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Task-force Inail contro rischi burnout operatori

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Contro il rischio burnout e per la gestione dello stress tra gli operatori sanitari che stanno fronteggiando l’emergenza Covid-19 arriva la task-force Inail realizzata con il Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi. Per gli operatori non solo supporto psicologico ma anche di organizzazione e di risposte a bisogni oggettivi. E per loro una scheda di triage ad hoc che attiva il servizio. I servizi saranno destinati sia al personale sanitario attualmente in operativita’, che al personale sanitario in isolamento in quanto contagiato o sospetto tale. A lanciare l’iniziativa il direttore del Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro ed Ambientale, Inail, Sergio Iavicoli, durante la conferenza stampa settimanale sull’ andamento epidemiologico di Covid-19 organizzata dall’Istituto Superiore di Sanita’. “Vogliamo dare una risposta al grande carico emotivo messo in campo e oggi lanciamo questa iniziativa realizzata insieme al consiglio Nazionale dell’ordine degli psicologi, e che e’ stata raccomandata dal Comitato tecnico scientifico, rispetto alla gestione dello stress e alla prevenzione del burnout, degli operatori sanitari”, ha detto Iavicoli.

E ha spiegato: “Quello che faremo e’ creare una serie di strumenti, attraverso la diffusione di indicazioni procedurali, per creare una rete di sostegno anche con un supporto di secondo livello offerto dal Cnop e dal Laboratorio rischi psicosociali dell’Istituto”. E’ di pochi giorni fa l’sos lanciato dagli operatori sanitari impegnati nell’emergenza Covid-19 che, attraverso il direttore del Dipartimento di Salute mentale al Fatebenefratelli-Sacco, Claudio Mencacci, parlavano, in questo momento, di un rischio burnout superiore del 50% delle probabilita’. Ora l’Inail riconosce, con l’iniziativa messa in campo, la salute mentale degli operatori, “rilevante in considerazione degli effetti negativi sulla salute psicofisica dovuti a situazioni di stress crescente e all’emergenza di possibili casi di burnout”. “Gli operatori sanitari – si legge nel documento . sono tra i lavoratori a maggior rischio di esposizione al virus e il loro impegno in prima linea nell’emergenza sanitaria li espone altresi’ ad un crescente sovraccarico operativo ed emotivo dovuto ai cambiamenti drastici intervenuti nelle condizioni organizzative, relazionali, ambientali e psicologiche, ma anche nella vita privata”. Da qui la necessita’, scrive l’Inail, di “fornire interventi immediati finalizzati al supporto individuale e al sostegno psicologico per dotare gli operatori di strumenti e strategie di fronteggiamento, adattamento e recupero, adeguate alla situazione”. Il target a cui e’ rivolto il servizio di supporto psicologico e psicosociale riguarda tutti gli operatori sanitari coinvolti nella rete di gestione dell’emergenza e che, a qualunque titolo, operano in contesti sanitari in cui puo’ verificarsi un’ esposizione al virus Sars-CoV-2, attraverso il contatto con pazienti Covid-19 o materiali infetti.

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Omicidio Cerciello, difensore carabiniere: assoluzione ristabilisce giustizia

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È stato “un percorso straordinariamente sofferto dove il maresciallo Manganaro è rimasto solo durante questi lunghi 5 anni. E questa assoluzione della Corte d’Appello perché il fatto non costituisce reato ristabilisce giustizia nei confronti di un militare che per 25 anni con onore ha servito l’Arma, continua a servirla e che in quell’occasione del luglio del 2019 ha protetto l’incolumità del fermato ed è stato sottoposto nei mesi e negli anni successivi non solo a una gogna mediatica ma anche all’isolamento e all’abbandono da parte delle istituzioni”. Lo dice a LaPresse l’avvocato Roberto De Vita, difensore del carabiniere Fabio Manganaro, a processo per aver bendato dopo il fermo Gabriel Natale Hjorth, uno dei due americani arrestati per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. “Questa sentenza, sia nel dispositivo e poi nelle motivazioni, dovrà essere letta attentamente dall’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dall’ex comandante generale dell’Arma Giovanni Nistri i quali all’indomani del fatto condannarono senza processo Fabio Manganaro”, conclude.

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Trovati e sequestrati dieci telefonini nel carcere di Avellino

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Nella casa Circondariale di Avellino, durante un ordinario giro di controllo, sono stati trovati 10 cellulari smartphone con caricabatterie. I telefonini sono stati scoperti in due sacchetti di plastica che si trovavano nell’intercinta, lo spazio che separa le aree detentive dal muro di cinta. Secondo gli agenti l’obiettivo era lanciarli all’interno del muro di cinta, in corrispondenza con il campo sportivo, dove è stata trovata anche una corda ricavata da lenzuola verosimilmente destinata ad essere usata per il recupero della merce. “È sempre più impellente che l’ amministrazione penitenziaria doti la polizia Penitenziaria di strumenti tecnologicamente avanzati con schermature degli istituti per contrastare il fenomeno dell’ingresso dei telefonini in carcere”, ripetono Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, dell’ Uspp.

“Si tratta di un fenomeno particolarmente rischioso e pericoloso – sottolineano – soprattutto se a farne uso sono i detenuti con reati di associazione mafiosa dati i probabili contatti esterni con la criminalità organizzata”. L’Uspp chiede anche “adeguate strumentazioni per fronteggiare la minaccia sempre più attuale e diffusa dei droni che sorvolano illecitamente sugli istituti di pena per trasportare oggetti pericolosi per la sicurezza interna ed esterna, come é avvenuto nel passato. Grazie agli sforzi profusi dalla polizia Penitenziaria impiegata in turni massacranti e con scarse risorse, – concludono i sindacalisti – si riescono comunque ma a fatica, ad arginare i tentativi fraudolenti, con continui rinvenimenti di telefonini e droga ed inevitabili gravi ripercussioni sull’ordine e la sicurezza, dato tra l’altro, come sopra evidenziato l’elevato rischio di contaminazioni con l’esterno”.

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Lite tra ragazzi a Casoria, 16enne esplode colpi a salve

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– Lite tra giovanissimi ed esplosione di colpi a salve, la notte scorsa a Casoria, in provincia di Napoli: coinvolto anche un 16enne armato. Sono stati alcuni cittadini, verso le 22, a segnalare al 112 l’esplosione di colpi d’arma da fuoco provenire da via Achille del Giudice all’altezza del civico 72. Sul posto sono arrivati in pochissimi minuti i carabinieri della sezione radiomobile della locale compagnia che erano in zona e hanno ricostruito a vicenda. Poco prima, per motivi ancora non chiari ma verosimilmente legati a sguardi mal tollerati, due gruppi di giovanissimi stavano litigando. La discussione è stata però interrotta dal rumore di tre colpi d’arma da fuoco con il successivo fuggi fuggi generale. Durante il sopralluogo i militari hanno trovato e sequestrato tre bossoli a salve. Hanno, quindi, iniziato la ricerca di chi aveva esploso quei colpi. Nascosto tra le auto in sosta un 16enne: impugnava una pistola replica a salve priva del tappo rosso; nelle tasche del ragazzino anche qualche dose di marijuana. Per il minorenne, prima di essere affidato ai genitori, è scattata una denuncia per minaccia aggravata e porto di armi. Il 16enne è stato segnalato anche alla prefettura perché assuntore di droga.

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