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Cronache

‘Il Papa sta bene’, resterà in ospedale sette giorni

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Papa Francesco “sta bene” dopo l’intervento chirurgico cui e’ stato sottoposto ieri sera al Policlinico Gemelli, che pure gli ha comportato l’asportazione di un tratto del colon sinistro. Dopo una prima notte tranquilla trascorsa negli ambienti a lui riservati, al decimo piano dell’ospedale, il decorso post-operatorio procede regolarmente. Il ritorno in Vaticano, “salvo complicazioni”, non dovrebbe avvenire pero’ prima di sette giorni: si vedra’ quindi se il Pontefice potra’ ripresentarsi ai fedeli, e con quali modalita’, all’Angelus di domenica prossima, che al momento resta comunque confermato. Ed e’ aperta la possibilita’ anche di un Angelus dal Gemelli, come quelli di papa Wojtyla. “Sua Santita’ Papa Francesco e’ in buone condizioni generali, vigile e in respiro spontaneo”, ha riferito il bollettino diramato a mezzogiorno dal direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni. L’intervento chirurgico per la stenosi diverticolare effettuato nella serata del 4 luglio “ha comportato una emicolectomia sinistra ed ha avuto una durata di circa tre ore”. “Si prevede una degenza di circa sette giorni salvo complicazioni”, ha aggiunto il portavoce della Santa Sede. Un’operazione di non breve durata, quindi, quella subita dal Papa, a cui comunque Francesco – era stato riferito gia’ ieri in tarda serata – “ha reagito bene”, anche per quanto riguarda poi il recupero post-anestesia generale. E di quanta attenzione e professionalita’ sia stata dedicata dal Gemelli al paziente di cosi’ alto riguardo ne e’ prova anche la numerosa equipe medico-specialistica – 10 persone – presente in sala operatoria: dal chirurgo Sergio Alfieri, agli assistenti Luigi Sofo, Antonio Tortorelli e Roberta Menghi, dagli anestesisti Massimo Antonelli, Liliana Sollazzi, Roberto De Cicco e Maurizio Soave, fino a Giovanni Battista Doglietto, direttore del Fondo vaticano di Assistenza sanitaria (Fas), e a Roberto Bernabei, noto geriatra e dal febbraio scorso medico personale del Papa. Il pronto recupero post-operatorio di Francesco, grazie alla sua forte fibra malgrado gli 84 anni, e’ confermato dal fatto che non si trova in Terapia sub-intensiva: ci e’ solo passato, come e’ normale in un’operazione come quella da lui subita, subito dopo la sala operatoria, per monitorarlo. Anzi, si e’ potuto apprendere che il Papa, come e’ nel suo carattere, non ha mai perso il buonumore: ha scambiato battute di spirito con medici e infermieri, non abbandonando mai il suo caratteristico ‘sense of humour’. E mentre anche il Papa emerito prega per lui, come ha detto a News Mediaset il segretario personale di Benedetto XVI monsignor Georg Gaenswein, giungono a Bergoglio attestati di vicinanza e affetto e messaggi augurali e di pronta guarigione da tutto il mondo, compresi diversi tra i principali leader politici e religiosi. Dopo il messaggio di ieri da Parigi del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, oggi il premier Mario Draghi ha espresso “affettuosi auguri di rapida convalescenza e pronta guarigione al Santo Padre”. “Auguri fraterni per una rapida convalescenza” giungono in un messaggio dal Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo. E a confermare l’amicizia fraterna che li lega, il messaggio su twitter dell’imam sunnita Ahmad al-Tayyeb dell’Universita’ di Al Azhar con gli auguri al “caro fratello” per una “rapida ripresa che lo restituisca alla sua missione per l’umanita’”. Il presidente della Nigeria Muhammadu Buhari in una dichiarazione riportata dal suo staff, non solo ha augurato pronta guarigione al Pontefice ma ha anche invitato tutta la popolazione, tanto amata da Francesco, a riunirsi in preghiera. Cosi’ anche il presidente di Malta e quello del Venezuela Nicolas Maduro, che in particolare nel suo messaggio, a nome di tutto il popolo, ha affidato Francesco al beato Jose’ Gregorio Hernandez Cisneros, il “medico dei poveri” beatificato il 30 aprile scorso a Caracas. Tra i tanti messaggi di preghiera e auguri per il Papa, dall’Italia quelli della comunita’ diocesana di Roma e della Cei. “La attendiamo domenica prossima, dalla finestra del Palazzo Apostolico, per pregare insieme l’Angelus e ascoltare la Sua parola”, auspica il cardinale presidente Gualtiero Bassetti.

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Cronache

Killer stipendiati e legami mafiosi nel mondo della ristorazione a Napoli: i segreti nel racconto di un pentito

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Nel cuore di Napoli, una trama intricata di affari illeciti e riciclaggio di denaro si snoda all’ombra di noti ristoranti, tra cui il celebre “Dal Presidente” in zona Tribunali. Le indagini, culminate in recenti blitz, hanno messo in luce una realtà allarmante legata al clan Contini, famigerata organizzazione camorristica con interessi che si estendono ben oltre le attività criminali tradizionali.

Secondo le rivelazioni di collaboratori di giustizia e le indagini condotte dalla Procura Anticamorra di Napoli, membri del clan, tra cui presunti killer, percepiscono stipendi mensili paragonabili a quelli di un top manager, oscillanti tra i cinque e i seimila euro. Una cifra notevole, specialmente considerando il ruolo e i rischi legali che questi individui assumono all’interno dell’organizzazione.

L’inchiesta, guidata dai pm Alessandra Converso, Ida Teresi e Daniela Varone, ha svelato come il clan abbia investito in attività economiche apparentemente legittime, come pizzerie e servizi di car sharing, non solo a Napoli ma anche a Roma, per riciclare denaro sporco. Un’operazione recente ha portato all’arresto di diversi imprenditori e uomini d’affari, accusati di supportare le attività del clan.

Uno degli arrestati, l’imprenditore Massimiliano Di Caprio, è accusato di avere legami diretti con il clan e di utilizzare il suo ristorante come facciata per il riciclaggio di capitali illeciti. Di Caprio, difeso dall’avvocato Fabio Visco, nega tutte le accuse, sostenendo la sua innocenza. Anche Vincenzo Capozzoli, altro indagato, si difende dalle accuse di riciclaggio, ribadendo durante l’interrogatorio di non avere alcuna relazione con i guadagni del ristorante incriminato.

Le indagini hanno anche coinvolto professionisti come la commercialista Nappo, attualmente agli arresti domiciliari, e altri soggetti ritenuti prestanome o complici nelle operazioni di riciclaggio e gestione degli affari illeciti del clan.

Questo scenario ha acceso i rifletori sulla necessità di maggiore trasparenza e controlli nel settore della ristorazione e oltre, in un tentativo di contrastare la penetrazione della criminalità organizzata nell’economia legale. La vicenda ha scosso l’opinione pubblica e sollevato importanti questioni sulla sicurezza e l’integrità economica di Napoli, una città già segnata da un lungo e doloroso confronto con la criminalità organizzata.

 

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Giuseppe, ucciso a 17 anni da un fulmine mentre pascolava le sue bestie

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Un ragazzo di 17 anni è morto nel pomeriggio nelle campagne di Santeramo in Colle nel Barese dopo essere stato colpito da un fulmine. La vittima era impegnata, assieme al padre, in attività di pascolo quando è stato sorpreso da un violento temporale nel corso del quale è stato raggiunto dalla potente scarica elettrica che lo ha fatto cadere a terra. Pare che il ragazzo sia riuscito a rialzarsi ma è morto poco dopo, per arresto cardiocircolatorio. Sul posto, oltre ai carabinieri, è intervenuto il personale del 118 che ne ha constatato il decesso.

“Perdere la vita, a soli 17 anni, è una tragedia che nessuno potrà mai capire. Esprimo il mio sentito cordoglio alla famiglia di Giuseppe, giovane studente santermano, che frequentava l’Istituto tecnico e tecnologico “Nervi-Galilei” di Altamura. Il suo sorriso, la sua determinazione e la dedizione al lavoro resteranno nei cuori di quanti lo hanno conosciuto. Un forte abbraccio a chi gli era vicino”. Lo scrive sulla sua pagina Facebook il sindaco di Altamura, in provincia di Bari, Antonio Petronella, all’indomani della morte dii Giuseppe Cacciapaglia, colpito da un fulmine nelle campagne di Santeramo in Colle durante un temporale. Fino a all’anno scorso il sindaco Petronella era il dirigente dell’istituto scolastico superiore frequentato dal giovane scomparso.

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Corruzione elettorale, indagato capogruppo FdI in Puglia

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Un’altra inchiesta per presunta corruzione elettorale agita la politica pugliese. Questa volta ad essere coinvolto è un esponente del centrodestra, Francesco Ventola, capogruppo di FdI in Consiglio regionale, candidato alle Europee in ticket con Giorgia Meloni. La vicenda è stata dall’ ex assessore regionale Andrea Silvestri. Sia Ventola che Silvestri sono residenti a Canosa. Il primo sostiene la maggioranza del sindaco, l’ex assessore è all’opposizione. Ventola sarebbe dunque indagato dalla procura di Trani per associazione a delinquere e corruzione elettorale in relazione alle amministrative di Canosa in Puglia del 2022.

“È vero – sottolinea Silvestri nel video, rimosso da Facebook ma diventato virale sulle chat – che c’è una inchiesta a Canosa, e questa inchiesta riguarda il sindaco, il presidente del Consiglio comunale, un consigliere comunale e il consigliere regionale? Non mi hanno detto sì, non mi hanno detto no. Siccome siete restii, siete quasi omertosi, adesso facciamo lo scoop”. Ventola ha spiegato di aver ricevuto a febbraio un avviso di proroga delle indagini.

“Rilevo – ha detto il capogruppo di FdI – che per la seconda volta Andrea Silvestri getta fango, in modo calunnioso, sulla mia persona e sull’amministrazione comunale di Canosa. Infatti già qualche mese parlò dell’inchiesta, innescata dal suo entourage. Abbiamo denunciato Silvestri – ha riferito Ventola – per quelle dichiarazioni calunniose e false e vagliamo ora attentamente anche le più recenti propalazioni”. Il capogruppo di FdI in Consiglio regionale ha poi rammentato una vicenda giudiziaria per la quale il suo rivale politico fu arrestato nel 2004 e poi condannato. Ventola ha ricordato inoltre che lo scorso dicembre, nella discussione sulla legge di bilancio, propose con un emendamento la sospensione del trattamento di vitalizio agli ex consiglieri regionali condannati in via definitiva per reati contro la pubblica amministrazione, con un chiaro riferimento alla condizione dell’ex assessore Silvestri. Quest’ultimo ha replicato: “sono procedimenti di più di vent’anni fa, per i quali ho patteggiato: ora sono un cittadino e un libero professionista e le mie questioni con la giustizia le ho risolte all’epoca. È Ventola, in quanto personaggio pubblico candidato alle Europee, che deve rispondere del suo operato”.

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