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Economia

Crescono le imprese dei migranti, sono 660mila

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A Viterbo, Torino e Cremona i romeni. I Cinesi, invece, preferiscono Prato, Fermo e Firenze. Sono queste le province che mostrano la maggiore incidenza di titolari d’impresa stranieri delle tre comunità più numerose nel nostro Paese, alle quali appartiene il 34% delle imprese individuali non italiane. Gli imprenditori provenienti da Marocco, Romania e Cina mostrano anche chiare preferenze nei settori di operatività. Ecco allora che i titolari marocchini registrano un’incidenza maggiore nel commercio mentre i titolari romeni prediligono il settore delle costruzioni. Marocchini e romeni condividono la passione imprenditoriale per i servizi di trasporto, magazzinaggio e noleggio mentre i cinesi operano prevalentemente nel manifatturiero e nelle attività di servizi ricreativi e di intrattenimento.

Questi alcuni elementi che emergono dalla lettura dei dati sulle imprese di stranieri in Italia, elaborati da Unioncamere/InfoCamere nell’ambito di Futurae, Programma Imprese Migranti, promosso dal ministero del Lavoro . “Il contributo che viene all’economia italiana dall’imprenditoria straniera è ancora più apprezzato e necessario visto l’andamento demografico del nostro Paese, un problema a cui non c’è soluzione nel breve periodo”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete.

Al 31 dicembre 2023, il numero di imprese straniere iscritte al Registro Imprese delle Camere di Commercio è pari a 659.709, l’11% delle imprese in Italia. Rispetto a dicembre 2022 l’aumento è stato del 2%, un dato che consolida il trend crescente dell’ultimo quinquennio (+7% rispetto al 2019). Tra gennaio e dicembre 2023 le iscrizioni hanno raggiunto quota 63.701, (+1.034 su 2022) mentre le cessazioni si sono fermate a 36.136 (-109 su 2022), generando un saldo positivo di oltre 27.565 unità. La crescita delle imprese straniere è ascrivibile quasi totalmente all’incremento delle società di capitale, che nell’ultimo anno sono aumentate dell’11%, superando quota 129 mila unità, a fronte di una tenuta delle imprese individuali, che rappresentano tuttavia il 73% del totale. A trainare l’imprenditoria straniera nel 2023 sono stati i settori costruzioni e agricoltura (+5% su base annua), che rappresentano rispettivamente il 24% e il 4% del totale.

Settore più rappresentativo con quasi 203 mila imprese, il commercio registra una lieve frenata (-0,5%) mentre tiene l’industria manifatturiera (+0,5%) dove operano oltre 49 mila imprese. Sotto il profilo territoriale, è la Lombardia con tutto il Nord Ovest, dove si concentrano la maggior parte delle imprese straniere (31%), a mostrare una crescita più sostenuta su base annua (+3,8%), sia rispetto alle regioni del Nord Est (+1,4%) che del Mezzogiorno (+1,1%). In lieve ripresa le regioni del Centro (+0,5%), che detengono il primato per la maggiore incidenza sul totale delle imprese. La provincia con la maggior concentrazione di imprese straniere si conferma Prato, dove l’incidenza è pari al 33,2%, seguita da Trieste (20,6%) e Firenze (18,7%). All’estremo opposto, la provincia con la minore incidenza è Barletta-Andria-Trani con il 2,5%.

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Economia

Alis: transizione ecologica più concreta, Ue miope e dura

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La transizione ecologica deve essere più concreta e meno ideologica, e l’Europa finora “dura e miope” deve aiutare le imprese a crescere e ad essere più competitive non a penalizzarle con regole che alla fine favoriscono i Paesi extra Ue. E’ in sintesi la riflessione che ha trovato convergenza fra i partecipanti all’evento ‘Un caffè a Villa Borghese…la logistica europea al centro degli scenari geopolitici mondiali’ organizzato da Alis, l’associazione logistica dell’intermodalità sostenibile, anche in vista della prossima legislatura europea. Il presidente di Alis, Guido Grimaldi, ha rilevato la strategicità del settore logistico che in Europa dà lavoro a oltre 6 milioni di persone e in Italia a 1,6 milioni.

La stessa associazione è cresciuta negli anni con oltre 2.300 imprese, 82 miliardi di euro di fatturato aggregato e 261.000 lavoratori. Alis punta allo sviluppo dell’intermodalità – sia per i vantaggi economici per imprese e famiglie sia per quelli ambientali con il taglio di emissioni cimalteranti – per la quale, ha ribadito Grimaldi, “occorrono maggiori incentivi pubblici ed auspichiamo pertanto l’aumento della dotazione finanziaria per Sea Modal Shift e Ferrobonus a 100 milioni di euro annui”. Sono necessari poi “interventi per ridurre i costi e i tempi di accesso alle nostre professioni nonché semplificare le relative procedure ed abilitazioni.

C’è infatti l’impegno di spiegare ai giovani “le innumerevoli opportunità lavorative offerte dal comparto”. Il viceministro all’Ambiente e alla sicurezza energetica, Vannia Gava, ha assicurato che “il governo è al fianco delle imprese per la eco transizione, la decarbonizzazione è un punto fermo ma dobbiamo considerare i tempi e la necessaria gradualità per il mondo dell’impresa e la loro riconversione per uno sviluppo sostenibile vero. Dobbiamo tutelare l’ambiente e la salute ma anche l’economia di questo Paese”. Da parte sua il sottosegretario al Lavoro e alle politiche sociali, Claudio Durigon, ha affermato che bisogna “cambiare l’Europa che frena le imprese” e “quello che sarà nell’8 e il 9 giugno sarà un cambiamento, speriamo di spostare questo asse”.

Anche il vice ministro alle Infrastrutture e trasporti Edoardo Rixi si è detto d’accordo che “la commissione europea non sempre ha la sensibilità delle cose, l’abbiamo visto con la tassazione Ets, con la direttiva sui carburanti che il governo italiano è riuscito a bloccare ma che avrebbe creato ulteriori problemi ai nostri operatori”. Rixi auspica “regole omogenee a livello mondiale o almeno tra i paesi che commerciano tra di loro”, “bisogna armonizzare questo processo non creando dei vantaggi competitivi a chi sta fuori dall’Unione europea”.

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Economia

Le scorte di gas in Italia sopra al 71%, nell’Ue al 67%

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Le scorte di gas hanno superato il 71% in Italia a 142,16 TWh. Il dato supera in percentuale la media dell’Unione Europea (67,15% a 760,85 TWh) e piazza l’Italia in seconda posizione per scorte di gas. Prima è la Germania (71,10% a 174,954 TWh), mentre la percentuali di riempimento più alte sono di Austria (77,20% a 76,4 TWh) e Ungheria (73,8% a 49,96 TWh). Terza in stoccaggi è l’Olanda (60,53% a 87,18 TWh), mentre la Francia (56% a 72,15 TWh) è quinta dopo l’Austria.

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Economia

Saipem si aggiudica tre contratti per 3,7 miliardi dollari

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Saipem

Saipem si è aggiudicata tre nuovi contratti da TotalEnergies Ep Angola Block 20, società controllata da TotalEnergies, per il progetto Kaminho relativo allo sviluppo dei giacimenti petroliferi di Cameia e Golfinho, situati a circa 100 chilometri a largo delle coste dell’Angola. L’ammontare totale dei contratti è di 3,7 miliardi di dollari.

Il primo contratto che si è aggiudicato Saipem riguarda l’ingegneria, l’approvvigionamento, la costruzione, il trasporto e il commissioning del mezzo navale Fpso Kaminho (Floating Production Storage e Offloading). Il secondo contratto comprende l’operation & maintenance dello stesso mezzo Fpso per un periodo di 12 anni con una potenziale estensione di 8 anni. Il terzo contratto prevede l’ingegneria, l’approvvigionamento, la fornitura, la costruzione, l’installazione, il pre commissioning e l’assistenza per il commissioning e la fase di start-up di un pacchetto subsea umbilicals, risers & flowlines, che include circa 30 chilometri di condotte. Le strutture associate saranno fabbricate nello stabilimento locale di Saipem ad Ambriz.

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