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Parte operazione Italia-Spagna, Mancini studia cambi

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L’Italia torna in viaggio, stavolta la meta e’ la finalissima europea in programma fra una settimana a Wembley, dove martedi’ sera provera’ a realizzare il sogno. L’ultimo ostacolo e’ la Spagna, una rivale storica, arbitrera’ il tedesco Brych. ”Sara’ una sfida bella e difficile, fra due squadre che si assomigliano, entrambe vogliono sempre il pallino del gioco, quindi noi faremo di tutto per prendercelo e far andare i nostri avversari fuori tempo. La Spagna che ha vinto l’Europeo aveva un centrocampo formidabile, Xavi e Iniesta sono stati modelli che hanno ispirato tutti, non solo il sottoscritto. Noi cercheremo di ripetere quanto hanno fatto e magari fare anche meglio”. Suona la carica Nicolo’ Barella, uno dei punti fermi di questa Nazionale come dell’Inter fresca di scudetto: il 24enne giocatore sardo sogna l’accoppiata e lavora per riuscirci insieme ai propri compagni. Oggi ultimo allenamento, preceduto in mattinata dai tamponi, prima della nuova partenza prevista domani alle 11 da Firenze con un volo charter, Mancini medita di confermare per gran parte la stessa formazione che ha superato il Belgio venerdi’ scorso nei quarti, unica eccezione ovviamente l’impiego di Emerson favorito per sostituire Spinazzola che dopo il gravissimo infortunio (lesione al tendine d’Achille) ha lasciato ieri Coverciano per operarsi. ”Faremo di tutto per renderlo orgoglioso e festeggiare per lui regalandogli una gioia” hanno detto in corso Barella e Chiesa. E’ un’Italia che sta raccogliendo e consensi da piu’ parti, un’Italia che vanta un centrocampo fra i migliori, un’Italia che veleggia a suon di record e grandi prestazione. ”Bello ricevere tanti complimenti, stiamo facendo un lavoro importante anche se a fare la differenza e’ il gruppo. Come all’Inter anche qui – ha detto Barella – c’e’ una grandissima unita’ d’intenti, l’obiettivo nel mio club era vincere lo scudetto e ci siamo riusciti, qui era arrivare il piu’ lontano possibile in questa competizione e ce la stiamo facendo. Grazie a Mancini che ha trasmesso una mentalita’ vincente, scendiamo sempre in campo per vincere, e’ stato cosi’ fin dall’inizio del torneo e lo faremo fino alla fine”. Insomma, gli azzurri non si nascondono e ora che comincia il bello a maggior ragione. ”Il nostro ct ci ha detto di fare un passo per volta – ha raccontato Federico Chiesa al sito della Uefa svelando il messaggio lanciato da Mancini ai suoi dopo il successo sul Belgio – Il segreto e’ il gruppo, ci sentiamo quasi come fratelli, e questo e’ merito suo e del suo staff formato da tanti ex campioni”. La Spagna come ultimo ostacolo, la Spagna da superare per realizzare il grande sogno e centrare la grande impresa: ”Loro giocano in modo diverso, con il 4-3-3 – ha aggiunto il figlio d’arte – noi siamo piu’ dinamici in tutte le fasi di gioco, pero’ entrambe le squadre puntano a tenere palla, ad un pressing alto offensivo, cercando sempre di dominare l’avversario. Loro magari lo fanno da piu’ tempo, noi sfruttiamo il possesso palla per finalizzare e costruire piu’ occasioni in attacco”. E su questo gli azzurri hanno lavorato durante l’allenamento, fatta eccezione per Toloi e Belotti che dopo la fase di riscaldamento hanno svolto un lavoro specifico, a parte, per qualche fastidio fisico, anche se nel rispetto di un programma gia’ stabilito. Quindi non sembrano esserci allarmi nel clan azzurro, e salvo imprevisti davanti a Donnarumma agiranno Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini e Emerson, nel mezzo Barella, Jorginho e Verratti, in attacco Chiesa, Immobile e Insigne, nessun stravolgimento tattico anche se dietro le quinte scalpitano il recuperato Florenzi (dovesse toccare a lui gli farebbe posto il napoletano Di Lorenzo), Locatelli, Pessina e Berardi. ”Qui siamo tutti titolari – ha ribadito Barella .- Parlare ad esempio solo di me, Verratti e Jorginho sarebbe irrispettoso, insieme a quello dell’Inter e’ il centrocampo piu’ forte in cui abbia mai giocato. Qui c’e’ grande rispetto ma pure una sana rivalita’ che ci spinge tutti a fare sempre meglio”. Il conto alla rovescia e’ gia’ cominciato. Ad un passo dal sogno.

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Tonali stop anche in Inghilterra, ma da agosto in campo

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Niente prolungamento di squalifica per Sandro Tonali, che potrà tornare a giocare a fine agosto, come inizialmente stabilito dalla Federcalcio italiana. La FA, la federcalcio inglese, ha dunque deciso di non allungare la sospensione del centrocampista italiano, limitandosi a comminargli uno stop di due mesi con la condizionale per la violazione delle regole anti-scommesse. Una sospensione che Tonali non dovrà scontare se non commetterà nuovamente il reato in questione.

Le autorità inglesi avevano aperto un procedimento a carico del nazionale italiano per una serie di scommesse illecite, all’incirca 50, effettuate tra il 12 agosto, ovvero il giorno del suo debutto in Premier League con la maglia del Newcastle, e il 12 ottobre, quando gli inquirenti italiani lo avevano interrogato a Coverciano, dove si trovava in ritiro con la nazionale. Oltre allo stop di due mesi, che verrà cancellato al termine del prossimo campionato se il reato non verrà commesso di nuovo, la Fa ha inflitto al centrocampista una multa di circa 25mila euro. Una sanzione tutto sommato leggera, favorita dalla confessione dello stesso Tonali che di fatto si era auto-denunciato alla procura sportiva inglese una volta emersa la violazione.

Una ricostruzione dei fatti confermata dalla stessa Fa nel notificare le motivazioni della sentenza: “Tonali ha sempre collaborato con le indagini e ha fornito anche il suo cellulare in modo da dare alla FA tutti gli elementi per trarre le proprie conclusioni. La federazione inglese ha basato la propria indagine sull’autodenuncia di Tonali, segnalando come attenuanti l’esistenza di una squalifica già in essere, quella stabilita dalla Figc, per violazioni che – se commesse in Inghilterra – avrebbero portato ad una squalifica massima di 6 mesi”. Nel corso della sua auto-denuncia, l’ex Milan aveva confessato di aver scommesso anche su quattro partite del suo Newcastle, puntando sempre sulla vittoria, e di aver sempre giocato non per vincere o guadagnare denaro, bensì perché affetto da ludopatia.

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Mercato: su Conte ora c’è il Chelsea, Milan ecco Martinez

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Sono sempre gli allenatori i protagonisti, almeno per ora, del calciomercato in Italia. Ha tenuto banco, per giorni, la questione di LOPETEGUI al Milan, con tanto di hashtag dei tifosi rossoneri contrari all’arrivo dell’ex ct della Spagna. Il quale ha fatto sapere di essere molto contrariato per l’accaduto e ora riflette sulla proposta del Manchester United, mentre al Milan salgono le quotazioni di MARTINEZ, attuale ct del Portogallo, FONSECA e DE ZERBI, che però ha una clausola rescissoria di 14 milioni con il Brighton. E a proposito di club inglesi: il Chelsea avrebbe deciso di esonerare Pochettino a fine stagione, e la prima scelta del patron del club, Todd Boehly, sarebbe CONTE.

Ci sarebbero già stato contatti con l’entourage dell’ex ct azzurro, che con il Chelsea ha vinto il titolo della Premier League nel 2017. Se il ritorno del tecnico leccese ai Blues si concretizzasse, potrebbe tornare a Londra per rimanerci LUKAKU, molto stimato da Conte. Il quale è nei piani anche del Napoli, che però ora potrebbe orientarsi su altri, in primis PIOLI, stimato da De Laurentiis.

Sulla scena è tornato anche MOURINHO, con uno spot in cui allude a Londra, forse non solo come sede della finale di Champions ma anche per un suo possibile futuro (il West Ham cerca un manager per la prossima stagione). A Bologna si registra il crescente interessamento del Tottenham per CALAFIORI e si cerca di risolvere i rebus THIAGO MOTTA, sempre in pole per la Juventus se andrà via ALLEGRI, e ZIRKZEE, per il quale si è rifatta sotto la Juventus. I bianconeri, con il ds Giuntoli, guardano anche a ZHEGORVA, 25enne esterno offensivo della nazionale kossovaro che gioca in Francia nel Lilla. Fonti vicine al giocatore riferiscono dell’interesse della Roma per CHIESA, mentre in casa Lazio si tenterà l’approccio con il Monza per COLPANI. IMMOBILE potrebbe rimanere a Formello, mentre al Milan, che per la difesa segue DIEGO CARLOS dell’Aston Villa (BUONGIORNO del Torino costa troppo), c’è Ibrahimovic che in prima persona sta cercando di risolvere la grana CAMARDA, giovanissimo bomber che ha appena compiuto 16 anni e quindi deve firmare il primo contratto.

L’agente Beppe Riso ha fatto delle richieste che il Milan ritiene troppo elevate, ‘Ibra’ si è arrabbiato, il Borussia Dortmund segue la questione a fari spenti ma con grande interesse. Il Napoli, che cederà OSIMHEN (il Paris SG è la destinazione più probabile), si sta invece muovendo per prendere DAVID dal Lilla e FERGUSON dal Bologna, Quest’ultimo però potrebbe rimanere dov’è perché vorrebbe giocare la Champions. KVARATSKHELIA avrà un adeguamento dell’ingaggio, pare a 4 milioni all’anno, così da poter respingere le lusinghe del Barcellona, al quale è stato proposto VERRATTI, già stanco del calcio del Qatar. Si è mossa anche l’Inter, che ha chiesto al Frosinone informazioni su BRESCIANINI.

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Ayrton Senna, trent’anni dopo: un mito e una bella persona

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Scusate il ritardo ma dopo trent’anni parlare di Ayrton che non c’è più a me fa ancora male. Soprattutto non mi piace celebrare una scomparsa. Per questo arrivo solo il giorno dopo.
L’ho conosciuto che correva in Formula Ford, si chiamava Ayrton Senna da Silva ma poi ha scelto di portare solo il cognome di sua madre, di origini napoletane e l’ho seguito durante la sua carriera, mi ha regalato molti scoop emozionanti ma il giorno che è morto non ero a Imola perché avevo l’esame di subacquea. E chi se la dimentica quella giornata: ero appena uscita dall’acqua per la prova per il brevetto open, ero a Sant’Angelo, nella mia Ischia. I miei colleghi sub mi dissero: vedi che Senna ha avuto un brutto incidente. Tornai di corsa a casa di mio fratello dove stavo in quei giorni ed accesi la tv giusto quando annunciarono che Ayrton era morto. E da allora io non me la sento di vedere la Formula 1.

Senna

Ogni volta ci provo ma troppi ricordi affollano la mia mente: Ayrton che pulisce il casco mentre siamo seduti sulle gomme nella prima intervista. Che mi fa entrare mentre sta girando uno spot pubblicitario a dispetto dello sponsor. Che si concede alle mie domande per l’Europeo mentre non parla con gli altri. Che telefona con me al mio direttore di allora, Marcello Sabbatini. E quando mi offre un suo pass per entrare al GP di Francia… E l’ultima intervista quando tutti dicevano che si sarebbe ritirato… E poi ai box suo fratello, mamma Joanna, l’impegno nel sociale per aiutare i bimbi sfortunati, la pastasciutta e quel messaggio registrato per un ragazzino ricoverato in coma all’ospedale di Imola . “Ana, non lo scrivere”, mi disse allora: pudico sempre quando faceva qualcosa per aiutare gli altri. Faceva tanto bene ma non lo diceva a nessuno. Una perdita vera, non solo per l’ automobilismo (un mondo al quale stava diventando scomodo quale paladino della sicurezza) e per la sua famiglia, ma per tutti, perché era un esempio positivo. Addio, Ayrton. Trent’anni dopo, un ricordo immutato.

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