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Europei di ritmica, Sofia Raffaeli è d’argento

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Da campionessa del mondo a vicecampionessa d’Europa. Sofia Raffaeli non riesce a bissare a livello continentale il titolo iridato conquistato l’anno scorso, ma quella della 19enne marchigiana è comunque un’impresa, dato che prima d’ora nessuna atleta individuale azzurra aveva conquistato una medaglia nel concorso generale europeo, riuscendoci solo nelle finali di specialità. A salire sul gradino più alto del podio è stata la bulgara Boyana Kaleyn e anche la medaglia di bronzo è andata ad un’atleta della Bulgaria, Stiliana Nikolova. La Bulgaria ha anche vinto l’oro nell’all around a squadre, davanti a Israele e Azerbaigian, con le azzurre che hanno chiuso al quinto posto. Al 39/o Campionato continentale di ginnastica ritmica, in Azerbaijan, l’atleta delle Fiamme Oro ha totalizzato 129.550 punti, rispetto ai 131.000 della vincitrice, solo di un soffio avanti alla Nikolova (129.500) che ha compromesso la sua gara sull’ultimo attrezzo, il nastro. Un risultato di prestigio per Raffaeli, che però si è detta ‘non soddisfatta’ della sua prestazione. “Sono felice della mia gara perché ho fatto tutti gli attrezzi senza errori ma so di non aver dato il massimo – ha dichiarato in mixed zone -. Ho comunque una medaglia d’argento al collo che ripaga di tutto il lavoro fatto. Per strategia io e la mia allenatrice Julie abbiamo deciso di togliere qualche difficoltà, soprattutto alla palla, ma forse ho tolto un po’ troppo”.

Raffaeli è comunque reduce da una stagione di grandi successi. Dopo i 5 ori ai Mondiali 2022 di Sofia, le 14 medaglie nel circuito di World Cup 2023 e il settimo scudetto consecutivo per la Ginnastica Fabriano, la ‘formica atomica’ – come amichevolmente l’hanno soprannominata – è pronta per le finali di specialità di domani che la vedranno protagonista a cerchio, palla e clavette. L’altra azzurra in pedana oggi, Alexandra Agiurgiuculese, ha terminato la sua gara in 12/a posizione con 118.750 punti, ma domani cercherà il riscatto nella finale alle clavette. Sempre oggi, le ‘farfalle’ hanno chiuso al quinto posto il concorso all around a squadre, ma si sono qualificate per entrambe le finali di specialità di domani. La medaglia d’oro è stata vinta dalla Bulgaria, con 68.050 punti, l’argento è stato conquistato da Israele (67.300) e il bronzo dalle padrone di casa dell Azerbaigian (65.400). Le azzurre hanno realizzato un punteggio di 63.150, superate anche dalla Spagna.

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Ranieri lascia il Cagliari, ‘giusto andare via adesso’

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La decisione era nell’aria. Se l’aspettavano i tifosi, dopo la salvezza conquistata battendo il Sassuolo con una giornata d’anticipo. Claudio Ranieri, compiuta l’ennesima impresa della sua straordinaria carriera – cominciata proprio a Cagliari nel 1988 con la doppia promozione dalla C alla A – lascia la panchina rossoblù a fine stagione. In un video messaggio ai tifosi, il 72enne tecnico romano, però, non fa cenno del suo futuro. Continuerà ad allenare o smetterà? Di sicuro le offerte non mancano. Anche se lo stesso Ranieri ha detto più volte che il Cagliari sarebbe stato il suo ultimo club e che magari avrebbe continuato ad allenare una nazionale.

“Cagliari è e sarà sempre la tua casa. Per sempre grati, Mister”, scrive la società del presidente Giulini sul sito, in un lungo post in cui si ripercorre la carriera di Ranieri, con le sue tante imprese. La prima, nella stagione 1988/89: promozione in Serie B. L’ultima, appena domenica scorsa. Vittoria al Mapei Stadium 2-0 contro il Sassuolo e sardi matematicamente salvi. Senza aspettare l’ultima giornata, contro la Fiorentina. Che a questo punto diventerà il Ranieri day. Con tutto lo stadio che acclamerà l’uomo dei miracoli. Oltre Manica, a Leicester ne sanno qualcosa.

“Il mio viaggio è iniziato nell’88. Tre anni stupendi, poi sono andato via e sono diventato grande. Dopo la promozione in A, che magari non ci aspettavamo così immediata quando arrivai a gennaio, e questa salvezza mi sembra giusto lasciare – afferma Ranieri -. È una decisione sofferta, dura, presa a malincuore ma è giusto lasciare adesso. Preferisco andare così e non magari stare un altro anno e le cose non vanno bene. Già avevo paura nel tornare, temevo di macchiare i tre anni che ho vissuto qua e che mi hanno riempito il cuore. Nei momenti di difficoltà mi attaccavo a Cagliari e a quest’Isola felice. E non volevo venire, poi quando lessi le parole di Gigi Riva (“Claudio è uno di noi”) sono tornato. Mi son detto lasciamo stare gli egoismi e andiamo a rischiare. Adesso è giunto il momento di lasciarci. Mi auguro di essere ricordato come una persona positiva, che ha chiesto aiuto ai cagliaritani e ai sardi, senza di loro non ce l’avremmo fatta, il pubblico è stato l’uomo in più, non ci ha mai abbandonato. Ho vissuto un anno e mezzo meraviglioso. Giovedì ci sarà l’ultima partita e vi abbraccerò calorosamente”.

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Il Napoli in ritiro a Castel di Sangro, attesi in 140mila

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“Il Napoli porta sempre grande movimento e interesse. La delusione sul campo non inciderà sull’indotto turistico ed economico. In Alto Sangro ci aspettiamo le stesse presenze dello scorso anno”. A dirlo è Giovanni Dell’Armi, albergatore che gestisce alcune strutture ricettive a Castel di Sangro (L’Aquila), città in fermento per il ritorno del Napoli Calcio, che sarà in ritiro dal 28 luglio al 2 agosto, quest’anno senza trofei, ma con lo stesso entusiasmo.

In città sono attese 140mila persone, in linea con il dato registrato nell’estate 2023. L’effetto Napoli si vedrà non solo sulle presenze negli alberghi, ma anche sull’occupazione. Gli operatori, infatti, in vista dell’estate, stanno reclutando forza lavoro. “Lo scorso anno abbiamo avuto un dieci per cento in più di assunzioni negli alberghi. Anche quest’anno ci attestiamo su questa soglia” continua Dell’Armi. Si dice fiducioso anche Dario Colecchi di Federturismo, secondo il quale “il Napoli è diventato un culto per l’Alto Sangro e le prenotazioni sono già buone”.

Lo scorso anno con il Napolicampione si erano registrate oltre 100mila presenze e 7500 accessi allo stadio ‘Patini’ solo per gli allenamenti. Diecimila tifosi al giorno si erano riversati nel capoluogo sangrino per strappare un selfie con i partenopei. Il ritiro estivo aveva portato un incremento del 30 per cento sul mercato immobiliare e assunzioni negli alberghi in risalita del 10 per cento rispetto all’anno precedente.

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Roland Garros, Sinner vola a Parigi per conquistare il numero 1 della classifica mondiale

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La sensazione è che Jannik Sinner a Parigi giocherà. Troppo ghiotta per l’italiano l’occasione di poter conquistare il numero 1 della classifica mondiale. E così – dopo la rinuncia forzata agli Internazionali e il riposo a Montecarlo per l’infortunio all’anca e la conseguente terapia riabilitativa – l’italiano ha deciso di raggiungere la capitale francese con l’obiettivo di prender parte al secondo Grande Slam della stagione. L’ultima risonanza alla quale si è sottoposto non rileva problemi ma per la certezza sulla sua partecipazione ci sarà da attendere. Sinner si allenerà sui campi in terra rossa sotto la Tour Eiffel e soltanto dopo scioglierà le ultime riserve. Il Roland Garros inizia ufficialmente il 26 maggio, mentre in questi giorni sono in corso le qualificazioni. Il tabellone con i nomi degli iscritti è in via di definizione ma, come consuetudine, sarà pubblicato soltanto a ridosso dell’appuntamenti. La sensazione – come detto – è che in cima alla lista dei partecipanti ci sarà quasi certamente il nome di Sinner. L’altoatesino si è allenato a Montecarlo con la racchetta, provando movimenti sotto sforzo.

Ma i segnali positivi sono numerosi, anche quelli fatti trapelate dal suo team via social. Nella località monegasca l’aveva raggiunto dall’Australia anche coach Darren Cahill: difficile che l’ex campione decida di venire in Europa se non per un impegno importante quale può essere uno Slam. I problemi all’anca sembrerebbero superati e gli allenamenti sulla terra sembrano propedeutici proprio per i match parigini. Per raggiungere la vetta della classifica Atp, tra l’altro, Sinner non è chiamato necessariamente a vincere il torneo transalpino. Molto, infatti, dipenderà da Novak Djokovic che dovrà difendere i punti ottenuti lo scorso anno grazie alla vittoria del torneo. Il serbo ha 9.860 punti, ai quali può potenzialmente aggiungerne altri 250 vincendo il torneo di Ginevra. L’italiano ha 8770 punti e, se Djoko non arriverà in finale, diventerà primo. Se Nole invece dovesse arrivare in finale ma perdendola, Sinner dovrebbe almeno raggiungere la semifinale.

Se invece il campione della Val Pusteria dovesse arrivare in finale, al serbo sarebbe necessario vincere sia a Ginevra sia a Parigi. Alle loro spalle c’è Carlos Alcaraz che non può in nessun modo superare Sinner. Ma l’attenzione del pubblico parigino e di tutti gli appassionati di tennis è anche per Rafa Nadal. Il re indiscusso del torneo – lo ha conquistato 14 volte – è stato accolto ieri da un’ovazione al suo ingresso al campo di allenamento. La classifica deficitaria, dovuta allo stop forzato di un anno, relega lo spagnolo tra coloro che potrebbero affrontare un big già al primo turno. Il sorteggio addirittura potrebbe opporlo proprio a Sinner. In campo femminile la corsa è su Iga Swiatek: la polacca è la donna da battere. Ci proverà ancora una volta la bielorussa Iryna Sabalenka in un duello che sta segnando un’era tennistica. L’Italia punta su Jasmine Paolini nel singolo. Nel doppio la vittoria della stessa Paolini in coppia con l’eterna Sara Errani agli Internazionali di Roma, lascia ben sperare anche per il Roland Garros e, magari, anche per le Olimpiadi che si disputeranno sempre sulla terra rossa parigina.

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