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Cronache

Cristina Guidetti, ex modella modenese sfigurata dal chirurgo: mi ha rovinata, nemmeno un euro di risarcimento

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Cristina Guidetti, 45 anni, ex modella, aveva concordato col chirurgo estetico di fiducia alcuni piccoli interventi per la rimozione  di piccole imperfezioni al viso. Nulla di particolarmente difficile o preoccupante. Era il 30 gennaio del 2012 quando Cristina, una bella donna modenese, entrò in clinica per quello che og

Cristina Guidetti. Nelle due foto potete vedere com’era prima dell’intervento e com’è ora

gi diremmo doveva essere un banale trattamento col laser.  Il tutto doveva essere fatto in poche ore a Padova, in una clinica privata. Tecnicamente un intervento di resurfacing. Quel trattamento andò male, per motivi che sarebbe lungo spiegare. La denuncia, il processo e qualche giorno fa la condanna ad un anno di reclusione, pena sospesa, per Massimo Rambotti, 62enne chirurgo originario di Foligno che operò e sfigurò Cristina.

“Dopo quella operazione sono rimasta sfigurata, riportando sul mio volto delle cicatrici che resteranno per sempre, nonostante i 42 trattamenti affrontati successivamente, che mi sono costati 93mila euro. Ho perso il mio lavoro di modella, atteso più di sei anni per vedere la sentenza di primo grado. Ad oggi non ho ricevuto nemmeno un euro di risarcimento. Vi sembra giustizia questa? A me no”, ha detto Cristina, come riportato oggi da La Gazzetta di Modena e Il Resto del Carlino. “Mi fidavo di Rambotti, era tra i più stimati”.
Il giudice monocratico di Padova ha riconosciuto Rambotti colpevole di lesioni gravissime, mentre la prescrizione incombe (la querela di parte risale al settembre del 2012). “Per tutti questi anni, più di sei, sono andata alle udienze, sempre. Anche quando i trattamenti che facevo per curarmi mi rendevano come un mostro. Le mie condizioni erano la prova evidente di che cos’era accaduto. Eppure non è bastato c’è voluto così tanto tempo per avere soltanto una sentenza di primo grado con la prescrizione dietro l’angolo”. Il racconto di Cristina Guidetti, ex modella 45enne che in passato ha lavorato per noti marchi della moda, continua: “Quando uscivo di casa la gente si teneva a distanza, mi schivava. Nonostante i miracoli fatti da altri medici i segni resteranno per sempre. Quanto ci vorrà ancora per avere un risarcimento in sede civile? Il dolore che ho provato non è bastato? La giustizia, quella vera, è qualcos’altro”.

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Napoli, gli sparano per uno scooter: le immagini shock della rapina, le parole della mamma

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Una rapina violenta che ha visto la vittima, un giovane ingegnere napoletano, rischiare la vita. Tutto ripreso dalle telecamere di sorveglianza dell’impianto. Una vicenda assurda, accaduta la sera del 29 marzo a San Giovanni a Teduccio, in via di Reggia di Portici. L’ingegnere va fare carburante al suo scooter, quando due rapinatori lo aggrediscono perchè vogliono il mezzo del 32enne. Lo minacciano, lo strattonano, provano a farlo scendere e infine uno dei due estrae la pistola e gli spara alle gambe. Lui cade, ferito, con tutto lo scooter. Trasportato all’ospedale del Mare, per qualche giorno è in pericolo di vita, adesso non lo è più, ma è comunque grave.

Le immagini del video della rapina sono violente, danno l’idea della crudeltà dei rapinatori che sono stati disposti a fare e poi pagare un omicidio per un vecchio SH che gli avrebbe fruttato poche decine di euro. Senza alcuno scrupolo.

 

La mamma della vittima scrive su Facebook, raccontando i momenti di angoscia che ha vissuto: “Mi avevano nascosto tutto, ma mio figlio Fabio, non rispondeva ai messaggi, non volevano darmi altro dolore. Ho realizzato stanotte che qualcosa non andava. Ho appreso solo stamani. Mio figlio è fuori pericolo, il mio cuore è impazzito, abbiamo avuto un miracolo, mio marito Enzo l’avrà protetto dal cielo. Confido che vengano presi questi criminali, e ringrazio il Signore che ha protetto mio figlio da una peggiore disgrazia. Sono distrutta, il dolore nel dolore…”

 

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Cronache

Figlia muore per un malore, la madre anziana di stenti

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Dramma della solitudine a Pergine Valsugana, in Trentino, dove una donna di 55 anni, Franca Bernabè, è morta per un malore e la madre anziana, Filomena Antonacci di 82 anni, solo giorni dopo, probabilmente di stenti. Lo scrive oggi la stampa locale. Le due donne condividevano un appartamento dell’istituto di edilizia sociale trentino in via Petrarca.

La figlia, che si prendeva cura dell’anziana, sarebbe morta, probabilmente per arresto cardiaco, tre settimane fa, la madre solo due settimane dopo. Sono stati i vicini di casa a lanciare l’allarme per i cattivi odori che provenivano dall’abitazione. Sul posto sono anche intervenuti i carabinieri. Madre e figlia sarebbero stati seguiti dai servizi sociali, ma in più occasioni avrebbero rifiutato l’aiuto. Il medico legale ha confermato la morte naturale per entrambi.

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Cronache

Il messaggio del Papa appena uscito dall’ospedale: io sono ancora vivo

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Il Papa sfodera un bel sorriso e la sua solita ironia quando, uscito dall’ospedale, risponde ai giornalisti che chiedevano della sua salute: “Sono ancora vivo, sai”. Una battuta, certo, ma anche un messaggio, e neanche tanto indiretto, a chi, nella gerarchia ecclesiastica, desidererebbe un passo indietro del Pontefice argentino. Francesco sa bene che c’è pronta la fronda di chi non lo ama. Nel 2021, dopo l’operazione al colon, si era sfogato: “So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il conclave”, confidò ad un gruppo di gesuiti incontrati a settembre di quell’anno in Slovacchia. Oggi si è presentato in forma: sorridente, scherzoso.

E’ sceso dalla macchina e ha saluto la gente, in piedi a sottolineare che non è neanche più legato alla sedia a rotelle. Francesco ieri ha mangiato la pizza (altro che brodini da paziente ricoverato), e ha impartito un battesimo in corsia; oggi, prima di rientrare in Vaticano, ha attraversato Roma, mettendo per mezz’ora a soqquadro il centro della città e appena arrivato a Casa Santa Marta si è messo a lavorare. La prima udienza è stata con il cardinale Marc Ouellet. Quello per intenderci con il quale decide le nomine dei vescovi. Poi ha telefonato a don Marco Pozza, il cappellano del carcere di Padova che collabora con ‘A sua immagine’, la trasmissione tv che era pronta mercoledì, proprio nelle ore in cui il Papa invece è corso in ospedale, ad intervistarlo.

“E’ bastata una sua telefonata, appena rientrato a casa, per risentire l’ardore del grande generale, pronto a ritornare in sella. A scendere nell’arena”, dice don Pozza usando un linguaggio quasi ‘militante’. E sì, perché anche se tutti dicono che bisogna superare le correnti nella Chiesa, come fa anche il cardinale tedesco Gerhard Mueller nel suo ultimo libro, è evidente che la divisione tra progressisti e conservatori c’è e, se vogliamo, sembra ampliarsi sempre di più. Francesco allora avvisa tutti: “sono ancora vivo”, “domani celebrerò la Domenica delle Palme”, “non ho avuto paura”. E quindi, oltre alla conferma di tutti gli appuntamenti che erano stati fissati per i prossimi giorni, va avanti con un Bollettino della sala stampa zeppo di nomine e la conferma anche che a fine mese andrà in Ungheria. Con buona pace di chi continua a farsi i conti per il prossimo conclave.

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