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Video porno con la moglie, silurato il rettore

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Il rettore della University of Wisconsin-La Crosse è stato licenziato a causa di video porno che girava con la moglie. Una decisione che la coppia non accetta: facendosi scudo dietro al Primo Emendamento della costituzione, Joe Gow e Carmen Wilson criticano la scelta dell’ateneo definendola una “punizione” senza senso visto che i video ritraevano una coppia sposata e non incitavano né alla violenza né allo sfruttamento. Il board delle università del Wisconsin ha deciso all’unanimità la rimozione di Gow, rettore dal 2007. “Siamo allarmati e disgustati dalle sue azioni”, ha detto il board in una nota senza menzionare esplicitamente i video. Molti studenti però hanno manifestato online e nel campus la loro solidarietà a Gow, ritenuto uno dei migliori rettori e professori della University of Wisconsin-La Crosse.

“Era un privato cittadino quando ha girato i video, non mi piace che sia stato punito”, ha spiegato una studentessa descrivendo Gow come molto popolare nel college. “Era disponibile con tutti. Circolava con il suo skateboard nel campus e salutava tutti”, ha raccontato ancora. “L’essere licenziato per qualcosa sciocco come il porno è ridicolo”, ha rincarato la dose un ex studente dell’ateneo.

Nei video postati sul loro canale YouTube @SexyHappyCouple, il rettore e sua moglie non hanno mai citato il loro legame con la University of Wisconsin-La Crosse, e per i contenuti più espliciti hanno sempre rimandato ai loro account su OnlyFans e PornHub. “Abbiamo questo show che si chiama ‘Sexy healthy Cooking’ in cui, mentre si cucina, intervistiamo” altri attori dell’industria porno, cercando di dare loro un volto “umano che altrimenti non avrebbero con il loro lavoro”, ha spiegato Gow al New York Times.

Con il siluramento l’università “non segue le sue politiche sulla libertà accademica e sulla libertà di espressione. Sembrano non capire che il primo emendamento sarà determinante in questa situazione”, ha aggiunto. Sui media conservatori il caso Gow alimenta il dibattito sulle università americane divenute troppo liberal. Quanto accaduto all’università del Wisconsin è infatti paragonato agli ‘scandali’ di University of Pennsylvania e Harvard, travolte dalle critiche per l’antisemitismo nei campus con la guerra a Gaza. I tre casi non sembrano legati ma hanno invece in comune “l’importante compito dell’istruzione dei giovani”, sono tre caratterizzati da una “chiara mancanza di moralità” e sono – attacca il board editoriale del New York Post – le “tre facce dello stesso nichilismo narcisista”.

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Trump affida il dialogo con Mosca al suo uomo di fiducia Witkoff, uno che fa affari con oligarchi russi

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Donald Trump ha estromesso Keith Kellogg dai contatti sulla guerra in Ucraina. Il generale, pur essendo l’inviato ufficiale della Casa Bianca, è stato considerato in conflitto d’interessi per via del lavoro della figlia, che collabora con un’agenzia impegnata a fornire farmaci a Kiev. La notizia, rilanciata dalla stampa russa e dai servizi d’intelligence di Mosca, ha spinto Trump a escluderlo dalle trattative.

Witkoff entra in scena senza incarichi ufficiali

Al suo posto, Trump ha affidato i contatti con il Cremlino a Steve Witkoff, immobiliarista newyorkese e suo collaboratore personale. Witkoff non ha alcuna esperienza diplomatica né una posizione formale all’interno delle istituzioni americane. Tuttavia, gode della fiducia diretta dell’ex presidente e sembra avere piena libertà d’azione nei rapporti con la Russia.

L’ombra dell’oligarca Blavatnik nei suoi affari

A rendere controversa la scelta di Witkoff è il suo socio d’affari, Leonard Blavatnik, miliardario nato a Odessa, naturalizzato americano e britannico, considerato uno degli oligarchi più influenti. Blavatnik è finito nella lista delle sanzioni dell’Ucraina per i suoi rapporti con l’economia russa. Con Witkoff ha gestito operazioni immobiliari per oltre un miliardo di dollari.

Gli affari miliardari costruiti nell’era post-sovietica

Blavatnik ha fatto fortuna negli anni delle privatizzazioni in Russia. Con Mikhail Fridman e Viktor Vekselberg ha acquisito la compagnia petrolifera TNK e, nel 2003, ha siglato una partnership con British Petroleum. L’operazione si è conclusa nel 2013 con la vendita a Rosneft per 56 miliardi di dollari, con l’appoggio politico del Cremlino.

Trump ignora i rischi e tira dritto

Nonostante la posizione ambigua di Blavatnik — che ha definito la guerra “inimmaginabile” senza mai accusare Putin — Trump continua a considerare valido il canale con Mosca tramite Witkoff. Le attività comuni tra i due sono proseguite anche dopo l’inizio della guerra in Ucraina, con un recente investimento da 85 milioni di dollari. Per Trump, nessun problema. O forse, proprio per questo, un vantaggio.

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Il deputato Chiquinho Brazão accusato dell’omicidio di Marielle perde il mandato

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La Camera dei deputati del Brasile ha dichiarato giovedì 24 aprile la perdita del mandato del deputato federale Chiquinho Brazão, uno dei rinviati a giudizio accusati di aver agito come mandante dell’omicidio della consigliera comunale Marielle Franco e del suo autista Anderson Gomes, nel 2018. Lo rende noto Agência Brasil. La decisione è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Camera ed è stata giustificata sulla base dell’articolo della Costituzione che determina la perdita del mandato del parlamentare che “non si presenti in ogni sessione legislativa a un terzo delle sessioni ordinarie della Camera”.

Brazão è stato arrestato nel marzo dello scorso anno ma ha lasciato il carcere all’inizio di aprile di quest’anno dopo che il giudice della Corte suprema brasiliana, Alexandre de Moraes, ha concesso gli arresti domiciliari all’oramai ex deputato. Nella sua decisione, Moraes ha concordato con il bollettino medico presentato dal carcere di Campo Grande dove era recluso secondo il quale, Brazão ha una “delicata condizione di salute” con “alta possibilità di soffrire un malore improvviso con elevato rischio di morte”.

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Lavrov, Trump ha ragione su direzione Russia-Usa su Ucraina

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“Donald Trump ha ragione ad affermare che Stati Uniti e Russia si stanno muovendo nella giusta direzione per quanto riguarda la risoluzione del conflitto ucraino”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov in un’intervista alla Cbs, riporta la Tass. “Il presidente degli Stati Uniti crede, e ritengo a ragione, che ci stiamo muovendo nella giusta direzione. Le forze armate russe – ha detto ancora Lavrov – stanno conducendo attacchi in Ucraina solo contro obiettivi militari o siti utilizzati dall’esercito ucraino. Il presidente russo Vladimir Putin lo ha già ribadito in più occasioni”.

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