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Esteri

Londra denuncia: i russi a Irpin e Bucha hanno commesso atrocità indicibili

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Di fronte alle “atrocita’” contro i civili nelle citta’ ucraine di Irpin e Bucha di cui sono accusate le truppe di Vladimir Putin, Londra afferma la necessita’, ora piu’ che mai, di una inchiesta per crimini di guerra. Lo ha dichiarato in una nota la ministra degli Esteri britannica, Liz Truss, secondo cui siamo di fronte ad “attacchi indiscriminati delle truppe russe contro civili innocenti durante l’invasione illegale e ingiustificata dell’Ucraina” e per questo il Regno Unito “sostiene pienamente qualsiasi indagine della Corte penale internazionale”. La Gran Bretagna e’ gia’ uno dei Paesi occidentali piu’ attivi in questo ambito: ha offerto la propria assistenza legale a Kiev mentre Scotland Yard tramite una sua unita’ speciale gia’ collabora col Tribunale penale internazionale con sede all’Aia per raccogliere possibili prove di crimini di guerra passando al vaglio messaggi, immagini, video inviati a persone nel Regno da amici o parenti in Ucraina, oltre naturalmente ai resoconti di chi puo’ raccontare una propria esperienza o ha subito direttamente qualche violenza e ha trovato rifugio nell’isola. Alle parole di Truss, che ha anche chiesto sanzioni piu’ severe contro Mosca, si sono aggiunte quelle del premier Boris Jonhnson: nel corso di una delle sue quasi quotidiane telefonate col presidente Volodymyr Zelensky si e’ congratulato per la resistenza mostrata dalle forze ucraine, capaci di respingere gli invasori russi, e ha riconosciuto “l’immensa sofferenza inflitta ai civili” nel conflitto. In proposito, Melinda Simmons, ambasciatrice britannica in Ucraina, ha accusato l’esercito russo di usare deliberatamente lo stupro come arma. Londra intanto si muove anche sul versante delle forniture militari, con Johnson che secondo i media, dopo una richiesta specifica fatta da Zelensky, vuole inviare alle forze di Kiev missili anti-nave per colpire le imbarcazioni da guerra russe e alleviare la pressione sulle citta’ costiere bombardate dal mare, a partire da Odessa. Si tratterebbe dell’ultima decisione presa dal premier nella ‘escalation’ di nuovi armamenti, sempre piu’ potenti, spediti all’esercito ucraino, dopo che nei giorni scorsi il ministro della Difesa, Ben Wallace, aveva concordato coi Paesi alleati l’invio di altri veicoli corazzati e artiglieria pesante.

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Putin: non rifiutiamo il dialogo con i Paesi occidentali

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“La Russia non rifiuta il dialogo con i Paesi occidentali, la scelta spetta a loro”. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin, citato dall’agenzia Ria Novosti, nel suo discorso di insediamento per il quinto mandato. “Vogliono continuare a cercare di limitare lo sviluppo della Russia, continuare la politica di aggressione, pressione sul nostro Paese che non è cessata da anni, o guardare ad una via per la cooperazione e la pace?” si domanda Putin.

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Guterres: Italia pilastro fondamentale multilateralismo

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“L’Italia è un pilastro fondamentale del multilateralismo e un partner esemplare delle Nazioni Unite. In ogni area delle nostre attività l’Italia è sempre presente, nelle operazioni di peacekeeping, nello sviluppo sostenibile, nella protezione climatica, nei diritti umani. E’ molto importante dirlo nel momento in cui l’Italia assume la presidenza del G7” ha spiegato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres incontrando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita al Palazzo di vetro.

“Questo paese – ha proseguito Guterres – è sempre stato un ponte tra nord e sud, un ponte che ora è più necessario che mai, quando si vive in un mondo dove le divisioni geopolitiche hanno creato tante difficolta’ in tutte le aree”. “E’ molto importante avere l’Italia alla guida del G7 – ha continuato – ed essere in grado di raggiungere le riforme della nostra istituzione multilaterale che non rappresenta più la realtà del mondo moderno”.

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Gaza: media, bilancio attacchi Israele su Rafah sale a 8 morti

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L’agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che è salito ad almeno otto morti e diversi feriti il bilancio degli ultimi attacchi israeliani sulla città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.

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