Collegati con noi

In Evidenza

Violante Placido: tra arte, musica e il peso di un cognome importante

Pubblicato

del

Violante Placido si racconta in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, ripercorrendo la sua carriera, le sue passioni e il rapporto con il padre Michele Placido e la madre Simonetta Stefanelli. Attrice e cantante, spesso percepita come un’eterna ragazza, in realtà è una donna con tumulti interiori, desiderosa di liberarsi dall’etichetta di “figlia di” e di esprimere la propria identità artistica.

Un’adolescenza tra libertà e indipendenza

Violante ricorda con affetto la sua adolescenza, vissuta con grande autonomia. Cresciuta con il supporto della nonna materna, si è costruita un mondo tutto suo, sviluppando una forte passione per i cavalli e il salto ad ostacoli. A 13 anni ha ricevuto il suo primo cavallo, Sugar Kane, ispirato al personaggio di Marilyn Monroe in A qualcuno piace caldo.

L’amore per la recitazione è nato durante un periodo trascorso negli Stati Uniti con la madre, che la iscrisse allo Strasberg Institute di recitazione. Qui, inizialmente attratta dal mito di Marilyn, ha imparato dai docenti la necessità di trovare la propria unicità invece di imitare.

Musica e il bisogno di esprimersi

La musica rappresenta per Violante un modo per dare voce alle proprie fragilità. Il canto è per lei una forma di autoterapia, un mezzo per mostrare il suo vero lato, lontano dall’immagine della “bella e stronza” costruita da alcuni suoi personaggi. Per questo motivo, ha scelto di pubblicare i suoi brani con il nome d’arte Viola, un appellativo intimo che la fa sentire più autentica.

Il suo compagno, il regista Massimiliano D’Epiro, ha diretto il videoclip della sua canzone Non essere timida, un inno alla libertà espressiva e alla rottura con le etichette imposte dal mondo dello spettacolo.

Il peso di essere “figlia di”

Crescere in una famiglia di artisti non è stato semplice. Il padre Michele Placido, pur sostenendola, immaginava per lei una carriera da costumista, consapevole delle difficoltà del mestiere d’attore. La madre Simonetta Stefanelli, famosa per il suo ruolo ne Il Padrino, si è presto ritirata dalle scene, scegliendo una vita più appartata, dedicandosi alla pittura e alla scrittura.

Violante non si è mai sentita una vittima del suo cognome, ma riconosce la difficoltà di affermarsi nel cinema senza essere etichettata. L’attore Ninni Bruschetta, con cui ha lavorato in 1984, le ha confessato di aver cambiato opinione su di lei, scoprendola un’attrice umile e indipendente.

Esperienze cinematografiche e teatrali

Violante ha affrontato ruoli complessi e diversificati. L’interpretazione di Moana Pozzi è stata una sfida totalizzante, che l’ha portata a studiare approfonditamente la sua figura. Anche il suo lavoro in The American con George Clooney e Nicolas Cage le ha lasciato ricordi intensi, con Cage che le confidò di aver avuto una cotta per sua madre.

Tra le esperienze più significative, Violante ricorda il teatro con 1984, un’opera che ancora oggi considera attualissimaper i temi di controllo e privazione della libertà, e il film L’anima gemella di Sergio Rubini, girato nel suggestivo scenario del Salento.

Un nuovo progetto su Netflix

Violante sarà presto protagonista di La dolce villa, una commedia romantica prodotta da Netflix, dove interpreta una sindaca toscana che cerca di ripopolare il paese vendendo case a un euro. Un progetto che rappresenta un’iniezione di fiducia, agli antipodi delle atmosfere cupe di Orwell, e che le ha restituito entusiasmo per la vita.

Advertisement

In Evidenza

Rafa Benitez: Napoli può vincere lo scudetto, Inter a rischio

Rafa Benitez analizza la corsa scudetto in un’intervista al Corriere della Sera: Napoli favorito, Inter tra campionato e Champions, il peso di Lautaro e Lukaku.

Pubblicato

del

Una lunga carriera tra successi in Europa, esperienze sulle panchine di Inter e Napoli, e un occhio sempre attento al grande calcio internazionale. Rafa Benitez, intervistato dal Corriere della Sera, analizza con precisione la corsa scudetto italiana, sorprendentemente riaperta nelle ultime settimane.

Napoli favorito per lo scudetto? Per Benitez sì

«Dieci giorni fa avrei detto Inter senza alcun dubbio», ammette Benitez. «Anzi, pensavo addirittura al triplete. Ma il calcio è affascinante proprio per la sua imprevedibilità». Guardando al calendario e agli impegni europei della squadra di Inzaghi, l’ex tecnico ritiene che il Napoli abbia ora «qualche possibilità in più».

Benitez non nasconde il suo affetto per Napoli, dove ha allenato due anni: «Lì ho vinto due titoli e credo di aver dato il via a un cambiamento culturale. Volevo internazionalizzare il Napoli e in qualche modo ci siamo riusciti».

L’Inter tra campionato e sogno Champions

Benitez vede l’Inter di Inzaghi ancora fortissima, ma sottolinea: «Giocare la Champions ti sottrae inevitabilmente energie mentali. La gara col Barcellona sarà decisiva. In campionato conteranno i nervi saldi più della rosa lunga».

E sulla propria breve esperienza nerazzurra dice: «In sei mesi ho vinto due trofei. Avevo la consapevolezza che serviva un ricambio generazionale. Non sempre le idee coincidono, ma resto convinto delle mie scelte».

Inzaghi e Conte, due filosofie diverse

Ragionando sui tecnici protagonisti della corsa scudetto, Benitez distingue bene i caratteri: «Inzaghi è misurato, solido, trasmette calma. Conte invece si alimenta della tensione, trae energia dal suo temperamento battagliero. Entrambi vincenti, ma con approcci opposti».

Lautaro e Lukaku gli uomini decisivi

Se deve scegliere un uomo chiave per la volata finale, Rafa non ha dubbi: «Lautaro per l’Inter, Lukaku per il Napoli. Due attaccanti determinanti. Senza dimenticare due cervelli in mezzo al campo come Lobotka e Calhanoglu».

L’amore per la panchina

Infine, quando gli chiedono se sente la mancanza della panchina, Benitez sorride: «Sono un uomo di calcio, mi aggiorno continuamente, amo il mio lavoro. Faccia lei».

ì

Continua a leggere

Cinema

Cristina Comencini: il cinema delle donne è una nuova ricchezza. Io dalla parte delle donne sempre

Cristina Comencini racconta al Corriere della Sera il successo de “Il treno dei bambini”, la sua visione sul cinema delle donne, la politica e il suo nuovo amore.

Pubblicato

del

Cristina Comencini (le foto sono di Imagoeconomica), con il suo ultimo film “Il treno dei bambini” tratto dal romanzo di Viola Ardone e disponibile su Netflix, ha raggiunto quasi trenta milioni di visualizzazioni. «Mi sembra incredibile», racconta, «ma credo che il tema profondo del dopoguerra, del trauma che la guerra lascia sui sentimenti, abbia colpito il pubblico di tutto il mondo».

Il cinema tra piattaforme e sale

«Portare la gente in sala è bellissimo, ma difficile. Le piattaforme e il cinema possono coesistere. L’importante è, come diceva mio padre Luigi Comencini, mantenere sempre la massima verità e bellezza in quello che si crea», afferma Cristina, riflettendo sulla trasformazione del mondo cinematografico.

Il successo e la nuova generazione di registe

Comencini riconosce l’importanza del successo ma non lo vive come un punto di arrivo: «È un mestiere da montagne russe». È felice dell’affermazione di tante donne nel cinema italiano, come Paola Cortellesi, sottolineando: «Il cinema si è finalmente aperto alle storie delle donne, arricchendosi di nuove prospettive».

Il rapporto con la famiglia e il film di Francesca Comencini

Cristina racconta il forte legame con le sorelle e commenta il film di Francesca Comencini su loro padre Luigi: «Una scelta giusta. Ognuno vive un padre a modo suo». Nessuna gelosia, ma un affetto profondo che ha sempre unito la famiglia.

CRISTINA COMENCINI REGISTA

Politica, femminismo e il ruolo di Giorgia Meloni

Comencini ribadisce la sua radice di sinistra e il suo impegno per il femminismo: «Il sostegno reciproco tra donne non deve mai venir meno». Sul premier Giorgia Meloni, pur nella distanza politica, riconosce: «Per la sua parte politica sta facendo bene».

I cambiamenti nell’estetica e il coraggio delle attrici

Parlando di Giovanna Mezzogiorno, Cristina denuncia il problema della discriminazione estetica nel cinema: «Finalmente si inizia a dare meno peso all’apparenza e più al talento».

La maternità precoce e l’amore ritrovato

Diventata madre a 18 anni, Cristina confida di non aver rimpianti: «Mi ha dato la ricchezza di tutto ciò che ho scritto». Oggi vive una nuova fase felice della sua vita con il documentarista francese François Caillat, tra Roma e Parigi.

Il futuro: un nuovo romanzo in arrivo

Cristina annuncia anche il suo prossimo romanzo, “L’epoca felice”, che uscirà a ottobre per Feltrinelli: «Parlerà dell’adolescenza e della capacità della vita di sorprenderci anche quando meno ce lo aspettiamo».

 

Continua a leggere

Esteri

Tragedia al festival Lapu Lapu a Vancouver: suv travolge la folla, morti e feriti

Durante il festival filippino Lapu Lapu a Vancouver, un suv ha investito la folla causando diversi morti e feriti. Arrestato il conducente. La città è sconvolta.

Pubblicato

del

Diverse persone sono morte e molte altre sono rimaste ferite durante il festival del “Giorno di Lapu Lapu” a Vancouver, nell’ovest del Canada, quando un suv ha investito la folla. La polizia locale ha confermato che il conducente è stato arrestato subito dopo l’incidente, avvenuto intorno alle 20 ora locale (le 5 del mattino in Italia).

Il cordoglio della città e della comunità filippina

La tragedia ha sconvolto l’intera città e, in particolare, la comunità filippina di Vancouver, che ogni anno organizza il festival in onore di Lapu Lapu, eroe della resistenza contro la colonizzazione spagnola nel XVI secolo. Il sindaco Ken Sim ha espresso il proprio dolore: «I nostri pensieri sono con tutte le persone colpite e con la comunità filippina di Vancouver in questo momento incredibilmente difficile», ha scritto su X.

Le drammatiche immagini dell’incidente

Secondo quanto riferito dalla polizia e riportato dalla Canadian Press, il suv ha travolto la folla all’incrocio tra East 41st Avenue e Fraser Street, nel quartiere di South Vancouver. I video e le immagini diffusi sui social mostrano scene drammatiche: corpi a terra, detriti lungo la strada e un suv nero gravemente danneggiato nella parte anteriore. Testimoni parlano di almeno sette persone rimaste immobili sull’asfalto.

Il dolore delle autorità

Anche il premier della Columbia Britannica, David Eby, ha commentato la tragedia: «Sono scioccato e con il cuore spezzato nell’apprendere delle vite perse e dei feriti al festival». La comunità è ora unita nel cordoglio, mentre proseguono le indagini per chiarire le cause dell’accaduto.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto