Senza il cognome Casaleggio, con il volto di Giuseppe Conte e con Beppe Grillo “arbiter” del nuovo corso: dopo un’attesa lacerante nasce il nuovo Movimento 5 Stelle. L’ex premier e Davide Casaleggio siglano una faticosa intesa, “facilitata” dall’intervento del Garante della Privacy: il primo si impegna a “onorare i debiti” nei confronti dell’Associazione Rousseau, il secondo formalizza la consegna dei dati degli iscritti. Il M5S “forte delle sue radici, entra in una nuova storia. Giugno segna l’inizio del nostro ‘secondo tempo’”, esulta Conte dando gia’ un primo timing: entro la fine del mese, su una una nuova piattaforma, gli iscritti potranno votare su Statuto, Carta dei valori e nuovo leader. Inizia, insomma, il “regno” dell’avvocato del Popolo con l’ipotesi, tra l’altro, di un suo ingresso alla Camera alle suppletive del prossimo autunno. Camera dove si insediera’ anche Rocco Casalino, tra i principali trait d’union tra il vecchio e il nuovo Movimento. Ma non ci sara’ il marchio Casaleggio. “Con dolore mi disiscrivero’ dal M5S come tanti hanno deciso di fare negli ultimi mesi. Questo non e’ piu’ il Movimento e sono certo non lo avrebbe piu’ riconosciuto nemmeno mio padre”, e’ l’addio al veleno scolpito da Casaleggio sul suo blog.I termini finanziari dell’intesa non sono noti. Conte e Rousseau avrebbero chiuso, secondo alcune indiscrezioni, ad una cifra attorno ai 250mila euro, da pagare in un certo periodo di tempo da parte del nuovo Movimento al quale gli eletti devono, mensilmente, mille euro. La piattaforma Rousseau sara’ sostituita da quella fornita, con tutta probabilita’, dalla Isa srl, societa’ con sede a Viterbo. Sara’ una piattaforma tecnica, cosi’ come aveva preannunciato Conte presentando un Movimento che, almeno all’esterno, potrebbe essere piu’ partitico, con tanto di sede fisica (a Roma, a due passi da Montecitorio), segreteria e scuola di formazione ad hoc. L’intesa potrebbe placare i gruppi parlamentari, sempre piu’ simili a un campo minato e nei quali cresce l’insofferenza verso il governo Draghi. L’ultimo decreto, quello sul reclutamento per la Pa, a tanti non e’ piaciuto: non ci sono garanzie adeguate sulla legalita’ delle assunzioni, e’ il mantra che circola tra gli scontenti. E anche i primi passi del ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani a diversi non piacciono. Giovedi’, in un assemblea congiunta cruciale, si discutera’ di questo e delle prossime riforme. Una su tutte, quella sulla giustizia. Ma il malcontento, nelle prossime settimane, potrebbe crescere e sfociare in nuove fuoriuscite, con due fattori dirimenti: l’arrivo del semestre bianco e le scelte di Conte sulle deroghe al secondo mandato. Ed e’ un malumore che s’incrocia con quelli, soprattutto locali, nei riguardi dell’alleanza con il Pd. Il Patto per Napoli non ha sciolto tutti i nodi. E perfino Goffredo Bettini, tra gli ideologici dell’alleanza Pd-M5S, oggi avverte: “tra di noi e’ giunto il momento della chiarezza”. E il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, tessitore, dietro le quinte, del M5S 2.0, non a caso avverte gli eletti: “Adesso piu’ che mai dobbiamo fare squadra, coinvolgendo tutti. Con Giuseppe Conte possiamo rilanciare il Movimento, ora dobbiamo sostenerlo e blindare la sua leadership”. Dalla sua, l’ex premier, ha una popolarita’ che travalica i tradizionali confini del M5S. In meno di un’ora il post su Fb in cui Conte annuncia l’intesa incassa oltre 25mila like. “E’ tempo di essere realisti ma anche di lavorare per “realizzare l’impossibile”, e’ il primo claim lanciato dall’ex premier. Dall’altra parte Casaleggio promette che il percorso di Rousseau andra’ avanti. Potrebbe sfociare in un nuovo partito di “custodi dell’ortodossia” grillina. Mentre l’altro grande ex, Alessandro Di Battista, per ora non si sbilancia, se non per sposare, partecipando alla manifestazione di oggi a Roma, la causa palestinese.