Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky apparirà in video domani al Festival del Cinema di Berlino. “È un onore speciale per noi poter accogliere digitalmente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky giovedì sera all’apertura del nostro festival”, affermano i direttori della Berlinale Mariëtte Rissenbeek e Carlo Chatrian. Dopo un’introduzione sul palco del regista e attore Sean Penn che porta al festival fuori concorso Superpower a lui dedicato, ci sarà uno streaming video in diretta con Zelensky. Il film racconta i mesi di incontri ravvicinati, in persona e via Zoom, del due volte premio Oscar e del suo co-regista Kaufman con il presidente. Sapiente comunicatore, con un curriculum da attore e filmaker, Zelensky non perde occasione per promuovere all’estero la causa ucraina, anche a costo di irrompere con la sua mimetica su palchi frequentati per lo più da strass e paillettes. Non sempre, però, è stato accolto.
L’ultima incursione, prima di quella ‘solo testo’ con la lettera letta da Amadeus nella serata finale, a Sanremo, è stata ai Golden Globes lo scorso 11 gennaio: un messaggio recapitato a Bevery Hills (“E’ chiaro chi vincerà “) anche grazie all’intercessione dello stesso Sean Penn, l’attore che ha invano provato a portarlo anche agli Oscar e che, a fronte del diniego di Hollywood, ha fatto dono al presidente della statuetta che ha vinto in ben due occasioni. A Zelensky è andata meglio a Cannes. Con un blitz il presidente dell’Ucraina si è collegato a sorpresa alla cerimonia di apertura dell’ultimo festival: “Il cinema non dovrebbe restare in silenzio.
L’odio alla fine scomparirà e i dittatori moriranno”, ha detto al pubblico della Croisette invocando l’arrivo di “nuovo Chaplin che dimostri che il cinema di oggi non è muto”. Anche prima, ad aprile, l’ucraino era intervenuto ai Grammy con un messaggio, però, registrato: “Riempite il silenzio con la vostra musica”. A fine agosto è invece sbarcato al Lido di Venezia. L’irruzione è avvenuta a metà della cerimonia in Sala Grande del Festival del Cinema con un video messaggio drammatico: l’appello con nomi, città di origine o del martirio ed età, di ognuna delle vittime innocenti a quella data. Muro alzato, invece, dal calcio mondiale. La richiesta di condividere un messaggio di pace prima del calcio d’inizio della finale della Coppa del Mondo è stata respinta dalla Fifa. Zelensky si era offerto di apparire in un collegamento video con i tifosi nello stadio in Qatar e il “no” gli ha bruciato: su un campo da calcio, ha commentato in quella occasione, “il peggio che può succedere è un cartellino rosso, non un bottone rosso. Quando le persone sono unite dal calcio, le persone sono unite dalla pace”.