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La Campania si adegua: De Luca dice sì al mix di vaccini sotto i 60 anni

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Alla fine anche De Luca si e’ dovuto adeguare: niente richiami con i vaccini di Astrazeneca e Johnson per chi ha meno di 60 anni e si’ dunque anche in Campania – come nel res to d’Italia – ai vaccini eterologhi. Vale a dire la somministrazione della seconda dose di un vaccino a m-Rna (Pfizer e Moderna) a chi ha gia’ avuto Astrazeneca (e dunque un vaccino a vettore virale) come prima iniezione. Ma solo per chi ha meno di 60 anni. Gli altri, gli over 60 gia’ vaccinati con Astrazeneca e in attesa di richiamo, potranno bissare il vaccino anglo-svedese in tutta sicurezza. Si conclude cosi’ la querelle tra governo regionale ed esecutivo sui richiami dopo le nuove indicazioni nazionali seguite al decesso di una 18 enne a causa delle reazioni al vaccino Astrazeneca. I dubbi del governatore campano – scettico sull’opportunita’ di combinare vaccini concepiti in maniera diversa tra loro – sono venuti meno davanti a una lettera giunta in Regione in mattinata con la quale il Ministero della Salute ha rassicurato sull’efficacia e la sicurezza della pratica eterologa. “I dati attualmente disponibili – fanno notare dal Governo in risposta alla richiesta di spiegazioni sollecitata domenica dalla Regione – derivanti in particolare da due studi clinici condotti rispettivamente in Spagna e Inghilterra e citati nella vostra nota, forniscono informazioni rassicuranti in merito all’efficacia (in termini di buona risposta anticorpale) e alla sicurezza (in termini di accettabilita’ degli effetti collaterali) sul completamento del ciclo vaccinale, con un vaccino a mRNA, nei soggetti di eta’ inferiore ai 60 anni che abbiano gia’ effettuato una prima dose di vaccino Vaxzevria (ciclo vaccinale misto)”. “Da diverso tempo – si fa notare a sostegno della tesi – in Germania, Francia, Danimarca, Finlandia, Svezia, Canada e piu’ recentemente in Spagna, si sta utilizzando tale approccio e a oggi non sono emersi segnali di allarme di vaccino-vigilanza”. De Luca si adegua e annuncia il nuovo corso, basta con Astrazeneca e Johnson sotto i 60 anni. Ma nella nota della Regione non manca una stilettata al Commissario di Governo: “Ci auguriamo – dice il governatore – che le vicende degli ultimi giorni convincano tutti della necessita’ di porre fine al caos comunicativo e informativo sui vaccini. E’ indispensabile parlare con una voce sola. Cessino le comunicazioni quotidiane del commissario Covid, che va ricondotto a una silenziosa funzione tecnico-logistica”. “Nel merito della risposta ministeriale – spiega De Luca non dissipando i dubbi della Regione – osserviamo che non e’ detto in modo esplicito cosa si fa in caso di terza dose per chi ha ricevuto due vaccini diversi, che lo studio inglese richiamato e’ relativo a una platea estremamente ridotta per la fascia di eta’ sotto i 50 anni, e non e’ definitivo. Prendiamo atto del pronunciamento e della conseguente assunzione di responsabilita’, del Ministero della Salute”. La conclusione e’ in una richiesta aggiuntiva di vaccini, essenziali per vaccinare la regione piu’ giovane d’Italia ora che non si puo’ piu’ contare su Astrazeneca e Johnson. Un caso Campania, intanto, esplode anche sul fronte del bollettino dei nuovi contagi: a seguito di una verifica dei dati forniti dall’Asl e’ stato possibile riscontrare che oltre 48mila guariti sono stati erroneamente indicati come attualmente positivi e tuttora in isolamento domiciliare. Il refuso contabile nel giorno in cui i nuovi positivi al Covid in Campania sono 136, per un tasso di incidenza si attesta all’1,86% sotto la soglia del 2%, un traguardo che mancava da tempo. Nel bollettino dell’Unita’ di crisi, aggiornato alla mezzanotte scorsa, si segnalano tuttavia 15 nuove vittime. Segno che il Covid non e’ ancora sconfitto.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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