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Cronache

‘Ndrangheta nel nord Italia, due anni di carcere all’ex attaccante della Juventus Iaquinta, 19 anni per il padre

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Il processo è quello scaturito dall’inchiesta Aemilia, che portò in cella nel 2015  decine di presunti appartenenti alla ‘ndrangheta nel nord Italia. Circa 250 gli indagati che mostravano la penetrazione della mafia calabrese in Emilia e più in generale nel Nord Italia. Tra i tanti indagati ci sono anche Vincenzo Iaquinta, ex attaccante della Juventus e della Nazionale. Oggi è stato condannato a due anni di reclusione. Per lui la Dda aveva chiesto sei anni, per reati di armi. Il padre dell’ex calciatore, Giuseppe Iaquinta, accusato di associazione mafiosa, è stato condannato invece a 19 anni di carcere. Padre e figlio se ne sono andati dall’aula del tribunale di Reggio Emilia urlando “vergogna, ridicoli” mentre è ancora in corso la lettura del dispositivo. E per questo è probabile che vengano indagati per oltraggio alla corte se qualcuno scriverà una relazione di servizio sulle imprecazioni e offese lanciate mentre il giudice leggeva il verdetto.

Il processo ha disegnato i rapporti strettissimi, di dipendenza, delle cellule della ‘ndrangheta in Emilia e la capo fila di Cutro. Tra Cutro e Reggio Emilia ci sono quasi mille chilometri di distanza. Eppure quel piccolo paese nel crotonese decideva molte delle cose che accadevano a Reggio Emilia. A Cutro si decidevano gli appalti della ricostruzione nel cratere dei comuni colpiti dal terremoto 2012, a Cutro si stabilivano quali candidati sindaci andavano votati a Brescello o a Parma, a Cutro si sceglievano gli imprenditori da taglieggiare a Modena o Mantova. Era la geografia della ‘ndrangheta, con programmi e organigramni nella benestante Emilia Romagna. E non era, non è, mafia infiltrata. È mafia radicata sul territorio. Vive al nord, lavora al nord, crea ricchezza al nord.  Tra gli indagati e processati e condannati ci sono manager insospettabili, politici locali, giornalisti, consulenti, usurai. e calciatori importanti, come Iaquinta.

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Cronache

Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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Otto milioni evasi al fisco, tre aziende irpine nei guai

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False fatturazioni ed altrettante inesistenti operazioni transnazionali per evadere le imposte dirette e i versamenti Iva. Tre aziende operanti in provincia di Avellino sono state denunciate dalla Guardia di Finanza per una evasione complessiva di otto milioni di euro nel corso di altrettante verifiche fiscali. Cinque milioni sottratti alla tassazione dirette e 1,5 milioni all’Iva. Nel corso dei controlli è anche emerso che un professionista del capoluogo ha sottratto mezzo milione di euro all’erario facendo figurare come acquisite prestazioni tecniche, in realtà mai ricevute, ma falsamente fatturate da una società a lui riconducibile.

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Fassino denunciato, informativa Polaria trasmessa a pm

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E’ all’attenzione dei magistrati della Procura di Civitavecchia l’informativa della Polaria sull’episodio del furto di una confezione di profumo da parte del parlamentate Piero Fassino in un negozio del duty free di Fiumicino e costata una denuncia. Allegato all’incartamento anche il video di quanto avvenuto il 15 aprile scorso nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell’esercizio commerciale. Nei giorni scorsi è emerso dal racconto di alcuni dipendenti del negozio che Fassino sarebbe stato autore già di un tentativo di furto nelle scorse settimane. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.

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