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Ancora blocchi stradali e nono morto tra i gilet gialli, il ministro dell’Interno: ora basta, fermatevi

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E adesso “si fermi tutto”: il ministro dell’Interno, Christophe Castaner, chiede ai gilet gialli di togliere i blocchi su strade e autostrade, di rinunciare alle manifestazioni. Nelle file della protesta si conta una nona vittima, la mobilitazione e’ in calo, il governo prepara il grande dibattito nazionale sulle richieste dei gilet gialli. Eppure per sabato alcuni dei portavoce danno nuovi appuntamenti: a Versailles, alle frontiere, a Parigi. Qualcuno pensa anche a iniziative “a sorpresa” domani per il compleanno di Emmanuel Macron. “C’e’ stato un nono morto questa mattina ad Agen, su una rotatoria, un gilet giallo che manifestava al di fuori di ogni protocollo di sicurezza. Bisogna fermare tutto”: questo l’appello di Castaner, che ha ricordato i provvedimenti per 10 miliardi di euro annunciati dal presidente della Repubblica.

La vittima era un uomo di 61 anni, travolto da un camion ad un casello autostradale. Se sabato scorso, per il “Quinto atto” della protesta, la mobilitazione si e’ dimezzata rispetto alle settimane precedenti (con una scomparsa degli episodi di violenza), non tutti sono d’accordo con la tacita tregua di Natale. Alcuni cominceranno a farsi sentire da domani, giorno in cui Macron compie 41 anni. “Gli faremo tanti auguri” annunciano i gilet gialli che si sono dati appuntamento a Commercy, nel nord-est, per un'”assemblea popolare allargata”, ma anche a Tolosa, al grido di “nessuna intesa”, e’ in preparazione un flash mob dal titolo “Compleanno del nostro carissimo presidente”. In programma “animazioni, musica e coreografie”. Eric Drouet, uno dei portavoce, ha invece lanciato l’iniziativa di una manifestazione a Versailles, che le autorita’ locali hanno preso talmente sul serio da comunicare fin da stasera che la celebre Reggia rimarra’ chiusa a scopo precauzionale. Altre manifestazioni sono previste a Marsiglia, Lione, Digione, Rennes, ma qualcuno pensa anche di tornare a Parigi (Arco di Trionfo e place de l’Opera i luoghi piu’ gettonati). Cresce, intanto, il consenso attorno all’iniziativa del gilet giallo Hayk Shahinyan, che sta costruendo la sua creatura politica “Gilet gialli, il movimento”: 23.300 abbonati sulla sua pagina Facebook testimoniano l’interesse per la costituzione di un vero partito con l’obiettivo dichiarato di presentarsi alle elezioni europee di maggio.

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Francia: colpo scena a processo, Kardashian perdona rapinatore

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Da regina dei social media e abile comunicatrice, Kim Kardashian si è presa la scena oggi al processo contro le dieci persone sospettate di averla rapinata nel 2016 a Parigi. Commossa dal pentimento di uno degli imputati, l’ex modella ha preso la parola in aula per perdonarlo. Lo ha raccontato Le Parisien. “Signora, è stato dopo averla visto in uno show televisivo francese e aver realizzato il danno psicologico che le ho inflitto che ho deciso di indirizzarmi a lei”, ha scritto Omar Ait Khedache, ‘Omar il Vecchio’, nella missiva letta in aula dal presidente del tribunale.

“Mi rivolgo a lei come essere umano per dirle quanto mi pento, quanto mi ha commosso e toccato vederla in lacrime. Spero che le mie parole la aiutino a superare il trauma”, ha detto ancora. Il pianto di Omar ha mosso al pianto anche Kim, in lacrime alle parole del suo aggressore. “Apprezzo la lettera, queste parole. Io ti perdono”, ha scandito Kardashian.

Perdona, ma non dimentica. Questo “non cambia emozioni e sentimenti”, ha subito aggiunto, “la mia vita è cambiata per sempre”. Tanto che ora “negli Stati Uniti, lavoro nel sistema giudiziario, voglio diventare un avvocato e far riabilitare le persone. Ho sempre creduto nella seconda possibilita’”. Il 3 ottobre 2016 uomini armati irruppero nella stanza d’albergo dove si trovava Kardashian, a Parigi per la settimana della moda, la legarono e la tennero sotto tiro mentre si appropriavano dei preziosi gioielli che l’ex modella aveva portato con se’. Si e’ trattato della rapina a mano armata piu’ redditizia compiuta negli ultimi vent’anni nella Ville Lumier: dieci milioni di dollari la refurtiva, tra cui l’anello di fidanzamento con diamanti da 4 milioni di dollari che la regina delle influencer aveva ricevuto dall’ex marito, il rapper Kanye West.

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Trump e bin Salman firmano accordo economico strategico

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Donald Trump e Mohammed bin Salman hanno firmato a Riad vari accordi, tra cui un accordo economico strategico. Lo riferiscono i media Usa. Gli accordi, riferisce il pool di reporter che copre la Casa Bianca, includono un memorandum d’intesa sull’energia; una lettera d’intenti per le future capacità di difesa; un memorandum d’intesa sulle risorse minerarie; un memorandum d’intesa con il dipartimento di Giustizia; la cooperazione in materia di spazio e malattie infettive.

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Ucciso capo milizia libica Abdel Ghani Al-Kikli, spari a Tripoli

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Abdel Ghani Al-Kikli, noto come Gheniwa, capo della milizia Apparato di Supporto alla Stabilità (Ssa), è stato ucciso oggi nel campo militare Tekbali, a sud di Tripoli. Lo riportano i media libici, tra cui il The Libya Update secondo cui il suo corpo sarebbe arrivato all’ospedale Abu Salim di Tripoli. Al Wasat Gate riferisce inoltre di colpi di arma da fuoco a Ain Zara a seguito della diffusione della notizia. Poche settimane fa Gheniwa era stato avvistato in Italia, sollevando polemiche. Il ministero dell’Interno ha invitato i cittadini delle zone occidentali di Tripoli a rimanere nelle proprie case per la loro sicurezza.

Secondo Refugees in Libya, “Gheniwa era uno dei comandanti di milizia più temuti nell’ovest della Libia ed è stato a lungo accusato da organizzazioni locali e internazionali per i diritti umani, tra cui Amnesty International, di gravi abusi, tra cui torture, sparizioni forzate ed esecuzioni extragiudiziali”. Refugees in Libya, su X, afferma che “poche settimane fa Gheniwa era stato avvistato in Italia, scatenando indignazione dopo le rivelazioni secondo cui era entrato in Europa con un visto Schengen rilasciato da Malta, nonostante fosse implicato in reati che potrebbero essere considerati crimini contro l’umanità”. Proprio oggi La Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) aveva espresso “profonda preoccupazione” per l’escalation militare e le crescenti tensioni a Tripoli e nell’area occidentale del Paese, lanciando un appello urgente a tutte le parti coinvolte affinché “si astengano da ogni azione provocatoria e risolvano le controversie attraverso il dialogo”.

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