Tre giornate di incontro e di studio per Fondazione Veronesi e i ricercatori e ricercatrici dell’IRCCS Neuromed. Un’importante alleanza scientifica per lo studio dei rapporti tra alimentazione e tumori
A poco più di sei mesi dalla sua inaugurazione, per la Piattaforma di ricerca del Progetto UMBERTO (Verso Una rinnovata epideMiologia nutrizionale e Biologica pEr la salvaguaRdia della saluTe e la prevenziOne dei tumori) è il momento di valutare i progressi e definire con precisione gli avanzamenti futuri. È per questo motivo che una delegazione di Fondazione Veronesi ha visitato il Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS).
Nel corso di tre giorni Fondazione Veronesi ha potuto fare il punto con i ricercatori Neuromed che, grazie al finanziamento di Fondazione, stanno portando avanti una ambiziosa iniziativa: definire, grazie a strumenti avanzati e all’uso delle nuove tecnologie informatiche di Big Data e Intelligenza Artificiale, i rapporti che legano gli stili di vita, soprattutto l’alimentazione e in particolare la Dieta Mediterranea, con il rischio di insorgenza di alcuni tumori.
“Con questo progetto – spiega Maria Benedetta Donati, Direttore del Neuromed BioBanking Center – stiamo osservando la dieta mediterranea da nuove angolazioni, per capire come gli alimenti caratteristici della Dieta mediterranea possano influenzare il nostro rischio a lungo termine di sviluppare un tumore, in particolare al seno, colon-retto e prostata”.
Uno dei punti di forza del Progetto UMBERTO, che prevede un impegno da parte dei ricercatori della durata di cinque anni e un investimento di 1.030.000 euro da parte di Fondazione Veronesi, è nell’analisi dei dati del Progetto Moli-sani, il grande studio epidemiologico che ha coinvolto oltre 24.000 cittadini del Molise. E la lente dei ricercatori e delle ricercatrici si sta ora focalizzando sulla comprensione di come ciò che mangiamo possa ripercuotersi sulla nostra salute.
“Riteniamo che sia fondamentale investire sempre più numerose risorse non solo per migliorare le terapie e la diagnosi dei tumori, ma anche per prevenirne l’insorgenza. Con questa innovativa piattaforma – afferma Monica Ramaioli, Direttore Generale di Fondazione Veronesi – si apre un nuovo fronte di ricerca che vede Fondazione sempre più attiva nella progettazione e costruzione di collaborazioni tra illustri istituti volti all’individuazione di nuove e personalizzate linee di ricerca per la prevenzione e la cura dei tumori”.
“Grazie ai Big Data e all’Intelligenza Artificiale, la ricerca scientifica può ottenere risultati sempre più precisi e significativi. Quello che ci aspettiamo dal progetto è che emergano elementi per poter trasformare le indicazioni sulla prevenzione da generiche a personalizzate. Gli effetti degli stili di vita sulla salute non sono uguali per tutti, come non lo è il rischio di tumori. Il Progetto UMBERTO ci porterà sempre più vicini a identificare quale sia il miglior approccio alla prevenzione primaria, nell’alimentazione come negli altri stili di vita, considerando le diversità e le caratteristiche proprie di ciascuna persona.” – sottolinea Elena Dogliotti, Biologa Nutrizionista e Supervisore Scientifico per Fondazione Veronesi.
I primi risultati di questa alleanza scientifica stanno già arrivando, con studi già pubblicati che affrontano diversi aspetti del rapporto alimentazione-salute. A cominciare da un aspetto ancora poco conosciuto: l’infiammazione subclinica o di basso grado. “Sappiamo – spiega la ricercatrice Marialaura Bonaccio, responsabile del progetto UMBERTO – che l’infiammazione di basso grado è un fattore predisponente per le malattie cronico-degenerative. E un recente studio svolto nell’ambito del progetto ha rivelato che l’adesione alla dieta mediterranea per un periodo prolungato di tempo può ridurre questa infiammazione. In particolare, l’aumento del consumo di grassi buoni, come quelli presenti nell’olio d’oliva, e di cereali si è rivelato particolarmente efficace nel ridurre l’infiammazione”.
“Un altro studio – prosegue Maria Benedetta Donati – ha esaminato il legame tra l’alimentazione e il rischio di sviluppare tumori del sistema nervoso centrale. In questo caso sono stati studiati specificamente i cibi ultra-processati, quelli che vengono sottoposti a più fasi di lavorazione, come possono essere, ad esempio i cibi pronti o le merendine confezionate, ma anche alimenti ‘insospettabili’, come lo yogurt alla frutta. I risultati della ricerca fanno pensare che un incremento nell’assunzione di cibi ultra-processati si associ a un rischio maggiore di sviluppare tumori del sistema nervoso centrale”.
Infine, una ricerca, svolta nell’ambito del Progetto UMBERTO, ha mostrato come l’aumento, nel corso degli anni, del consumo di fibre e di grassi monoinsaturi, due elementi fondamentali per la salute, possa ridurre i fattori di rischio comuni alle malattie cardiovascolari e ai tumori.
Giovanni de Gaetano, Presidente di Neuromed
I primi risultati del Progetto UMBERTO ribadiscono l’importanza della dieta mediterranea nel prevenire e controllare lo sviluppo di tumori e di malattie croniche. Un campo di ricerca che ha visto importanti progressi negli ultimi anni, ma dove c’è ancora molto da scoprire. “Questo incontro con Fondazione Veronesi – commenta Giovanni de Gaetano, Presidente dell’IRCCS Neuromed – è stata un’occasione importante per fare il punto sulle ricerche in atto e sugli obiettivi della nostra piattaforma comune di ricerca. Comprendere meglio il legame tra la dieta mediterranea e i tumori, educando meglio la popolazione sull’importanza di una dieta equilibrata, è un elemento fondamentale della prevenzione del futuro. Significa non solo evitare sofferenze e morti premature, ma anche incidere in modo positivo sull’intero Sistema Sanitario Nazionale”.
Bonaccio, M., Costanzo, S., Di Castelnuovo, A., Gialluisi, A., Ruggiero, E., De Curtis, A., … & Iacoviello, L. (2023). Increased Adherence to a Mediterranean Diet Is Associated with Reduced Low-Grade Inflammation after a 12.7-Year Period: Results from the Moli-sani Study. Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics, 123(5), 783-795. https://doi.org/10.1016/j.jand.2022.12.005
Esposito, S., Bonaccio, M., Ruggiero, E., Costanzo, S., Di Castelnuovo, A., Gialluisi, A., … & MEDICEA Study Investigators. (2023). Food processing and risk of central nervous system tumours: A preliminary case–control analysis from the MEditerranean DIet in relation to CancEr of brAin (MEDICEA) study. Clinical Nutrition, 42(2), 93-101. https://doi.org/10.1016/j.clnu.2022.11.016
Ruggiero, E., Di Castelnuovo, A., Costanzo, S., Esposito, S., De Curtis, A., Persichillo, M., … & Bonaccio, M. (2022). Incremental monounsaturated to saturated fat ratio and fibre consumption is associated with a reduction in a composite score of modifiable cardiovascular risk factors: Prospective results from the Moli-sani study. European Journal of Clinical Nutrition, 76(12), 1697-1704. https://doi.org/10.1038/s41430-022-01185-4
Fondazione Umberto Veronesi ETS Nasce nel 2003 per volontà del Professor Umberto Veronesi per promuovere il progresso scientifico, concentrando il proprio operato in due aree: finanziamento alla ricerca scientifica d’eccellenza, motore del progresso scientifico, e divulgazione scientifica, perché le scoperte della scienza diventino patrimonio di tutti. Durante questi vent’anni Fondazione ha creato le basi per un nuovo modello di sviluppo della scienza, introducendo un criterio inedito nel nostro Paese: investire nella cultura scientifica per creare una nuova generazione di scienziati e di cittadini consapevoli dei progressi della ricerca. Per Fondazione Umberto Veronesi, cultura scientifica significa utilizzo sociale degli obiettivi e dei risultati della scienza.
IRCCS Neuromed L’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Neuromed di Pozzilli (IS) rappresenta da anni un punto di riferimento a livello italiano ed internazionale per la prevenzione, la diagnosi e la terapia nel campo delle malattie del sistema nervoso e dei tumori. Nell’IRCCS Neuromed i medici, i ricercatori, il personale e gli stessi pazienti formano una alleanza rivolta a promuovere la consapevolezza sull’importanza degli stili di vita, e dell’alimentazione in particolare, nel potenziare la salute e a garantire il miglior livello di assistenza e cure all’avanguardia, guidate dagli sviluppi scientifici della ricerca più avanzata.
I consumi fuori casa legati alla ristorazione in Italia hanno raggiunto a giugno i 66 miliardi di euro annui (+14% sul corrispondente periodo precedente) e, sebbene l’attenzione per l’aumento dei prezzi resti alta, solo un consumatore su 10 ha dichiarato di avere avuto qualche difficoltà, mentre la maggior parte non ha cambiato le proprie abitudini. Emerge dai dati di Circana, azienda nata dalla fusione tra Information Resources, Inc e il gruppo Npd, presentati in vista di Host, il Salone della ristorazione e dell’ospitalità professionale, in calendario a Fiera Milano dal 13 al 17 ottobre. Lo studio evidenzia anche la crescita del ‘senso di comunità anche fuori casa tra i consumatori’. Il 72% si aspetta che i ristoranti siano inclusivi e soddisfino anche chi ha diete o esigenze alimentari, il 56% pensa che la tecnologia aiuti, il 40%, grazie alle app e al digitale, si gode di più l’esperienza in bar e ristoranti e al 46% piace usarli per interagire con i luoghi frequentati. L’innovazione è anche contaminazione, ibridazione e offerta rinnovata. La ristorazione in Italia infatti è percepita ancora come troppo tradizionale (36%) rispetto all’estero dove la contaminazione tra cucine diverse è forte.
Così il 48% dei consumatori si aspetterebbe innovazioni su ricette e sapori. Ad Host, ha ricordato il direttore di Manifestazioni Fiera Milano, Simona Greco, si troveranno tutti i prodotti del settore, dalla piccola macchina del caffè fino ai grandi macchinari per pastifici o pasticcerie. Sono attesi più di 2.000 espositori, dei quali il 40% internazionali da 50 Paesi. Oltre 600 buyers saranno portati da Ice. “Aiuteremo a scoprire le eccellenze della cucina italiana – ha detto ill presidente Matteo Zoppas – Il food ha prodotto esportazioni per 25 miliardi di euro, il 7,9% in più rispetto stesso periodo del 2022”. “Una importate occasione per questo settore dell’industria italiana composto da tante aziende, magari piccole, che lavorano silenziose, ma sono leader nel mondo per i loro comparti – ha aggiunto Greco – Il salone servirà a aziende e buyer anche per testare il mercato, capire come cambia il mondo dei consumi e per la formazione soprattutto in relazione all’ l’innovazione tecnologica”.
Nerio Alessandri, il fondatore e presidente di Technogym, noto come il principale produttore mondiale di attrezzi per il fitness e il benessere, ha deciso di portare il concetto di benessere al centro di Milano, con l’ambizioso obiettivo di trasformarla nella “prima wellness city.” Alessandri, 62 anni e con un patrimonio stimato di 1,5 miliardi di dollari secondo Forbes, è determinato a far sì che Milano diventi un esempio di stile di vita sano e sostenibile.
La sua Wellness Foundation, attiva da 20 anni, è stata all’origine del concetto di “wellness valley” nella regione della Romagna, un distretto del benessere che coinvolge ospedali, settore fitness, aziende, hotel, scuole e amministrazioni locali. Ora, Alessandri vuole replicare questo successo a Milano, sfruttando l’entusiasmo generato dai Giochi Olimpici invernali Milano-Cortina 2026.
Secondo Alessandri, la “wellness economy” può evolvere la “green economy,” aggiungendo alla centralità dell’ambiente la centralità della persona. Per farlo, il primo passo è cambiare la cultura, promuovendo la prevenzione sulla base di ricerca ed educazione.
Un’analisi dello stato di salute della città di Milano ha rivelato una serie di sfide significative. Mentre l’aspettativa di vita è in aumento, la salute delle persone è buona solo fino a circa 60 anni, dopodiché si verificano molte malattie croniche. Uno stile di vita sedentario e una dieta poco equilibrata contribuiscono all’obesità e al sovrappeso, aumentando la spesa sanitaria pubblica.
Alessandri ritiene che la chiave per affrontare questa sfida sia cambiare la cultura, promuovendo la prevenzione e l’educazione. Questo significa incoraggiare le persone a fare più attività fisica e adottare una dieta più sana. Il benessere, secondo Alessandri, non riguarda solo l’aspetto fisico ma anche la mente e il benessere mentale.
La Fondazione Wellness ha già avviato progetti in Romagna per promuovere il benessere, coinvolgendo scuole, aziende, ospedali e altre istituzioni. Alessandri vuole ora replicare questa iniziativa a Milano, coinvolgendo una varietà di settori tra cui moda, alimentazione, fitness, arte, turismo e scienza.
Il suo obiettivo è creare un gruppo di lavoro che metta insieme le competenze già presenti sul territorio, coinvolgendo amministrazioni locali, università, centri di ricerca e imprese. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita della popolazione milanese, attrarre talenti e investimenti e ridurre la spesa sanitaria.
La sfida è lanciata, e Nerio Alessandri è determinato a fare di Milano un esempio di benessere e sostenibilità che possa ispirare altre città in tutto il mondo.
Palitana è la prima città vegetariana al mondo. E lo è perchè l’intera popolazione ha fatto questa scelta: al suo interno non è possibile commercializzare carne, pesce, frutti di mare o uova. La città si chiama Palitana, nel distretto indiano di Bhavnagar, è la prima città vegetariana al mondo dopo che il suo governo ha bandito il massacro di animali nel 2014. A seguito delle proteste di circa duecento monaci, che hanno fatto uno sciopero della fame per dimostrare che avrebbero preferito la propria morte piuttosto che consentire il continuo sfruttamento, omicidio e consumo di animali nella zona.
Nel paese indiano ci sono tra i 4 e i 5 milioni di persone che seguono la religione giainista, e tutti si oppongono alla crudeltà verso gli animali.
Questa dottrina emerse nel VI secolo a.C e proclama un percorso filosofico salvifico non centrato sull’adorazione di alcun dio e i cui sforzi sono orientati a dirigere la coscienza dell’anima verso uno stato divino e liberatorio.
Il giainismo, tradizionalmente noto come Jain Dharma, crede che gli animali e le piante, così come gli umani, contengano anime viventi. Pertanto, i giainisti seguono una dieta rigorosamente vegetariana. Il giainismo presenta una prospettiva uguale di tutti gli esseri, indipendentemente dalle differenze nella forma fisica. Gli umani sono i soli detentori dei sei sensi: vista, udito, gusto, olfatto, tatto e pensiero; Pertanto, ci si aspetta che siano responsabili di tutti gli altri esseri, essendo compassionevoli, altruisti, impavidi, razionali e misericordiosi.
“L’essenza del giainismo è la preoccupazione per il benessere di ogni essere nell’universo e per la salute dell’universo”. Virat Sagar Maharaj, un monaco, ha dichiarato: “Tutti in questo mondo, siano essi un animale o un essere umano, tutti hanno il diritto di vivere”.
La città non è ancora vegana, quindi è consentito a livello legale, almeno per ora, il consumo di prodotti lattiero-caseari.