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Esteri

Bolsonaro, l’ex paracadutista anti-sistema

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Anti-abortista, contrario all’identita’ di genere, difensore della famiglia ‘tradizionale’ e del possesso di armi da fuoco da parte dei cittadini: queste alcune delle posizioni piu’ controverse di Jair Messias Bolsonaro, 38/o presidente del Brasile, in corsa per un secondo mandato quadriennale. Paracadutista ex capitano dell’esercito delle Agulhas negras, e’ al governo dal primo gennaio 2019 dopo aver vinto al ballottaggio con il 55,1% dei voti validi le elezioni di ottobre 2018 come candidato del Partito social-liberale (Psl, di destra) contro il candidato del Partito dei lavoratori (Pt, di sinistra), Fernando Haddad. Il 6 settembre 2018, durante una tappa della sua campagna elettorale a Juiz de Fora, nello Stato di Minas Gerais, Bolsonaro ha rischiato di morire dopo una coltellata all’addome sferrata da uno squilibrato. Nato nel 1955 a Glice’rio, un piccolo comune nell’entroterra dello Stato di San Paolo, e’ stato deputato federale tra il 1991 e il 2018. Durante il suo mandato di 27 anni come parlamentare al Congresso di Brasilia, si e’ fatto notare per le sue posizioni ultraconservatrici e per diverse controversie, tra cui l’opposizione al mondo Lgbt e la difesa della dittatura militare (1964-1985). Considerato un populista, le sue opinioni hanno diviso l’opinione pubblica, suscitando feroci critiche, soprattutto a sinistra, ma anche lodi sperticate da parte di molti brasiliani che lo hanno ribattezzato ‘Mito’ per la dichiarata posizione anti-sistema. Tra le altre sue peculiarita’, i raduni in moto che riuniscono migliaia di suoi supporter. Il suo governo si e’ caratterizzato, tra gli altri aspetti, per la forte presenza di ministri con un background militare. Le opposizioni lo hanno invece accusato di portare avanti una politica anti-ambientalista e contro le popolazioni indigene. Anche la sua risposta alla pandemia di coronavirus e’ stata criticata, tanto da essere additato come “negazionista” per la sua personale contrarieta’ ai vaccini.

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Chico Forti lascia il carcere di Miami: presto in Italia?

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Chico Forti, il 65enne trentino condannato all’ergastolo in Florida per l’omicidio di Dale Pike avvenuto il 15 febbraio 1998, ha lasciato il carcere di Miami. Attualmente, è sotto la custodia dell’Agenzia statunitense per l’immigrazione in attesa del trasferimento in Italia.

Secondo una fonte vicina a Forti, il trasferimento potrebbe avvenire entro due o tre settimane. Tuttavia, altre fonti che seguono attentamente il caso suggeriscono maggiore cautela, stimando un’attesa media di 4-5 mesi per la consegna. Questo periodo di attesa è tipico dopo la sentenza italiana di riconoscimento di quella straniera, un processo di conversione recentemente deciso dalla corte d’Appello di Trento.

La comunità italiana segue con grande interesse e trepidazione gli sviluppi del caso Forti, sperando che il ritorno in patria possa avvenire nel più breve tempo possibile.

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Fico operato: è vigile e in condizioni stabili

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Il premier slovacco Robert Fico è “vigile” ed “in condizioni stabili” dopo l’operazione subita per gli spari che lo hanno colpito nel pomeriggio. Lo riferisce la tv slovacca TA3 che parla di “intervento riuscito”.

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Il premier Robert Fico colpito da più proiettili in un attentato è in fin di vita

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Un responsabile del partito Smer del premier slovacco Robert Fico ha confermato al Guardian che il primo ministro è stato colpito da più proiettili  all’addome ed è ora sottoposto ad un intervento chirurgico. Quali siano le sue condizioni cliniche è difficile da dire. C’è molta confusione ancora su dinamica e su identità dell’uomo arrestato.

In un aggiornamento postato sulla pagina Facebook del premier slovacco Robert Fico e rilanciato dai media slovacchi, c’è scritto che “Fico è stato vittima di un attentato. Gli hanno sparato più volte ed è attualmente in pericolo di vita. E’ stato trasportato in elicottero a Banská Bystrica, perché il trasporto a Bratislava richiederebbe troppo tempo a causa della necessità di un intervento urgente. A decidere saranno le prossime ore”.

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