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Due droni in volo a Londra mandano in tilt l’aeroporto di Gatwick. Esercito schierato, decine di voli cancellati o ritardati

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Gatwick, il secondo scalo londinese per grandezza e traffico, in tilt dopo che due droni hanno sorvolato l’aeroporto. Droni commerciali, ‘oggetti volanti’ di dimensioni contenute, eppure in grado di tenere a terra centinaia di voli e migliaia di persone, far scattare un allarme che ancora non accenna a rientrare, con tanto di dispositivo di sicurezza in massima allerta e perfino il dispiegamento dell’esercito, oltre ad una riunione ‘Cobra’ convocata da Downing Street. Per non parlare delle vacanze rovinate, delle ore che in molti hanno trascorso all’aeroporto nella speranza di poter salire su un aereo, ma solo per vedere i voli eliminati uno ad uno dai tabelloni e la chiusura della pista prorogata piu’ volte, fino alla comunicazione che non riaprirà prima della tarda serata. E comunque da piu’ parti si preavvisa che i disagi con tutta probabilità gli effetti si sentiranno ancora a lungo. Il caos e’ scattato nella serata di ieri, quando e’ stata segnalata la presenza di due droni che sorvolavano le piste: Gatwick e’ stato chiuso mercoledi’ sera alle 21 circa. Ha riaperto intorno alle 3 del mattino ma solo per 45 minuti. Molti dei voli in arrivo sono subito stati dirottati verso altre destinazioni in Gran Bretagna e in Europa. I droni pero’ intanto sono scomparsi e non ve n’e’ piu’ traccia. Le autorità hanno dovuto spiegare perche’ non sono stati abbattuti subito, magari con proiettili di gomma.

E’ stato escluso per motivi di sicurezza, per evitare il rischio di creare ulteriori danni a persone e cose. Al momento inoltre non vi sono elementi che fanno pensare al terrorismo, pero’ il mistero resta. Da dove venivano quei droni e dove sono finiti. La premier Theresa May in conferenza stampa ha espresso la sua solidarieta’ con le migliaia di persone rimaste a terra (10mila i passeggeri che hanno subito disagi nella serata di ieri, con un calcolo di 110 mila persone fra coloro che sarebbero dovuti decollare o atterrare a Gatwick nella giornata di oggi): un episodio del genere in questo periodo dell’anno non puo’ che vedere i suoi effetti moltiplicati. E’ stata pero’ durissima May con gli ‘autori’ dell’episodio, ricordando con fermezza che le leggi che regolano l’utilizzo di droni sono in vigore “percio’ quanto accaduto è illegale e coloro che mettono in pericolo velivoli rischiano cinque anni di prigione” ma ha anche aggiunto che consultazioni sono in corso su alcuni aspetti di tale leggi, come la possibilita’ di ricorrere a poteri di polizia. La legge di cui parla Theresa May e’ entrata in vigore lo scorso luglio, sulla base di questa e’ nel Regno Unito illegale far volare un drone nel raggio di un chilometro da un aeroporto e ad un’altezza superiore ai 120 metri. Secondo alcuni osservatori nemmeno questi limiti scongiurerebbero i rischi. Dei droni comparsi su Gatwick intanto si sa molto poco, a parte che erano di “rilevanza industriale” ha fatto sapere la Polizia, da cui si deduce che non fossero piccoli e forse anche di un modello piu’ sofisticato. E ci possono volere fino a due giorni per intercettare un drone. E’ necessario un apposito sistema, poi va catturato ed eventualmente fatto brillare, ha spiegato a Sky News Jaz Banga, fondatore della societa’ americana Airspace, che collabora con l’esercito Usa proprio sull’intercettazione e la cattura di droni. Alcuni droni – ha precisato – possono volare ad una distanza di 5-6 chilometri da un operatore, bisogna intercettare il drone quando entra nel perimetro dello scalo, identificarlo e poi catturarlo, quindi va messo in un dispositivo per farlo eventualmente brillare.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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