Collegati con noi

Cronache

Solange Fugger, la più giovane primaria d’Italia: «Sogno una medicina d’urgenza più umana»

L’intervista a Solange Fugger, la più giovane primaria d’Italia. Dottoressa e star su TikTok, racconta la sua missione tra medicina, social e vita privata.

Pubblicato

del

Ha solo 36 anni, si chiama Solange Fugger ed è la più giovane primaria d’Italia. Da due settimane è alla guida di un Pronto soccorso romano, ma chiede di non rivelarne il nome. Una richiesta insolita, se non fosse che Fugger è anche una delle dottoresse più seguite sui social, con un profilo TikTok, “Minerva Salute”, da oltre 330 mila followere 6 milioni di like. In un’intervista al Corriere della Sera, racconta perché ha deciso di mostrarsi online e che cosa significa oggi essere un medico d’urgenza.

Una primaria su TikTok

«Dopo alcuni video è capitato che qualcuno si presentasse in ospedale solo per incontrarmi», racconta Fugger. «Mi fermano per strada, mi chiedono foto. Qualcuno ha persino stampato la mia faccia su un santino da portare all’esame come portafortuna. Ma c’è anche chi mi scrive insulti. La sanità pubblica è al centro del malcontento e spesso i medici diventano bersagli facili».

Ma perché stare sui social? «Per raccontare la medicina d’urgenza con uno sguardo positivo. Ho iniziato nell’ottobre 2024, quando ho visto che troppe borse specialistiche restavano vuote. Ho pensato: ma davvero nessuno vuole fare questo mestiere? E allora ho iniziato a parlarne, a mostrarlo, a raccontarlo».

Primaria non grazie ai social

A chi insinua che abbia ottenuto il ruolo di primaria grazie alla popolarità online, Fugger risponde con fermezza: «Lavoravo già lì, conoscevo la struttura e i colleghi. Una collega mi ha detto: “Se non ti proponi tu, ti propongo io”. Ho accettato e ho iniziato il primo luglio».

Ora guida un reparto privato convenzionato composto da 20-24 medici, 32 infermieri e 10 operatori sociosanitari. Il lavoro? «Tosto. Fare il primario è un altro mestiere. Devi essere sempre presente, mediare, rientrare anche a mezzanotte se succede qualcosa».

Una missione, non un sacrificio

«Il Pronto soccorso non è per tutti. Non basta essere bravi medici: serve resistenza, prontezza, capacità di reggere la pressione», spiega. E aggiunge: «Ci sono medici che sono animali da Ps, li vedi e capisci che non potrebbero fare altro. Nessun’altra specialità ti dà quel brivido».

Eppure molti scappano dagli ospedali pubblici. «Dipende da dove lavori. Il rischio è restare con pochi colleghi, turni massacranti, 200 ore al mese. Con otto notti mensili, non regge neanche un santo».

La storia, l’amore e i sogni

Solange Fugger ha cominciato per vocazione, ispirata da due dottoresse conosciute all’Umberto I: «Erano sicure, determinate. Mi sono detta: voglio diventare come loro». Oggi convive con la compagna, più giovane di lei di otto anni, specializzanda. «Ci siamo conosciute in corsia».

Ha due carlini, va al mare la domenica, scia in inverno e suona la chitarra. «Da piccola avevo una cover band dei Queen. Se tornassi indietro, farei la chitarrista».

Ma il sogno resta la medicina d’urgenza: «Vorrei migliorarla, anche solo un pezzettino. Aiutare chi arriva in Pronto soccorso a sentirsi più al sicuro. E riuscire a conciliare questo lavoro con una famiglia. Non siamo sacerdoti».

Advertisement

Cronache

Incidente mortale sull’asse mediano a Frattamaggiore: muore un uomo, grave la moglie

Un uomo di 48 anni ha perso la vita in un incidente sull’asse mediano SS87 a Frattamaggiore. Grave la moglie, ricoverata in prognosi riservata.

Pubblicato

del

Tragedia nella serata di ieri sull’asse mediano SS87, all’altezza dello svincolo di Frattamaggiore. Un uomo di 48 anniha perso la vita a seguito di un violento incidente stradale che ha coinvolto l’auto su cui viaggiava e un mezzo pesante.

L’impatto e la corsa in ospedale

A bordo del veicolo c’era anche la moglie della vittima, una donna di 76 anni, che è stata trasportata d’urgenza al pronto soccorso. Attualmente è ricoverata in prognosi riservata e le sue condizioni sono giudicate gravi. L’uomo, invece, è deceduto poco dopo l’arrivo in ospedale per le ferite riportate nello scontro.

Indagini in corso

Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Caivano, che stanno conducendo gli accertamenti per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. Non sono ancora state rese note ulteriori informazioni sulle cause dello scontro, né l’identità dei coinvolti.

Un altro drammatico episodio sulle strade della Campania che riaccende l’attenzione sul tema della sicurezza stradale in tratti spesso pericolosi e ad alta intensità di traffico.

Continua a leggere

Cronache

Operaio muore sul lavoro a Massa Lubrense: precipitato da sei metri

Tragedia a Massa Lubrense: un operaio di 58 anni è morto dopo una caduta da sei metri mentre installava un impianto di climatizzazione

Pubblicato

del

Un operaio di 58 anni ha perso la vita ieri a Massa Lubrense, in provincia di Napoli, durante l’installazione di un impianto di climatizzazione in un’abitazione privata situata in via Pontone.

La dinamica dell’incidente

Secondo una prima ricostruzione, l’uomo avrebbe perso l’equilibrio mentre lavorava in quota, precipitando da un’altezza di circa sei metri. Il corpo dell’operaio ha impattato con violenza su un cordolo di cemento, procurandogli traumi gravissimi.

Nonostante i tentativi di rianimazione messi in atto dal personale sanitario del 118 giunto rapidamente sul posto, per l’uomo non c’è stato nulla da fare: il decesso è stato constatato sul luogo dell’incidente.

Indagini in corso

Sull’accaduto stanno ora indagando i Carabinieri della stazione di Massa Lubrense, con il supporto del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Napoli e del Nucleo Investigativo del Gruppo di Torre Annunziata. La salma è stata posta a disposizione dell’Autorità giudiziaria, che dovrà accertare eventuali responsabilità e verificare il rispetto delle norme di sicurezza sul luogo di lavoro.

Un’altra tragedia sul lavoro che riaccende i riflettori sulla sicurezza nei cantieri, troppo spesso carente o sottovalutata.

Continua a leggere

Cronache

Maxi operazione contro il neonazismo: arrestato 21enne a Brescia, indagati altri 29 giovani

Operazione dei Carabinieri del ROS a Brescia: arrestato un 21enne per propaganda d’odio e apologia del fascismo. Perquisizioni in tutta Italia, coinvolti anche minori.

Pubblicato

del

Una vasta operazione condotta dai Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale (ROS), coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia e in raccordo con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, ha portato all’arresto di un 21enne residente nel bresciano. Il giovane è gravemente indiziato di aver propagandato idee fondate sulla superiorità razziale, sull’odio etnico e religioso e di aver partecipato ad attività di apologia del fascismo e del nazismo.

Le accuse e i gruppi estremisti sotto osservazione

L’indagine, avviata nel dicembre 2023 dalla sezione anticrimine del ROS di Brescia, ha preso le mosse dal monitoraggio dei profili Telegram e TikTok del giovane, ritenuto uno dei principali diffusori di contenuti estremisti. Secondo gli inquirenti, l’indagato è stato particolarmente attivo in gruppi virtuali che inneggiano al suprematismo bianco, al nazismo e all’odio verso minoranze etniche, religiose e la comunità LGBTQ+.

Tra i gruppi analizzati figurano:

  • “White Lives Matter Italia”

  • “Vannawaffen TM”

  • “Sangue e Suolo”

  • “Spirito Fascista”

  • “Hooligans/NS/WP/WLM”

  • “Rivelazioni non autorizzate”

  • “Identità Europea”

  • “Casa del Fascio”

I contenuti rinvenuti includono negazionismo della Shoah, incitamento alla violenza contro persone di colore, immigrati e musulmani, istigazione a incendi dolosi e apologia del fascismo.

Perquisizioni in tutta Italia, coinvolti anche minori

Oltre alla misura cautelare per il 21enne, il G.I.P. di Brescia Alessandro D’Altilia ha disposto 26 perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di altrettanti soggetti residenti in diverse regioni italiane, tutti partecipanti ai medesimi gruppi. Tra gli indagati, cinque erano minorenni all’epoca dei fatti. L’età media è compresa tra i 18 e i 25 anni, elemento che conferma il crescente rischio di radicalizzazione giovanile attraverso i social.

L’allarme della Procura di Brescia

La Sostituta Procuratrice Caty Bressanelli ha sottolineato la necessità di intervenire tempestivamente contro quella che è stata definita “una rete di radicalizzazione virtuale” che si nutre di odio, negazionismo e violenza. L’inchiesta conferma l’importanza di un costante monitoraggio dei canali digitali, spesso utilizzati per diffondere messaggi estremisti in modo rapido e capillare, soprattutto tra le fasce più giovani della popolazione.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto