Boom di ricavi e profitti per Poste Italiane nel 2023, con una cedola ancora più ricca per gli azionisti. Il gruppo guidato da Matteo Del Fante archivia l’anno con ricavi in rialzo del 5,4% a 12 miliardi di euro, un utile netto di 1,9 miliardi (+22,1%) e un risultato operativo (Ebit) al record di 2,62 miliardi (+9,4%), più che raddoppiato rispetto al livello del 2017 e in linea con la guidance del 2023 pari a 2,60 miliardi. Alla luce di questi risultati Poste alza il dividendo per i soci a 0,80 euro per azione, per un ammontare totale di dividendi per il 2023 di un miliardo.
La cedola verrà pagata a giugno e con questa “avremmo distribuito 6 miliardi ai nostri azionisti da quando ci siamo quotati” nel 2015, ha sottolineato Del Fante, facendo presente che il dividendo è salito ad un tasso annuale dell’11% nel corso degli anni. I conti del gruppo sono stati spinti in modo particolare da “un solido contributo da pagamenti e servizi finanziari”, sottolinea Poste: nei servizi finanziari i ricavi ammontano a 5,2 miliardi di euro (+5,9%), con le attività finanziarie investite pari a 581 miliardi, sostenute da una raccolta netta retail di oltre 1,2 miliardi, mentre i ricavi di pagamenti e mobile sono in crescita del 27,5% su base annua a 1,4 miliardi nel 2023. Inoltre nella divisione corrispondenza, pacchi e distribuzione è stato raggiunto il break even di settore per il 2023 con ricavi di 3,7 miliardi (+2,6%) ed “in anticipo rispetto alle previsioni”.
Per quanto riguarda l’offerta Poste Energia, ad oggi registra oltre 500mila contratti sottoscritti. Sul fronte opposto, i costi totali nel 2023 sono pari a 9,41 miliardi, in crescita del 4,3% su base annua, e comprensivi di un pagamento di 133 milioni di euro come bonus una tantum per i dipendenti. “Questi risultati sono figli della visione strategica di posizionare la nostra azienda nei servizi di cui i nostri clienti hanno bisogno”, ha detto l’amministratore delegato, commentando i dati. “Il nostro modello di business diversificato, resiliente e sostenibile e la continua razionalizzazione dei costi sono una prova concreta della nostra strategia unica e vincente”, ha sottolineato Del Fante, assicurando che il gruppo “continuerà a crescere e a creare valore per tutti i nostri stakeholder”. Sempre l’a.d ha annunciato per il 20 marzo la presentazione del piano. Per la fine dello stesso mese, però, sarà impossibile rinnovare il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di Poste, scaduto il 31 dicembre scorso.
“Il tavolo con i sindacati sul rinnovo del contratto è stato avviato ma al 90% non saremo in grado di raggiungere un accordo formale entro il 28 marzo”, ha indicato Del Fante, rispondendo ad una domanda nella conference call con gli analisti. “Abbiamo un track record di sette anni di ottime relazioni con i sindacati, non c’è fretta”, ha detto spiegando che “purtroppo i tempi sono stretti, di solito i tempi di rinnovo per un contratto sono 9 mesi e cercare di firmarlo in tre mesi è impossibile”. Circa l’indagine dell’Antitrust sull’offerta energia di PostePay, il numero uno di Poste ha detto che “rispettiamo il lavoro dell’Autorità, siamo ottimisti”. E nel giorno della diffusione dei conti, Poste ha annunciato anche la nomina di Giuseppe Lasco, già condirettore generale, come nuovo direttore generale. Contestualmente Del Fante ha rimesso la carica di d.g. “Da oggi io sono amministratore delegato e Giuseppe Lasco, con grande soddisfazione mia, è il nuovo direttore generale di tutta l’azienda”, che così potrà contare su un vertice ancora “più solido e unito”, ha commentato l’a.d di Poste.