“Scoperchio il pentolone, che puo’ fargli danni assurdi”. Cosi’ diceva intercettato Luca Sostegni, presunto prestanome nell’affare della vendita alla partecipata regionale Lombardia Film Commission di un capannone a Cormano, nel Milanese, che fece uscire dalla casse della fondazione 800mila euro. Soldi arrivati in parte a tre commercialisti vicini alla Lega, Michele Scillieri, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, e in parte passati per una rete di societa’, tra cui la fiduciaria Fidirev su cui i pm stanno indagando, anche con una rogatoria in Svizzera, in un’inchiesta che corre parallela a quella genovese sul riciclaggio dei famosi 49 milioni di euro del Carroccio. Era il 9 giugno scorso quando Sostegni, 62 anni e liquidatore di societa’, secondo i pm, appositamente ‘spolpate’, spiegava al telefono a Scillieri “come non comprendesse la ragione per la quale” Di Rubba e Manzoni, il primo anche ex presidente della Lombardia Film Commission, “preferissero, per risparmiare ‘pochi soldi’, fare ‘scoperchiare il pentolone'”. Lui avrebbe chiesto 50mila euro in cambio del silenzio, ne avrebbe ottenuti 25mila, ma nel frattempo mercoledi’ scorso e’ stato fermato dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf mentre stava per scappare in Brasile. Oggi il gip Giulio Fanales, su richiesta dell’aggiunto Eugenio Fusco e del pm Stefano Civardi, ha convalidato il fermo e disposto la custodia in carcere per il 62enne con le accuse di concorso nel peculato ed estorsione (e’ anche indagato per tentata estorsione e reati fiscali). Sostegni, difeso dai legali Vincenzo Lepre e Daniela Pulito, gia’ da ieri a San Vittore ha cominciato a fare ammissioni e a collaborare con i pm che lo interrogheranno nuovamente la prossima settimana. Inquirenti che puntano ad individuare altre operazioni messe in piedi da Scillieri e dagli altri due professionisti, tutti indagati ed ex revisori contabili per la Lega, e che fine abbia fatto la tranche di soldi passata per Fidirev (250mila euro). In piu’ si aggiunge il sospetto di ‘fondi neri’. L’ordinanza del gip certifica che “l’operazione” che porto’ la LFC a comprare a prezzo gonfiato, tra il 2017 e il 2018, l’immobile ebbe “natura sostanzialmente appropriativa”, con Di Rubba e i “suoi sodali” che si impossessarono “del capitale giacente sul conto della fondazione, vincolato alla destinazione pubblicistica”. Ottocentomila euro, su uno stanziamento della Regione di un milione, che vennero versati all’Immobiliare Andromeda, gestita di fatto da Scillieri. Societa’ che poco prima aveva acquistato lo stesso capannone per la meta’ del prezzo, 400mila euro, dalla Paloschi srl, di cui era liquidatore Sostegni. Dal suo ruolo di presidente all’epoca della fondazione, Di Rubba avrebbe costruito un avviso per la ricerca di una sede sulle caratteristiche del capannone in pancia alla societa’ dell’amico Scillieri. E avrebbe, secondo il gip, pure mentito “deliberatamente in ordine alle attuali condizioni del complesso immobiliare”. A fine 2017 la fondazione fece fare anche una perizia con dati “divergenti in modo significativo da quelli catastali”. E pago’ “l’intero prezzo” con “oltre nove mesi di anticipo rispetto alla conclusione del contratto definitivo di compravendita”. Andromeda incasso’ e da li’ partirono una serie di movimenti finanziari, ricostruiti dal gip, anche verso societa’ direttamente riconducibili ai commercialisti, come lo “Studio Dea Consulting srl”, che fa capo a Di Rubba e di cui e’ socio Manzoni e che venne anche perquisito nell’inchiesta dei pm di Genova. Infine, agli atti anche un appunto trovato in una valigia di Sostegni con i conti su cio’ che aveva avuto e che doveva avere: “25.000 (5.000) – mercoledi’ 15 Euro 7.000 – rimanenza 18.000 – a partire dal 20 settembre ogni 20 gg circa”. Non fu estorsione, a suo dire, perche’ “erano soldi che mi spettavano”. (