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Von der Leyen a Kiev: qui difesi i valori dell’Ue

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Il controcanto di Kiev al Giorno della Vittoria russo lo intona Ursula von der Leyen visitando la capitale ucraina nel suo primo 9 maggio trasformato in Giornata dell’Europa. “E’ qui che i valori a noi cari vengono difesi ogni giorno”, ha sottolineato la presidente della Commissione Ue arrivando in città dopo l’ennesimo attacco missilistico notturno per una giornata fortemente simbolica che segna un ulteriore spostamento ucraino verso ovest, sempre più lontana dal mondo sovietico ormai divenuto sinonimo di invasione. Ma non è solo di idee e principi che si è parlato tra la leader Ue e il presidente ucraino Zelensky, che ringraziando l’Europa per il suo sostegno ha ribadito la necessità di accelerare sulle munizioni e sull’adesione dell’Ucraina all’Unione, e ha definito “inaccettabile” il blocco sul grano in atto dai Paesi vicini. Al fianco di Von der Leyen, Zelensky ha ribadito il paragone tra la Russia di Putin e la Germania di Hitler, sottolineando che “l’Europa è stata resa possibile dalla sconfitta del male dell’aggressione” e “insieme oggi stiamo combattendo di nuovo il male dell’aggressione che la Russia ha riportato nel nostro continente”.

Quindi, come 78 anni fa, “abbiamo bisogno di una nuova vittoria”. In risposta, Von der Leyen ha sottolineato come oggi Kiev sia “il cuore pulsante dei valori europei” e che in questo momento “l’Ucraina è in prima linea nella difesa della nostra libertà e democrazia”. La leader Ue ha assicurato a Zelensky solidarietà “per tutto il tempo che sarà necessario”, aggiungendo che a suo dire Putin “ha già fallito”. La Giornata dell’Europa – macchiata dalla morte di un giornalista dell’Afp, Arman Soldin, ucciso dal lancio di razzi nei dintorni di Chasiv Yar, vicino a Bakhmut, quotidianamente presa di mire dalle forze russe – è stata anche l’occasione per i due di fare il punto sui dossier più caldi tra Ue e Ucraina. Primo tra tutti quello delle munizioni, fondamentali per permettere al Paese di sopravvivere all’invasione.

“Ho ringraziato Ursula per la prontezza dell’Unione europea nel fornire all’Ucraina le munizioni necessarie”, ma resta “la questione chiave della velocità di consegna, perché ne abbiamo bisogno ora sul campo di battaglia”, ha esortato Zelensky. Da parte sua, Von der Leyen ha sottolineato che assicurare i proiettili all’Ucraina resta “la priorità” dell’Ue, impegnata nella consegna di munizioni dalle riserve degli Stati membri e nel promuoverne un’ulteriore produzione. Altro tema chiave è quello delle sanzioni, con l’Ue che si appresta a varare il suo undicesimo pacchetto. “Contiamo sul fatto che venga approvato nel prossimo futuro. Una parte dovrebbe riguardare anche il settore nucleare” russo, è stato l’auspicio del presidente ucraino. In questo senso, Von der Leyen ha spiegato che la nuova tranche riguarderà “l’adozione di misure contro l’elusione” delle restrizioni in vigore per “chiudere le scappatoie esistenti”, ma la Commissione continuerà a spingere sugli Stati membri per varare misure anche contro Rosatom.

Sull’adesione dell’Ucraina all’Ue, per Zelensky “è tempo di una decisione positiva per aprire i negoziati, e contiamo sul fatto che a giugno venga presentata una valutazione positiva sui progressi dell’Ucraina”. A questo proposito, “fiducia” è stata espressa da Von der Leyen che ha evidenziato i “molti progressi fatti dall’Ucraina”. Così si guarda al mese prossimo per il report orale e a ottobre per quello scritto per una possibile apertura al negoziato di adesione. Kiev conta di chiudere la partita entro due anni, mentre di tempi molto più lunghi si parla negli uffici dei partner europei. Come quando fu per la Germania nazista, “qualcuno potrebbe pensare che sia impossibile, improbabile e troppo lontano parlare di un’Ucraina libera e pacifica nell’Unione europea. Ma l’Europa significa rendere possibile l’impossibile, e così anche l’Ucraina”, ha sottolineato infine Von der Leyen al fianco di Zelensky. Una pace che però non significa impunità: entrambi i leader hanno infatti ribadito la necessità di costituire un tribunale speciale per il crimine di aggressione russo, in occasione di un vertice virtuale della coalizione che sostiene la proposta di Kiev.

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Sindaco Istanbul Ekrem Imamoglu contro Erdogan: Hamas è un gruppo terroristico

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Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, il principale rivale del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, definisce Hamas “un gruppo terroristico” e afferma che la Turchia è stata “profondamente rattristata” dal massacro del 7 ottobre. Intervistato dalla Cnn, il primo cittadino della metropoli turca spiega che “qualsiasi struttura organizzata che compie atti terroristici e uccide persone in massa è da noi considerata un’organizzazione terroristica”, aggiungendo però che crimini simili stanno colpendo i palestinesi e invita Israele a porre fine alla sua guerra contro Hamas.

Il governo turco di Erdogan sostiene apertamente Hamas, ha duramente criticato l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e ha chiesto un cessate il fuoco immediato. Il leader turco ha paragonato le tattiche del primo ministro Benyamin Netanyahu a quelle di Adolf Hitler e ha definito Israele uno “stato terrorista” a causa della sua offensiva contro Hamas a Gaza.

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Usa: sondaggio “Cnn”, Trump in vantaggio su Biden di 6 punti a livello nazionale

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A poco meno di sei mesi dalle elezioni negli Stati Uniti, l’ex presidente Donald Trump gode del sostegno del 49 per cento degli elettori, in vantaggio di sei punti percentuali sul suo successore Joe Biden, fermo al 43 per cento. Lo indica l’ultimo sondaggio pubblicato dall’emittente “Cnn” ed effettuato dall’istituto Ssrs. Rispetto alla precedente rilevazione condotta lo scorso gennaio, il candidato repubblicano e’ rimasto stabile, mentre l’attuale presidente ha perso il due per cento del proprio consenso. Soprattutto, e’ in miglioramento l’idea che gli elettori hanno degli anni della presidenza Trump. Ora il 55 per cento degli statunitensi considera “un successo” la sua amministrazione, contro il 44 per cento che la definisce “un fallimento”.

Nel gennaio del 2021, pochi giorni dopo l’insediamento di Biden, era il 55 per cento a considerare un fallimento la presidenza di Trump. Al contrario, il 61 per cento ritiene che la presidenza Biden sia stata un fallimento, mentre il 39 per cento la definisce “un successo”. Il sondaggio mostra anche come i repubblicani siano piu’ convinti dell’idea che la presidenza Trump sia stata un successo (92 per cento) rispetto a quanto gli elettori democratici abbiano la stessa opinione della presidenza Biden (solo il 73 per cento). Tra gli indipendenti, l’amministrazione Trump e’ guardata con favore dal 51 per cento, contro il 37 per cento che ha opinione positiva dell’attuale presidenza. Poi vi e’ un 14 per cento che considera un fallimento entrambe le esperienze, e un 8 per cento che invece ritiene un successo sia la presidenza di Donald Trump che quella di Joe Biden.

Il sondaggio rileva anche come il 60 per cento degli elettori disapprovi l’operato dell’attuale presidente e come il tasso di approvazione, attualmente al 40 per cento, sia al di sotto del 50 per cento anche su materie quali le politiche sanitarie (45 per cento) e la gestione del debito studentesco (44 per cento). A pesare sull’opinione che i cittadini Usa hanno di Biden e’ soprattutto la gestione della crisi a Gaza (il 71 per cento disapprova), in particolare nel caso degli under 35 (tra questi e’ l’81 per cento a esprimere valutazione negativa). Non molto meglio il giudizio degli elettori sull’operato della Casa Bianca in economia (solo il 34 per cento approva), tema che il 65 per cento degli intervistati considera “estremamente importante” per il voto di novembre.

Tra questi ultimi, il 62 per cento ha intenzione di votare Trump, il 30 per cento Biden. In generale, il 70 per cento degli elettori si lamenta delle attuali condizioni economiche del Paese, e il 53 per cento si dice insoddisfatto della propria situazione finanziaria. Tale insoddisfazione sale soprattutto tra gli elettori a basso reddito, tra le persone di colore e tra i piu’ giovani. L’impressione per entrambi i candidati resta per lo piu’ negativa (il 58 per cento ha opinione negativa di Biden, il 55 per cento di Trump) e il 53 per cento e’ insoddisfatto delle opzioni a disposizione sulla scheda elettorale il prossimo novembre.

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Sconosciuti uccidono sette giovani nel sud dell’Ecuador

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Sette giovani, che la polizia sospetta facessero parte di una banda dedita al furto di veicoli, sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco da sconosciuti a Petrillo, località del sud dell’Ecuador. Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, riferisce il portale di notizie Primicias, sei dei giovani, tutti fra i 15 e i 21 anni, sarebbero caduti in un’imboscata mentre stavano riportando una moto rubata al proprietario per incassare il riscatto. Il cadavere di un settimo giovane è poi stato ritrovato ore dopo poco lontano dal luogo del massacro. Gli inquirenti hanno comunicato che praticamente tutte le vittime avevano precedenti penali per furti di vario genere, ed in particolare di veicoli, formulando l’ipotesi che le persone che hanno sparato da un’auto sarebbero membri di una banda rivale o residenti del luogo stanchi delle ripetute estorsioni.

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