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Cronache

Incidente in moto, muore lo chef Alfonso Porpora

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Un incidente a bordo della sua moto mentre stava andando al lavoro: è morto così lo chef Alfonso Porpora, 40 anni, di Gragnano. Come ogni mattina da Agerola dove stava vivendo con la moglie e la sua bambina raggiungeva il ‘Pasta bar’ all’Interporto di Nola ma all’altezza di Scafati sulla tristemente famosa Statale 268 ha impattato con la sua motocicletta contro un’auto ed è morto. La dinamica dell’incidente dovrà essere ricostruita.

La sua scomparsa ha lasciato un grande dolore nel mondo della ristorazione: Alfonso Porpora, autore di piatti interessanti e belli, era conosciuto ed apprezzato. Lo chef aveva lavorato anche al San Pietro di Positano

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Cronache

Torture al carcere minorile Beccaria, altre presunte vittime dai pm

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Con la prossima settimana comincerà un periodo cruciale per l’indagine della Procura di Milano sulle presunte torture al carcere minorile Beccaria che ha portato in cella e alla sospensione 21 agenti di polizia penitenziaria, tre dei quali, come ha disposto ieri il gip Stefania Donadeo, ai domiciliari e altri cinque rientrati in servizio ma destinati ad altre mansioni e in altri uffici. Infatti martedì prossimo, oltre all’udienza davanti al Tribunale del Riesame chiamato a decidere sulla revoca della misura cautelare avanzata da due guardie carcerarie, il pm Rosaria Stagnaro, titolare del fascicolo assieme alla collega Cecilia Vassena e all’aggiunto Letizia Mannella, sentirà i primi tre dei dieci ragazzi che si ritiene siano stati vittime di ulteriori episodi rispetto a quelli contestati nell’ordinanza di custodia cautelare.

Si tratta di altre sospette aggressioni su cui inquirenti e investigatori stanno lavorando da qualche settimana grazie non solo a nuove denunce, ma anche a una serie di elementi raccolti e ad approfondimenti sulle immagini di videosorveglianza all’interno dell’istituto penitenziario. Istituto che fino a qualche anno fa era ritenuto all’avanguardia per il lavoro di formazione professionale e recupero e che, come testimoniano gli atti dell’indagine, ora si è trasformato in un girone “infernale”.

E proprio l’incrocio tra le testimonianze che i pm raccoglieranno, secondo la tabella di marcia, in un paio di settimane, i filmati e gli esiti delle analisi delle cartelle mediche dei giovani passati in infermeria e acquisite nei giorni scorsi, potrebbe aggravare il quadro, Dalla nuova attività istruttoria infatti da un lato potrebbero essere individuati nuovi pestaggi ed episodi di violenza e dall’altro ulteriori manipolazioni di referti e relazioni di servizio al fine, come si ipotizza, di cancellare le botte e quelle che sono ritenute torture.

Gli accertamenti infatti proseguono anche per accertare eventuali presunte omissioni e coperture da parte del personale medico, educativo e dei vertici della struttura, tra cui le due ex direttrici Maria Vittoria Menenti e Cosima Buccoliero, che sono a loro volta indagate. Insomma l’inchiesta potrebbe estendersi con l’aggiunta di altri nomi ai 25 indagati, tra i quali le due ex direttrici che avrebbero avuto un comportamento omissivo.

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Cronache

Ritrovata a Castelvolturno Milena Santirocco, la 54enne era scomparsa in Abruzzo: sta bene

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È stata ritrovata a Castel Volturno, Milena Santirocco, la 54enne di Lanciano, maestra di ballo, scomparsa dallo scorso 29 aprile e le cui ricerche, anche in mare, si erano concentrate fra Torino di Sangro e Vasto. La donna è ricomparsa in buona salute, si trova ora in commissariato ed ha già preso contatto con i suoi familiari. Numerosi in questi giorni erano stati gli appelli dei suoi familiari: il profilo Facebook della donna risultava cancellato e il telefono spento. La sua auto era stata trovata a Torino di Sangro con una gomma a terra.

Santirocco è stata ritrovata intorno alle 22.30 alla periferia di Caserta. La responsabile dell’associazione per le persone scomparse ‘Penelope’ abruzzese, Alessia Natali, ha riferito che “Milena si è presentata spontaneamente a un commissariato di Caserta, ed è in buono stato di salute”. “Ora è necessario – ha spiegato – che faccia degli accertamenti medici e poi bisognerà capire cosa le è successo”.

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A New York si commemorano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

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Una giornata speciale per i ragazzi delle medie e delle superiori per commemorare due simboli della lotta alla mafia: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nel triste anniversario della Strage di Capaci. L’appuntamento si è svolto presso la Scuola d’Italia di New York Guglielmo Marconi, guidata da Michael Cascianelli. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non sono solamente nomi nella storia italiana, ma incarnano valori di coraggio, integrità e impegno civico. Per far comprendere appieno il significato di queste figure agli studenti della Scuola d’Italia Guglielmo Marconi, è stato organizzato un incontro con due esperti del campo: il Professore Antonio Nicaso e il Professore Rosario G. Scalia.

Il Professore Nicaso, storico delle mafie e autore di varie opere sull’argomento, ha condiviso con gli studenti la sua vasta esperienza e aneddoti privati, invitandoli a guardare al futuro con ambizioni elevate e a non scendere mai a compromessi di fronte alle mafie. L’incontro è stato condotto dal Professore Scalia, professore del dipartimento di Italiano alla Rutgers – State University of New Jersey, che ha moderato l’evento e ha portato anche una testimonianza personale, ricordando la sua infanzia a Catania e l’ombra costante della mafia che aleggiava sulla città. Ha evidenziato come frasi dette dai genitori come “stai tranquillo che i mafiosi si uccidono solo tra loro” per tranquillizzare i propri figli, o “ci si uccide solo al sud” o “solo in Italia” abbiano contribuito a creare una distanza emotiva e fisica dalle persone nei confronti della mafia. Ha invitato gli studenti a non voltare le spalle alla realtà, ma ad affrontarla con coraggio e determinazione, senza mai fare un passo indietro.

L’incontro, coordinato dalla Professoressa Cristiana Grassi, ha suscitato grande interesse e partecipazione da parte degli studenti, dimostrando l’importanza di educare le giovani menti alla consapevolezza civica e alla lotta contro ogni forma di criminalità. La morte di Falcone e Borsellino ha avuto un impatto profondo non solo in Italia, ma anche oltre confine. Negli Stati Uniti, Giovanni Falcone è ricordato come un eroe, anche dall’FBI. Una statua eretta a Quantico, sede dell’FBI, testimonia il rispetto e l’ammirazione che gli americani nutrono per il giudice italiano. La relazione tra Stati Uniti e Falcone si consolidò durante il celebre caso “Pizza Connection” durante gli anni del Maxiprocesso di Palermo. Oggi, la collaborazione tra Italia e Stati Uniti nel campo della lotta alla criminalità organizzata prosegue su queste solide basi, dimostrando che l’eredità di Falcone e Borsellino continua a essere una fonte di ispirazione nel cammino verso una giustizia globale e una cooperazione internazionale più stretta.

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