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Ozzy Osbourne dice addio al palco: il Principe delle Tenebre si congeda con un concerto epico a Birmingham

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Cinque anni dopo aver rivelato al mondo di essere affetto dal morbo di Parkinson, Ozzy Osbourne, leggenda assoluta dell’heavy metal, ha spento per sempre i riflettori sulla sua carriera. Lo ha fatto nella sua Birmingham, nello stadio del cuore, il Villa Park, con un concerto-evento da 50.000 spettatori, un autentico canto del cigno ribattezzato “Back to the Beginning”.

Un’icona controversa che ha segnato il rock

Settantasei anni compiuti, il frontman dei Black Sabbath ha incarnato il lato oscuro del rock con una carriera costellata di eccessi, provocazioni e leggenda: dalla colomba decapitata di fronte ai discografici al pipistrello morsicato sul palco, fino alla canzone Suicide Solution che nel 1980 scatenò polemiche per presunta istigazione al suicidio.

Ozzy è stato tutto: profeta del metal, icona ribelle, simbolo dell’autodistruzione e della redenzione. E anche stavolta ha lasciato il segno con uno show che ha messo insieme il gotha dell’hard rock mondiale.

Una line-up stellare e la reunion con i Black Sabbath

A condividere il palco con lui, Steven Tyler (Aerosmith), Billy Corgan (Smashing Pumpkins), i Metallica, i Guns N’ Roses, i Tool, Alice in Chains, Slayer, Pantera e naturalmente gli storici Tony Iommi, Geezer Butler e Bill Ward per una reunion con i Black Sabbath dopo vent’anni, che ha mandato in visibilio lo stadio.

«Ci abbiamo messo 57 anni per suonare al Villa Park, ma ce l’abbiamo fatta», ha scritto Ozzy sui social, salutando i fan con emozione.

Biglietti sold out e marketing surreale

L’evento era sold out in soli sedici minuti. Prezzi da capogiro: oltre 300 euro per i biglietti base, quasi 800 euro per i posti top. Ma Ozzy ha superato anche sé stesso: ha messo in vendita lattine di tè con il suo DNA, a 450 dollari l’una, invitando i fan a clonarlo. Una trovata folle, perfettamente coerente con la sua immagine.

Un addio, forse, ma non una fine

Ozzy Osbourne lascia il palco ma non esce di scena. Resta una delle figure più influenti e affascinanti della musica contemporanea, il principe delle tenebre che ha riscritto le regole del rock. E anche nell’addio ha saputo stupire, emozionare, scioccare. Come solo lui sa fare.

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Annullato il concerto di 50 Cent a Napoli in piazza del Plebiscito: “Colpa degli organizzatori”

Cancellato il concerto di 50 Cent in piazza Plebiscito a Napoli. Dopo John Legend e Mary J. Blige, anche il rapper americano accusa gli organizzatori.

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Dopo gli annunci di Mary J. Blige e John Legend, arriva anche la rinuncia di 50 Cent: il concerto previsto per domani, 8 luglio, in piazza del Plebiscito, è stato ufficialmente cancellato. A comunicarlo è stato lo stesso rapper americano attraverso un post sui suoi canali social.

Le parole del rapper: «Non mi esibirò più a Napoli»

«Non mi esibirò più in piazza del Plebiscito. Lo show è stato cancellato e chi ha acquistato i biglietti sarà rimborsato», ha scritto 50 Cent. «Purtroppo gli organizzatori dell’evento non hanno onorato i termini dell’accordo e non sono in grado di mettere in piedi lo show. Non ho altro che amore per l’Italia e apprezzo sinceramente il vostro sostegno. Tornerò molto presto».

La rassegna Napoli 4Ever perde i suoi protagonisti

Il concerto di 50 Cent faceva parte della rassegna estiva Napoli 4Ever, la stessa che avrebbe dovuto ospitare anche John Legend e Mary J. Blige. Legend, previsto il 7 luglio, aveva già annunciato il forfait il 30 giugno, spiegando: «Speravamo di raggiungere un accordo accettabile con l’organizzatore, ma ciò non è mai avvenuto».

Il mistero dell’organizzazione e il silenzio in piazza

Venerdì scorso, 50 Cent aveva rassicurato i fan con un video su YouTube: «Sarò a Napoli l’8 luglio, non mancate». Ma nei giorni successivi, qualcosa è cambiato. Nessun segnale di preparativi in piazza Plebiscito, nessuna struttura montata, nessuna attività visibile per quello che si annunciava come uno spettacolo imponente.

Le responsabilità della Dream Loud e le dichiarazioni del Comune

A organizzare la rassegna è la società Dream Loud, già al centro delle polemiche per la gestione degli altri eventi saltati. Il Comune di Napoli, attraverso Ferdinando Tozzi, ha fatto sapere che «le carte erano in regola, non c’era motivo per non firmare l’accordo». Tuttavia, la Dream Loud è una realtà poco presente tra le agenzie che normalmente gestiscono artisti di fama mondiale in Italia.

Delusione per i fan e interrogativi aperti

Il forfait di 50 Cent rappresenta un nuovo colpo per i tanti fan napoletani e turisti che avevano acquistato i biglietti. La speranza resta quella di poter rivedere l’artista in una nuova data, ma resta l’amarezza per un’estate musicale che, almeno a Napoli, si sta rivelando un’occasione mancata.

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Sting a Roma, al Parco della Musica tappa del tour mondiale

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Sting sarà il 7 luglio nella cavea dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone per uno degli appuntamenti più attesi del Roma Summer Fest 2025. Il grande musicista fa tappa nella capitale con il suo tour mondiale ”Sting 3.0”. Sul palco avrà accanto il chitarrista e collaboratore di lunga data Dominic Miller e il batterista Chris Maas in una carrellata dei suoi grandi successi. Conosciuto per il suo lavoro innovativo come artista solista e come frontman del gruppo The Police, Sting ha spinto i confini dell’innovazione musicale nel corso della sua carriera lunga e prestigiosa.

Lo ‘STING 3.0’ Tour ha ispirato la nuova canzone, “I Wrote Your Name (Upon My Heart)” pubblicata il 5 settembre 2024 da Cherrytree Music Company/Interscope Records. Sting ha vinto 17 Grammy Award e venduto cento milioni di album in tutto il mondo grazie al suo lavoro combinato come uno degli artisti solisti più caratteristici al mondo e come ex frontman dei Police. Compositore, cantautore, attore, autore e attivista, Sting ha ricevuto anche un Golden Globe, quattro nomination agli Oscar, una nomination ai Tony, il Century Award della rivista Billboard e il Kennedy Center Honors. Il sostegno di Sting a organizzazioni per i diritti umani come il Rainforest Fund, Amnesty International e Live Aid rispecchia la sua arte nella sua portata universale. Insieme con la moglie Trudie Styler, Sting ha fondato il Rainforest Fund nel 1989 per proteggere le foreste pluviali del mondo e le popolazioni indigene.

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Gli Oasis incantano Cardiff nella notte della reunion

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“Hello”. Hanno ricominciato da lì, da una delle loro canzoni più famose gli Oasis nella notte di Cardiff, coi fratelli Liam e Noel Gallagher finalmente insieme dopo 16 anni in una reunion storica: sono saliti sul palco uno di fianco all’altro alzando le braccia, mano nella mano, col pubblico in visibilio. I re del brit-pop hanno incantato con le loro chitarre elettriche e i riff melodiosi i 74 mila spettatori del Principality Stadium col gigantesco tetto chiuso, trasformato da casa del rugby gallese a tempio della musica. “È bello essere tornati”, ha detto Liam durante il primo brano, scatenando altro entusiasmo tra i fan, per poi passare insieme alla band ad un’altra hit, ‘Acquiesce’, in cui entrambi i fratelli hanno cantato insieme, per seppellire l’ascia di guerra: “Abbiamo bisogno l’uno dell’altro”.

E poi ancora il frontman, scatenato, ha commosso il pubblico sottolineando, “È passato troppo tempo”, in una esibizione che dà l’avvio a un tour mondiale con 41 concerti, fra Regno Unito, Irlanda, Stati Uniti, Giappone, Australia e Brasile. La scaletta dei brani ha ripercorso la storia dei grandi successi della band di Manchester, nel pieno dei trentesimi anniversari: l’anno scorso si è celebrato quello del debutto con ‘Definely Maybe’ e il prossimo 2 ottobre toccherà a ‘(What’s the Story) Morning Glory?’. Hanno suonato pezzi come ‘Some Might Say’, ‘Morning Glory’, e ancora ‘Cigarettes and Alcohol’.

La reunion è stata all’insegna di una formazione allargata, quasi una superband, coi Gallagher affiancati dal membro originale degli Oasis, Paul ‘Bonehead’ Arthurs, così come Gem Archer e Andy Bell, entrambi entrati a far parte del gruppo nel 1999 e rimasti nella formazione fino allo scioglimento del 2009. Con loro Joey Waronker, già batterista di Rem e Beck, e Jess Greenfield, che fa parte del progetto parallelo di Noel, The High Flying Birds. E proprio Noel prima di salire sul palco ha detto: “È fatta, non si torna indietro”. I fratelli si sono così lasciati alle spalle il drammatico scioglimento avvenuto sedici anni fa, dopo l’ennesima lite, nel backstage di una loro esibizione durante il festival Rock en Seine a Parigi. La pace, annunciata un anno fa con la notizia del tour, ha visto un processo di riavvicinamento tra i due fratelli e gli altri membri della band iniziato da mesi.

Nel frattempo si è messa in movimento una gigantesca macchina dell’organizzazione, contando che sono stati venduti oltre 900.000 biglietti per il tour. Non sono mancate le polemiche, con lo scandalo per le vendite a prezzi gonfiati dei tagliandi da parte di alcuni siti finiti al centro di una inchiesta nel Regno Unito. Ma questo non ha certo frenato l’entusiasmo dei fan arrivati da tutto il mondo. Lo si è visto già da quando è salito sul palco, prima degli Oasis, Richard Ashcroft, storico frontman dei Verve, attesissima guest star, accolto dal boato del pubblico quando ha intonato ‘Sonnet’ e ‘Space and Time’, pezzi storici della sua formazione, altra protagonista della stagione brit-pop. “Sono così orgoglioso di essere qui in questa serata storica con la più grande band rock”, ha detto un Ashcroft in grande forma e con gli occhiali da sole, che già in passato aveva collaborato con Liam.

Per poi alternare alle hit da solista, come ‘Song for Lovers’, quelle dei gloriosi Verve, da ‘The Drugs Don’t Work’ a ‘Bitter Sweet Symphony’, dedicata ai Gallagher: il pubblico gli ha tributato una standing ovation per l’esibizione. La serata è stata un grande ritorno agli anni Novanta anche se lo spirito della Cool Britannia, con la sua spensieratezza, è molto lontano in tempi d’incertezza. Ma la musica va per conto proprio, al ritmo dei social, e i ventenni di allora e quelli di oggi si sono trovati, accomunati dalla Oasis-mania, con magliette, cappellini e altro vestiario in stile ‘mod’, fra la nostalgia per un tempo andato e la riscoperta di canzoni che fanno sempre emozionare.

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