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Fase Due, da domani ecco tutto quello che potete fare e tutto quello che non dovete fare

Domani parte la Fase Due. Ci sono molte novità. Tra queste, ad esempio: per andare al lavoro o passeggio non sarà necessaria l’ autocertificazione. È la novità più importante contenuta nei “chiarimenti” forniti dal governo sugli spostamenti consentiti da domani, 4 maggio, quando si entrerà nella “fase 2”. Ma ci sono tante altre cose che dovete sapere e che troverete qui

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Da domani ci sentiremo più o meno liberi di sciamare per strade, ma in sostanza  cambia poco o nulla nella Fase Due. Già da un paio di giorni negli “orari consentiti” (oramai i nostri spazi di libertà vengon regolati anche con ordinanze regionali), multi di dispositivi di protezione fiumane di persone per strada provano a recuperare un minimo di normalità. Non è facile sotto il profilo psicologico. Molti hanno paura di uscire dopo 50 giorni e passa di reclusione domiciliare. Molti si sentono quasi in colpa, temono di diventare vettori del contagio. Sono giorni difficili per tutti, usare prudenza è meglio che sentirsi in colpa. E poi è meglio evitare leggere sui social network improvvisati soloni del nulla che un giorno si lamentano per la privazione delle libertà e si affannano a declamare arringhe contro la privazione degli spazi di libertà, il giorno dopo o poche ore dopo, sulla base di una foto, con una incredibile repentina giravolta si lamentano dell’eccessiva presenza di persone in strada. È normale, sono affannati mentali che hanno subito i danni peggiori dalla quarantena e dovrebbero farsi aiutare. In ogni caso in ogni regione ci sono dei pronto soccorso psicologici gratuiti messi a disposizione per superare queste fasi di epidemia. Ma andiamo alle misure che da domani entreranno in vigore.

Fase Due. Si può uscire per andare al lavoro, a passeggio, per motivi di salute. Non c’è bisogno di autocertificazione

Per andare al lavoro o passeggio da domani non sarà necessaria l’ autocertificazione. È la novità più importante contenuta nei “chiarimenti” forniti dal governo sugli spostamenti consentiti da domani, 4 maggio, quando si entrerà nella “fase 2”.
Ma non è l’ unica. Nelle Faq (risposte a domande frequenti) rese note ieri dal governo viene anche inserita la lista dei “congiunti” ai quali si potrà fare visita. Rimangono quattro i motivi di uscita: lavoro, salute, visite ai parenti, stato di necessità o urgenza. Se avete dubbi, perplessità, se non vi è chiaro tutto, se anche dopo aver letto questo articolo ritenete non sia esaustivo o non risponde a tutte le vostre domande e curiosità, allo fatevelo un giretto sul sito del governo: basta che cliccate qui e andrete diretti su tutte le delucidazioni fornite per punti poco chiari.
Vengono consentiti gli spostamenti all’interno della regione di residenza. In realtà molti punti rimangono però poco chiari e oggi sarà una circolare del Viminale a prefetti e questori a dover fugare i dubbi che ancora rimangono.
Scrive il governo: “La giustificazione di tutti gli spostamenti ammessi, in caso di eventuali controlli, può essere fornita nelle forme e con le modalità consentite. La giustificazione del motivo di lavoro può essere comprovata anche esibendo adeguata documentazione fornita dal datore di lavoro (tesserini o simili) idonea a dimostrare la condizione dichiarata”. Dunque in questi casi non bisogna compilare il modulo, anche se rimane la possibilità per le forze dell’ordine di effettuare un riscontro a quanto viene dichiarato dal cittadino.
Negli altri casi si può utilizzare il modulo già esistente e la circolare del Viminale chiarirà i dettagli per la compilazione.

Distanze di sicurezza. Cambia anche la segnaletica stradale orizzonte nelle città. Ph. Mario Laporta/Kontrolab

La lista fornita da Palazzo Chigi comprende: “Coniugi, partner conviventi, partner delle unioni civili, persone legate da uno stabile legame affettivo, parenti fino al sesto grado (come, per esempio, i figli dei cugini tra loro) e gli affini fino al quarto grado (come, per esempio, i cugini del coniuge)”.
Nella lista non sono stati compresi gli amici perché – come chiarito da una nota del governo – “non possono rientrare negli affetti stabili”.
Una interpretazione che però rischia di suscitare ulteriore confusione, anche perché non è stato chiarito chi debba effettuare i controlli, visto che nel modulo di autocertificazione non bisogna inserire l’identità dei congiunti per motivi di privacy.


Nelle raccomandazioni il governo sottolinea comunque di “limitare al massimo gli incontri con persone non conviventi, poiché questo aumenta il rischio di contagio“.
Si può andare a passeggiare “per fare la spesa, acquistare giornali, andare in farmacia o comunque acquistare beni necessari per la vita quotidiana”. Sono ammesse anche le passeggiate “come attività motoria, dunque nei parchi”.
È consentito spostarsi all’interno della propria regione di residenza. Chi si trova fuori può rientrare nel proprio domicilio ma potrà poi andare fuori dalla regione solo per “comprovate esigenze lavorative o assoluta urgenza o motivi di salute”.
Nel Dpcm che entra in vigore domani non c’è più il divieto esplicito di recarsi presso le seconde case che si trovino nella stessa regione. Il governo ha però precisato che “spostarsi nella seconda casa non è una necessità” e dunque si può andare se bisogna effettuare lavori di manutenzione, ma non è consentito rimanere.


Si può usare la bicicletta “per raggiungere la sede di lavoro, il luogo di residenza o i negozi che proseguono l’attività di vendita”, oltre che naturalmente per fare sport.
Rimane “il divieto di assembramento, il distanziamento interpersonale di almeno un metro e l’obbligo di usare le mascherine per la protezione delle vie respiratorie”. Chi ha la febbre a 37,5 “deve rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante”.
Si potranno celebrare funerali con massimo di 15 persone che devono essere parenti stretti ed è consentito “spostarsi nell’ambito della propria regione per far visita nei cimiteri ai defunti”.
Chi torna in Italia dall’estero per motivi di lavoro può fermarsi al massimo cinque giorni. Se invece si rientra nel proprio domicilio è necessario rimanere in quarantena per 14 giorni.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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