Ammassi di stelle e fisica quantistica, matematica, cambiamento climatico e genetica: l’enorme quantità di dati che arriva da questi campi di frontiera della scienza ora potrà essere studiata con l’aiuto del primo sistema di intelligenza artificiale addestrato a capirli tutti. Questa sorta di poliglotta della ricerca si chiama Polymathic AI, un nome che evoca la capacità di immagazzinare le conoscenze più diverse, utilizza la stessa tecnologia alla base di ChatGpt ma con la garanzia di una precisione maggiore, ed è stata voluta da un gruppo internazionale di ricerca guidato dalle Università di Cambridge, Princeton e New York, dal Lawrence Berkeley National Laboratory e la Simons Foundation con il suo Flatiron Institute.
“Vogliamo rendere tutto pubblico. Vogliamo democratizzare l’intelligenza artificiale per la scienza in modo tale che, in pochi anni, saremo in grado di fornire alla comunità un modello pre-addestrato che possa aiutare a migliorare le analisi scientifiche in un’ampia gamma varietà di problemi e ambiti”, scrive sul sito del progetto una delle responsabili, Shirley Ho, coordinatrice del gruppo di lavoro in Astrofisica computazionale del Flatiron Institute di New York. In un momento in cui tra le discipline avvengono continue sovrapposizioni, “Polymathic AI può indicarci punti in comune e connessioni tra diversi campi della scienza che potrebbero essere sfuggiti”, osserva l’astrofisico computazionale Siavash Golkar, del Flatiron Institute.
Dopo un lungo periodo che ha visto moltiplicarsi i sistemi di apprendimento automatico specializzati in ambiti particolari, per i ricercatori è il momento di abbattere le barriere per avere una visione globale. Nato per iniziativa di un piccolo gruppo di matematici, fisici, esperti di informatica e neuroscienze, il nuovo sistema di IA è stato presentato in una serie di articoli online su arXiv, la piattaforma che accoglie gli articoli non ancora sottoposti al vaglio della comunità scientifica. L’obiettivo, scrivono i ricercatori sul sito del progetto, è “inaugurare una nuova classe di apprendimento automatico per i dati scientifici, costruendo modelli in grado di sfruttare concetti condivisi tra le discipline”, al fine di “sviluppare, formare e rilasciare tali modelli di base affinché possano essere utilizzati dai ricercatori di tutto il mondo”.
A differenza di ChatGpt, il nuovo sistema di IA dedicato alla scienza non è addestrato a lavorare con parole e frasi, ma con dati numerici e simulazioni relativi a qualsiasi disciplina scientifica, dall’astrofisica alla genomica. “Tutto questo – rileva Ho – cambierà completamente il modo di utilizzare l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico nella scienza”. Polymathic AI riesce a imparare facilmente il linguaggio tecnico di discipline diverse imitando quello che avviene in chi studia molte lingue: è come “imparare una nuova lingua quando se ne conoscono già cinque”, osserva Ho. E’ un nuovo strumento, capace di entrare in qualsiasi laboratorio: “i ricercatori di tutto il mondo potranno utilizzarlo: è entusiasmante”, osserva un altro degli autori del progetto, Miles Cranmer, del dipartimento di Matematica applicata e fisica teorica e dell’Istituto di Astronomia di Cambridge.