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Nautica, comparto in crescita ma mancano le infrastrutture: gli Stati Generali al NauticSud

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Il 50° NauticSud è anche l’occasione per convocare gli Stati generali della nautica, momento indispensabile per fare il punto su un comparto florido che però a causa di carenze strutturali (porti e servizi) rischia di fare una serie di passi indietro che possono riflettersi sulla produzione e ovviamente sui posti di lavoro.

“I dati di fatturato nazionale e di esportazione estera della nautica da diporto italiana sono in netta crescita da 5 anni a questa parte. Le percentuali, nonostante il difficile biennio mondiale oramai alle spalle, indicano che il settore produttivo gode di ottima salute, spiega Gennaro Amato, presidente di AFINA, l’Associazione della filiera nautica italiana,  eppure non bisogna lasciarsi ingannare da questo lustro di successi per la cantieristica di settore. Se da un lato la produzione “ubbidisce” ad una delle più note leggi di mercato: domanda e offerta, dall’altra parte non bisogna cullarsi sugli allori. L’altra parte risponde al nome della Filiera Nautica che va ben oltre le barche e che invece- spiega Amato-  accusa notevoli ritardi legati ai servizi, alle pubbliche amministrazioni ed alle leggi vincolanti per lo sviluppo delle infrastrutture necessarie come i porti”.

Gennaro Amato, Presidente AFINA
Foto: Stefano Renna

Intervistato, Gennaro Amato ci dice come stanno le cose: “Un paradosso: se da un lato l’Italia è prima produttrice ed esportatrice nel mondo, dall’altra è il Paese nel rapporto chilometri di costa/porti da diporto con l’indice più basso dell’intero bacino del Mediterraneo. Ovviamente il problema si riverserà o, meglio esiste già, sul comparto produttivo che per ogni 10 nuove barche costruite trova disponibilità media di ormeggio ridotta a sole 6 unità, con la conseguenziale riduzione di acquisto per l’impossibilità, da parte del compratore, di trovare un Marina disponibile. Proprio su questo primario problema l’Associazione Italiana Filiera della Nautica (AFINA) ha iniziato a lavorare, ribadisce il presidente Amato, analizzando gli aspetti ancor più gravi che avrebbero colto, prima, i territori cittadini che sono bagnati dal mare con la riduzione di perdita di posti di lavoro ed economia per indotto e, poi, quelli dove si sviluppano la produzione di materie prime e accessoristica, perdendo PIL produttivo e sviluppo tecnologico. Da qui la necessità di coinvolgere le istituzioni nazionali di Governo, e Amministrazioni locali, per lavorare e cercare di invertire questo fenomeno che a breve rischia di fermare il positivo trend della prestigiosa cantieristica nautica made in Italy”.

Mergellina, il porto
Foto: Stefano Renna

Gennaro Amato con l’Afina è intanto riuscito nell’intento di mettere a sistema molte realtà: intanto “la piena disponibilità nell’amministrazione cittadina del Comune di Napoli, del Governo nazionale e ora anche dell’associazione dell’Unione Industriali di Napoli: un passo importante. La realizzazione di progetti per la costruzione dei porti, finanziati da imprenditori privati e da aziende del comparto, sotto la supervisione e la gestione istituzionale, come sta facendo l’Amministrazione comunale partenopea, è sicuramente una svolta che favorisce il sistema nautico diportistico”.
Per questo motivo Afina, in occasione del 50° anno del Nauticsud (10-18 febbraio), ha voluto organizzare a Napoli (13/16 febbraio) gli Stati Generali della Nautica da Diporto. ai quali interverranno i ministri Musumeci, Santanchè e Urso, per affrontare le questioni irrisolte della filiera nautica. Sicurezza, infrastrutture, Blue economy e diportismo turistico saranno i temi da affrontare in altrettanti convegni.

Ecco il progetto degli Stati Generali della Nautica da Diporto:

L’AFINA – Associazione Filiera Italiana della Nautica – intende sollecitare il Governo, e i Ministeri competenti, sulle necessità impellenti legate al mare e all’intera filiera produttiva che genera, per il diportismo, la Blue Economy. A tal proposito, con la realizzazione degli Stati Generali della Nautica da Diporto, previsti in occasione della 50^ edizione del Salone NauticSud a Napoli nel mese di febbraio (10-18), si intende porre l’attenzione su alcuni temi determinanti, che necessitano di adeguamenti ed aggiornamenti, legati alle Infrastrutture dei porti turistici, alla Sicurezza della navigazione, alla Ecosostenibilità del mondo marino e, non ultimo, allo sviluppo della risorsa Blue Economy legata al turismo da diporto.

Tematiche che intendono coinvolgere, in altrettanti appuntamenti, il Ministero al Turismo presieduto da Daniela Garnero Santanchè, il Ministero per la Protezione civile e Politiche del mare affidato a Nello Musumeci e il Ministero Imprese e Made in Italy gestito da Adolfo Urso.

Mergellina, Napoli: foto con il drone
Foto: Stefano Renna / tecnico di ripresa: Giuseppe Ciliberti

Le INFRASTRUTTURE –  Il mercato della nautica da diporto, a dispetto della leadership produttiva internazionale, per fatturato (oltre 7 miliardi annui) e PIL italiano (3,23%), rischia nel prossimo biennio un tracollo con conseguenziali perdite di posti di lavoro e ridimensionamento della produttività a causa della scarsa offerta di posti barca nei Marina italiani.

Un recente studio commissionato da Afina ha evidenziato, nelle diverse aree geografiche italiane, un’assenza di ormeggi e servizi, e quindi di porti turistici (Marina) che passa da una contenuta mancanza al Nord ad una esponenziale nel Centro Sud del Paese. Il rapporto rileva che, per ogni 10 imbarcazioni prodotte e vendute, esiste una disponibilità di posti nei Marina che passa da 8 su 10, nelle regioni Liguria e Veneto (80% della domanda), a quella delle regioni Campania, Sicilia, Puglia, che oscilla dal 4 su 10 alle 6 su 10 (40-50% della domanda).

Questa problematica strutturale sta già condizionando, da oramai tre anni, il mercato delle vendite e, ovviamente, quello della produzione con il rallentamento del comparto produttivo, dettato dall’assenza di ormeggi. Inevitabile immaginare una ulteriore riduzione del quadro occupazionale e perdita di posti di lavoro.

La SICUREZZA IN MARE – L’esponenziale crescita del numero di imbarcazioni da diporto, costruite e vendute, degli ultimi 10 anni – tra natanti e sopra i 10 metri di lunghezza – evidenzia la necessità di un adeguamento delle regole della sicurezza in mare. I numerosi incidenti, incendi, danneggiamenti e morti, registrati negli ultimi anni, evidenziano la necessità dell’innalzamento della soglia di attenzione per coloro che sono alla guida di imbarcazioni da diporto.
Il Regio Decreto sul codice della navigazione, n. 323 del 1942, e le successive modifiche: con la legge dell’8 luglio 2003 sulle “Disposizioni per il riordino e il rilancio della nautica da diporto e del turismo nautico” e successivi interventi con D.L. n. 171 del 18.07.2005, e ultimo intervento di modifica governativa con D.L. n. 146 del 29.07.2008 – relativo, tra l’altro all’art. 24 “Uso commerciale unità da diporto” e al Titolo II con gli art. 25/26/27 e 29, relativi alla regolamentazione delle patenti nautiche cat. A-B-C e modalità di esame, risultano essere inadeguate alle necessità e al sistema nautico da diporto attuale.
L’attuale regolamentazione per l’accesso alla guida di natanti e imbarcazioni da diporto, nonché per la gestione del segmento charter, necessita di un aggiornamento restrittivo sulla concessione delle patenti nautiche, gestioni commerciali e fruizione del pianeta mare assicurando una maggiore conoscenza e capacità dei fruitori a vantaggio della sicurezza e del rispetto delle regole della navigazione.

L’ECOSOSTENIBILITÀ – La fruizione del mare, nonché il rispetto delle delicate e variabili condizioni ambientali marine, punto determinante per AFINA, che nel suo programma gestionale la pone come mission della comunicazione culturale ed educativa dell’associazione, è un concetto basilare sul quale porre basi governative chiare con regole adeguate.
Le Aree Marine Protette, istituite a suo tempo dal Ministero dell’Ambiente e della Risorsa Mare, ed affidate a gestioni territoriali legate a principi di difesa delle risorse esistenti, secondo una logica di conservazione e tutela, si sono trasformate in mere gestioni commerciali e di interessi locali con una trasformazione di queste zone marine in “cattedrali del mare”.
AFINA propone una rimodulazione di alcuni principi che consentano la fruizione delle AMP con una modalità di educazione cognitiva e comportamentale da parte dei fruitori. L’armatore diventerebbe così, oltre che fruitore interessato, anche sentinella di un bene comune, trasformando queste aree in realtà produttive, educative e formative di una nuova coscienza per l’ambiente.
L’intervento gestionale proposto da AFINA prevederebbe un passaggio dall’attuale modalità “guardiano” ad una “istruttiva” consentendo, con poche modifiche dell’attuale regolamentazione, di trasformare le AMP in veri e propri campus educazionali, per che vi accede, e in opportunità di autosostentamento economico con creazione, nei territori dove insistono, di figure professionali ad hoc.

 

La BLUE ECONOMY – Il diportismo nautico, secondo uno studio commissionato da AFINA al prestigioso studio internazionale Price Waterhouse Cooper (PWC), produce un moltiplicatore economico di 1 a 10, ovvero, per ogni euro investito si produce, per indotto, un ricavo di 10 euro. Va da sé che per i singoli territori che hanno, come le 15 regioni: Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, Lazio, Toscana, Liguria, Puglia, Molise, Abruzzo, Marche, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, un affaccio sul mare la risorsa Blue Economy diventa una realtà produttiva territoriale tutta da scoprire.
Persino le regioni come Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Umbria e Trentino-Alto Adige hanno, grazie a risorse produttive interne (aziende e strutture produttive della filiera), interessi per lo sviluppo della risorsa mare.
AFINA sostiene da tempo la necessità di sviluppare questa opportunità economica sottosviluppata e sotto sfruttata per il segmento da diporto e per la sua filiera, che, invece, potrebbe rappresentare anche in chiave di posti lavoro, sviluppo culturale e turismo, una certa e garantita opportunità di sviluppo del PIL regionale e dell’intera nazione Italia.

PROGRAMMA degli STATI GENERALI

MARTEDÌ 13 ORE 15.30 – I Convegno SGN DA DIPORTO – Padiglione 10 Sala E
Porti Turistici e Aree Marine Protette – strumenti economici
di rilancio per la nautica da diporto.

Interviene il Ministro Nello Musumeci
Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare

Modera – Francesco de Core – direttore de IL Mattino
Invitati ad intervenire:
Gennaro Amato – Presidente Afina
Egidio Filetto – PWC TLS: l’analisi
Gaetano Manfredi – Sindaco di Napoli
Andrea Annunziata – Presidente ASDP Tirreno centrale
Vito Gianpaolo Augelli – Comandante Interregionale dell’Italia
Meridionale Guardia di Finanza
Matteo Lorito – Rettore Università Studi di Napoli Federico II
Gianni Lepre – economista
Maria Caputo – Consigliere Delegato Mostra d’Oltremare

MERCOLEDÌ 14 ORE 16.00 – II Convegno SGN DA DIPORTO – Padiglione 10 Sala E
Blue Economy e Turismo: leve di sviluppo territoriale.

Interviene il Ministro Daniela Santanché
Ministero del Turismo

Modera – Maria Leitner giornalista Rai
Invitati ad intervenire:
Gennaro Amato – Presidente Afina
Egidio Filetto – PWC TLS: l’analisi
Vincenzo de Luca – Presidente Regione Campania
Pietro Giuseppe Vella – Ammiraglio Ispettore Guardia Costiera
Gianni Lepre – economista
Remo Minopoli – Presidente Mostra d’Oltremare

VENERDÌ 16 ORE 12.00 – III Convegno SGN DA DIPORTO- Padiglione 10 Sala E
Le criticità delle imprese della filiera del diportismo nautico, settore leader del Mady in Italy.

Interviene il Ministro Adolfo Urso
Ministero delle Imprese e del Made in Italy

Modera – Elisabetta Migliorelli – Vicedirettore TG2 Rai
Invitati ad intervenire:
Gennaro Amato – Presidente Afina
Egidio Filetto – PWC TLS: l’analisi
Ciro Fiola – Presidente Camera di Commercio di Napoli
Salvatore Vitiello – Ammiraglio Marina Militare Comando Logistico
Girolamo Cangiano – Vicep. Commissione Parlamentare illeciti ciclo rifiuti, ambientali e agroalimentare
Gianni lepre – economista
Maria Caputo – Consigliere Delegato Mostra d’Oltremare

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L’Ema blocca un medicinale contro l’Alzheimer

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L’Agenzia europea per i medicinali ha respinto la raccomandazione per il farmaco Lecanemab contro l’Alzheimer. L’Ema ha annunciato che il rischio di gravi effetti collaterali è superiore all’effetto positivo atteso.

“Il Comitato per i medicinali per uso umano” dell’Ema “ha raccomandato di non concedere un’autorizzazione all’immissione in commercio per Leqembi”, ha sottolineato l’autorità, facendo riferimento in particolare all’insorgere di rischi di emorragia cerebrale nelle persone trattate con il farmaco. Il Lecanemab – nome commerciale Leqembi – è disponibile negli Stati Uniti dall’inizio del 2023 per il trattamento dell’Alzheimer in stadio iniziale. Sebbene la terapia non migliori i sintomi, può rallentarne leggermente la progressione della malattia. Il farmaco, secondo gli esperti, sarebbe quindi adatto solo per un gruppo molto limitato di malati di Alzheimer, meno del 10%. A fronte dei possibili edemi ed emorragie cerebrali, la terapia deve essere monitorata regolarmente con esami di risonanza magnetica. Ora la società farmaceutica Eisai, che ha presentato la domanda, potrà richiedere un riesame entro 15 giorni.

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Preoccupa il virus Oropouche, primi 2 morti in Brasile

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Sale la preoccupazione per il virus Oropouche, diffuso soprattutto nell’America centro-meridionale e nei Caraibi ma che ha fatto registrare ad oggi 4 casi anche in Italia: l’infezione ha causato due primi decessi in Brasile, nello stato di Bahia, e si tratta dei primi registrati a livello mondiale. La conferma è giunta dal Ministero della Salute brasiliano. La febbre di Oropouche è un’infezione virale tropicale trasmessa da moscerini e zanzare e prende il nome dalla regione in cui è stata scoperta e isolata per la prima volta nel 1955, presso il laboratorio regionale di Trinidad, vicino al fiume Oropouche, a Trinidad e Tobago. Il primo decesso è stato confermato il 17 giugno. Il paziente aveva 24 anni, viveva a Valença ed è morto a marzo. Lunedì scorso è stato invece registrato il secondo decesso, di una donna, ed il ministero della Salute sta ancora indagando su un’altra morte sospetta nello stato di Santa Catarina.

L’Organizzazione panamericana della sanità (Paho) ha inoltre emesso un allarme epidemiologico per informare i Paesi membri sull’identificazione di possibili casi, attualmente in fase di indagine in Brasile, di trasmissione del virus Orov dalla madre al bambino durante la gravidanza. In Italia, ad oggi, sono stati diagnosticati 4 casi tutti di importazione, ovvero di soggetti rientranti dal Brasile e da Cuba. La malattia da virus Oropouche, spiega l’Istituto superiore di sanità, è una arbovirosi causata dal virus Oropouche (Orov), un virus a Rna che può essere trasmesso agli esseri umani principalmente attraverso la puntura di Culicoides paraensis, un piccolo dittero ematofago di 1-3 mm, simile ad un moscerino, che nelle aree endemiche si trova in zone boschive nei pressi di ruscelli, stagni e paludi, o di alcune zanzare come Culex quinquefasciatus.

Nessuno di questi vettori al momento è presente in Italia o in Europa. Non è stata al momento confermata la possibilità di una trasmissione da uomo a uomo del virus. Nel 2024 (al 23 luglio), sono stati registrati oltre 7700 casi nel mondo in cinque paesi: Brasile, Bolivia, Peru, Cuba e Colombia. I primi casi registrati anche in Italia sono senza conseguenze gravi. Il rischio di infezione, chiarisce l’Iss, è presente se si viaggia nei paesi in cui è presente il virus. Per chi si trova in queste zone si raccomanda di mettere in atto tutte le precauzioni necessarie ad evitare il contatto con gli insetti vettori: usare repellenti chimici, indossare vestiti che coprano braccia e gambe, soggiornare in case dotate di zanzariere e cercare di ridurre le attività all’aperto nei periodi di maggiore attività vettoriale (alba e crepuscolo).

I sintomi principali dell’infezione sono febbre, mal di testa, dolore articolare e, in qualche caso, fotofobia, diplopia (visione doppia), nausea e vomito. Se si è di ritorno da un viaggio nei paesi in cui è presente il virus e si hanno questi sintomi il consiglio è di rivolgersi al proprio medico. Grazie ad un team multi-disciplinare di esperti, L’Iss è in prima linea per monitorare il rischio da virus Oropouche in Italia per gli aspetti virologici ed epidemiologici.

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Economia

Bollette più chiare, in arrivo dal prossimo anno

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Basta con una sequela di numeri incomprensibili: dal prossimo anno infatti le bollette di luce e gas saranno più semplici da capire. Basterà un colpo d’occhio – spiega l’Arera, l’autorità per l’energia – per rendersi conto di prezzi e consumi. La nuova bolletta debutterà dal primo luglio del 2025, con un frontespizio uguale per tutti e con le principali informazioni generali. Poi uno ‘scontrino dell’energia’, per capire immediatamente consumi e prezzi, e un box offerta che ricorda le condizioni sottoscritte per verificarne l’applicazione.

E’ stata infatti approvata – a seguito di un lungo processo di consultazione con imprese, consumatori e stakeholder – e sottoposta all’analisi dell’impatto della regolazione (Air) la delibera che introduce una revisione organica delle informazioni indicate nella bolletta e della loro organizzazione, estendendola poi alla totalità dei clienti finali connessi in bassa tensione: domestici, condomini, piccole e medie imprese, box, cantine e magazzini. I venditori avranno 12 mesi di tempo per adeguare i propri sistemi all’invio della nuova bolletta. “Una riforma auspicata da tempo e da più parti, che evolve la struttura introdotta nel 2014 con la bolletta 2.0, allineando le informazioni per tutti e rendendole ancora più chiare e semplici, ma soprattutto dando rilevanza al ruolo dei consumatori, mettendoli in grado di verificare i consumi e le proprie scelte di efficienza energetica e di comparare agilmente il proprio profilo con le proposte del mercato”, commenta il presidente di Arera Stefano Besseghini.

Plaudono i consumatori: “Ringraziamo Arera per aver accolto la nostra richiesta e concluso l’iter per rendere le bollette dell’energia più comprensibili agli utenti, specie sul fronte del costo al KWh della luce e al metro cubo per il gas”, afferma Consumerismo No Profit. “In una fase in cui i prezzi dell’energia continuano a essere altissimi e fuori controllo, giudichiamo positivamente la notizia che Arera ha ufficializzato oggi sul debutto della nuova bolletta”, commenta l’Adoc. In dettaglio la nuova bolletta sarà composta da un frontespizio unificato, che corrisponde alla prima facciata della bolletta in cui i venditori sono tenuti a riportare l’importo da pagare e tutte le informazioni essenziali sul cliente sul tipo di servizio in cui è rifornito, sul contratto di fornitura, su fatturazione e pagamenti, etc. Poi un scontrino dell’energia, che riporterà la formazione del costo complessivo dell’energia in relazione ai volumi consumati secondo la struttura quantità x prezzo, suddiviso in “quota consumi” e “quota fissa”, più la “quota potenza” per l’energia elettrica, e ulteriormente dettagliato per voci di spesa (vendita e ‘rete e oneri’). In questa sezione saranno riportate separatamente anche l’Iva e le accise, eventuali bonus, altre partite (interessi di mora, prodotti e/o servizi aggiuntivi etc.) e il canone Rai.

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