palazzo in centro. Sotto stress pure La Spezia: la base navale è stata aperta al traffico civile per gli allagamenti della statale 530 che unisce il capoluogo a Porto Venere. Forti piogge anche a Milano, dove i vigili del fuoco hanno dovuto far fronte ad allagamenti di molte strade.

Ma a preoccupare è il livello dei fiumi Seveso e Lambro, salito oltre misura tra le 6 e le 8 di stamattina in Brianza. L’assessore alla Sicurezza Marco Granelli ha spiegato che “per il Seveso il canale scolmatore sta scaricando gran parte dell’onda di piena e per ora non siamo ancora ai livelli di attivazione della vasca di Milano”; per il Lambro invece ha fatto sapere di avere allertato alcune comunità interessate al fine “di un’eventuale evacuazione”.

Ancora disagi in Valle d’Aosta: per la caduta di massi di ieri è rimasta chiusa al traffico per buona parte della giornata la strada regionale della Valgrisenche; problemi anche a Champrotard di Villeneuve per una frana che ha parzialmente interessato la strada comunale. In Friuli Venezia Giulia è stata di nuovo interrotta per una nuova frana, a un mese dalla riapertura, la strada provinciale del Tul che conduce a Clauzetto (Pordenone), questo perché il sistema di monitoraggio ha segnalato un nuovo movimento del terreno. Fiumi ingrossati in Veneto e anche acqua alta a Venezia, dove le previsioni stimano un livello di 110 centimetri per le 20.30, che molto probabilmente farà scattare le paratie del Mose. È ricomparsa anche la neve, con un abbassamento delle precipitazioni fino a 1800-2100 metri sulle Prealpi e a 1700-2000 sulle Dolomiti. Situazione simile in Piemonte, con forti rovesci e neve già a 1.800-2.000 metri; si registrano alberi caduti nel Biellese e l’esondazione di alcuni canali in provincia di Cuneo. Allarme in Umbria, anche se la situazione per tutta la giornata è stata sotto controllo, a parte l’area intorno a Orvieto dove i vigili del fuoco hanno lavorato a lungo per far fronte ad allagamenti e alla caduta di alberi. Paura a Roma per la caduta di un grosso albero in zona Appia: danneggiati alcuni balconi di uno stabile, fortunatamente senza ferire nessuno, anche se per precauzione sono stati evacuati tre appartamenti.

Paura anche al porto di Pozzuoli: la nave Driade in arrivo da Ischia a causa di una burrasca di vento commista a pioggia è rimasta in balia del vento per diversi minuti prima di riuscire ad attraccare. È andata peggio in Francia dove le piogge fortissime e insistenti hanno messo letteralmente in ginocchio le infrastrutture, causando tra l’altro la morte di una donna rimasta vittima di una colata di fango nella regione dell’Aisne (a nord, l’area nazionale più colpita). Bloccato, causa allagamento delle piste e del Terminal 2, lo scalo aereo Roissy-Charles de Gaulle.

La Tour Eiffel è stata colpita da un fulmine (fenomeno non desueto in verità), ma soprattutto la grandine ha danneggiato molti vigneti, tra cui quelli del pregiato ‘Chablis’ in Borgogna. Situazione drammatica in Brasile, sferzato da piogge torrenziali che hanno provocato la morte di 11 persone, mentre altre 21 risultano al momento disperse. Infine, Emirati ancora sott’acqua, con una quantità di temporali che ricorda molto quella di due settimane fa: l’aeroporto di Dubai, il secondo al mondo per quantità di traffico, è stato costretto a cancellare e a ritardare diversi voli.

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Due operai morti sul lavoro, “fermare la mattanza”

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Ancora tre morti sul lavoro. Due operai hanno perso la vita in provincia di Napoli, nei cantieri edili, un uomo è invece morto in Sicilia, mentre era alla guida del suo trattore. A Lettere, pochi chilometri dal capoluogo partenopeo, un operaio di 57 anni è precipitato dal terzo piano di un palazzo attorno al quale è in allestimento un cantiere edile. L’incidente è avvenuto in tarda mattinata, in via Depugliano, dove sono intervenuti i carabinieri. L’altra vittima, sempre nel Napoletano, a Casalnuovo, è un operaio 60enne: è stato trasportato presso la clinica Villa dei fiori di Acerra, ma per lui non c’è stato nulla da fare. Anche in questo caso sono intervenuti i carabinieri, che stanno indagando per ricostruire la dinamica.

E’ invece accaduto proprio il Primo Maggio, il giorno della Festa dei lavoratori, l’incidente che vicino ad Agrigento è costato la vita a un uomo di 64 anni, Mario Mondello, che è morto cadendo in un laghetto artificiale con il suo trattore che si è ribaltato. Una strage senza fine. “I dati sono spietati: sono oltre 350 in tutto il Paese e 12 in Campania in questo primo scorcio del 2024 i lavoratori deceduti mentre erano impegnati nelle loro attività. Lo ripetiamo a gran voce, bisogna fermare questa mattanza”, dice Nicola Ricci, segretario generale Cgil Napoli e Campania, secondo cui “ormai sul fronte della sicurezza sul lavoro abbiamo superato abbondantemente il limite di guardia.

Le due morti avvenute in queste ore in altrettanti cantieri della provincia di Napoli, confermano l’inadeguatezza delle normative in vigore e la necessità di fermare questo assurdo sistema degli appalti a cascata che deresponsabilizza le singole aziende e manda in tilt il lavoro degli ispettori impegnati nell’individuazione dei colpevoli di questa strage”. “Fermare le stragi sul lavoro non significa solo salvaguardare e proteggere la vita dei lavoratori, ma anche fermare l’illegalità, la criminalità che spesso si insinua nei sub appalti o in alcune realtà aziendali”, precisa Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Campania e Napoli, mentre secondo i sindacati degli edili Feneal-Uil Filca-Cisl Fillea-Cgil di Napoli, “la competizione spuria, la mancata applicazione di norme contrattuali, la mancanza di formazione sono tutti elementi che attentano alla vita delle persone”. Per il sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante, “la sicurezza sul lavoro è una priorità assoluta, per questo come governo vogliamo continuare a rafforzare sempre più le misure a tutela dei lavoratori. Occorre un impegno congiunto e costante delle istituzioni affinché simili tragedie non possano ripetersi”.

“Le imprese italiane – secondo il capogruppo in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, del Pd – devono capire che la sicurezza è un investimento, non un costo. Risparmiare sulla vita delle persone è una scelta criminale”. Analoghe le parole di Marco Sarracino e Guido Ruotolo, della segreteria nazionale del Pd, che chiedono più controlli e più formazione. “Siamo davanti a una strage – dice Ruotolo – che assume sempre più le dimensioni di una guerra”. “Per fermare questa strage quotidiana – afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Peppe De Cristofaro – non bastano più correttivi ma servono norme certe e stringenti, più controlli e risorse”.

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