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De Luca, D’Angiò e il rettore della Gennarino II Colella danno lezioni di napoletanità al Maschio Angioino

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Lunedi 8 agosto al Maschio Angioino nell’ambito della rassegna organizzata dal Comune di Napoli si replica lo spettacolo che vede protagonisti Lino D’Angiò, Alan De Luca e Amedeo Colella. Ne parliamo con loro.

Lino che spettacolo vedremo ?

Uno spettacolo sicuramente divertente. Lo abbiamo proposto giovedi scorso al Maschio Angioino ed abbiamo avuto un riscontro enorme sia di consenso che di numeri. Vista la grande richiesta abbiamo pensato di replicare con il titolo “A gentile richiesta”. E’ un viaggio nella napoletanità bella e culturale. Io ed Alan ovviamente ci occupiamo della parte comica dello spettacolo al Prof. Colella lasciamo la parte culturale ma nello stesso tempo divertente.

Professore Colella, lei è uno scrittore e fine umorista, come è avvenuto questo incontro/sodalizio?

Per me è stato un piacere e nello stesso tempo qualcosa di incredibile dividere il palco con due cavalli di razza come Alan e Lino. Per me che fino a qualche anno fa ero un ricercatore oggi mi diverto tantissimo. Ho coniato una fantomatica Università, la Gennarino II, ed il nostro scopo è diffondere la Napoli creativa ed intelligente. Sono anni che studio la storia della nostra città ed attraverso aneddoti o come si dice a Napoli i paraustielli spiego l’etimologia delle parole e il fondo di verità storico che si nasconde nei tanti modi di dire della nostra lingua.

Alan De Luca, tu e Lino siete ormai una coppia storica. Telegaribaldi ed anche gli ultimi programmi come “Koprifuoco” e “E che teatro” fanno di voi dei veri mattatori. Qual è il segreto di tanta longevità?

Non lo so, forse la follia (ride). E’ vero con Lino ormai dopo anni c’è una profonda amicizia e a distanza di anni una capacità di capirci a volo sul palco .Credo che questo arrivi al pubblico. Poi ora con l’ingresso del Prof Colella è diventato un trio straordinario. Le nostre gags vanno ad inserirsi in un contesto culturale ma divertente e quindi assumono un valore del tutto nuovo. Però anche in chiave comica noi facciamo cultura. Questo secondo me è il segreto di questo successo.

Lino come è avvenuto l’incontro con Colella?

Lo conobbi cinque anni fa e ne restai affascinato.La simpatia nel raccontare ere ed è fortissima. Cominciammo a collaborare in alcuni incontri live. Con Alan decidemmo poi di  fare qualcosa assieme. Quando pensammo al programma Koprifuoco fu normale coinvolgerlo.

Professor Colella, prima la tv e poi il teatro con Alan e Lino?

Sì, dopo il successo televisivo mi sono trovato con D’Angiò e De Luca a calcare i teatri campani fino ad arrivare addirittura al Teatro Augusteo lo scorso maggio con sei spettacoli che hanno avuto grande riscontro.Ora il Maschio Angioino e poi a fine ottobre al Teatro Totò per due settimane.

Alan, bellissima soddisfazione no?

Assolutamente sì, dopo gli anni difficili della pandemia tornare ad incontrare il pubblico dal vivo è bellissimo. 

Lino come si chiamerà lo spettacolo al Teatro Totò?

Lezioni di Napoletanità. E simbolicamente il Magnifico Rettore della Gennarino II Amedeo Colella consegnerà la laurea.

Professor Colella, lei è il Rettore e loro due?

Sono comunque professori. Alan è docente di lingue straniere, Torrese e Puteolano e Lino docente dell’Università della pernacchia.(risate)

Concludendo appuntamento a lunedi 8 agosto al Maschio Angioino. Per i pochi posti disponibili è opportuno affrettarsi chiamando al numero 3337241977. Se sei un vero napoletano oppure vorresti  esserlo non puoi mancare.De Luca, D’Angiò e Colella garantiscono risate e cultura!

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Esteri

Aiuti in cambio di armi, parte smilitarizzazione Karabakh

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S'infiamma il Nagorno-Karabakh, Mosca pronta a intervenire

“Siamo in stretta collaborazione con le forze di pace russe che stanno portando avanti la smilitarizzazione” e stanno dando “sostegno ai civili”. Il portavoce militare azero, il colonnello Anar Eyvazov, parla dal distretto di Shusha, ai margini della roccaforte ribelle Stepanakert, mentre un convoglio umanitario della Croce Rossa attraversa per la prima volta l’enclave contesa da quando l’Azerbaigian ha lanciato l’offensiva lampo nei giorni scorsi, sviluppo possibile solo adesso che si è raggiunto l’accordo. L’impegno per il cessate il fuoco, però – parte dell’intesa – mostra già cedimenti quando Mosca ne segnala già la violazione con un soldato azero rimasto ferito in uno scontro a fuoco nel distretto di Mardakert.

L’annuncio delle forze azere segue di 24 ore quello che Mosca aveva a sua volta diramato affermando che i combattenti separatisti di etnia armena avevano iniziato a consegnare le armi sulla base dell’accordo raggiunto proprio grazie alla mediazione russa: è quindi una conferma ma anche l’intenzione da parte azera di mostrare l’arsenale ribelle adesso preso in consegna. “Abbiamo già sequestrato armi e munizioni”, ha aggiunto infatti Eyvazo, spiegando che il processo di disarmo “può richiedere tempo” perché alcuni ribelli avevano sede in remoti distretti montani. “La priorità è lo sminamento e la smilitarizzazione”, ha quini sottolineato. La politica intanto passa ancora una volta dal Palazzo di Vetro, a New York, nella coda dell’Assemblea Generale in cui interviene l’Azerbaigian, dichiarandosi “determinato a promuovere un’agenda di normalizzazione”.

Jeyhun Bayramov, ministro degli Esteri azero, tiene però soprattutto a sottolineare che “nessuno stato accetterebbe la presenza illegale di un altro stato sul suo territorio e neppure noi lo accettiamo. Ma nonostante le sfide poste dagli armeni ribadiamo la nostra volonta’ per negoziati nel rispetto dei diritti reciproci. Crediamo ci sia un’opportunita’ storica di raggiungere un accordo per far si ‘che i due paesi vivano come vicini nel rispetto reciproco”. E promette quindi di trattare gli armeni del Karabakh come “cittadini uguali”. A Bruxelles parla il presidente armeno, Vahagn Khachaturyan, mentre il Paese si prepara ad affrontare l’arrivo di migliaia di profughi in fuga dall’ultima operazione militare azera nell’enclave del Nagorno-Karabakh, e si dice “preoccupato per la cooperazione militare tra Italia e Azerbaigian e per gli accordi già firmati, o previsti, che arriverebbero fino a 1,2 o 1,5 miliardi di euro”. In una video intervista Khachaturyan sottolinea che “queste armi verranno un giorno utilizzate contro il Nagorno Karabakh e contro la Repubblica di Armenia” e insiste: “Speriamo che questo accordo di cooperazione non venga firmato”, mentre rimarca il “grande potenziale per la cooperazione” tra Italia e Armenia. Poi mette in guardia sulla “minaccia di un escalation” che a suo avviso “non è scomparsa, esiste ancora, da un momento all’altro le attività militari potrebbero riprendere e l’Azerbaigian potrebbe tentare di continuare la sua politica di pulizia etnica del Nagorno Karabakh”. E spiega: “Per questo abbiamo chiesto meccanismi internazionali per la sicurezza degli armeni che vivono nella regione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu”. (ANSA). RP 2023-09-23 19:37 S0B QBXB EST

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Esteri

Venezuela mette taglia sul leader del carcere Tocoron El Niño Guerrero

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Il Venezuela mette una taglia su Rusthenford Guerrero Flores, meglio conosciuto come El Niño Guerrero, il leader del Tren de Aragua – il gruppo criminale più temuto del Venezuela – che aveva trasformato il carcere di Tocoron, a sud est di Caracas, in un paradiso per criminali, con piscina, zoo con animali esotici, e persino una stanza per il mining di Bitcoin. “Ricompensa. “Ricercato”, si legge su un manifesto postato sui social media dal ministero dell’Interno e della Giustizia, corredato di fotografia, nome e numero della carta d’identità di Guerrero, 39 anni, condannato a più di 17 di reclusione, per omicidio. Ma nonostante la caccia all’uomo, secondo l’Osservatorio delle carceri venezuelane, i vertici della banda criminale erano stati avvisati con anticipo dell’operazione pianificata per riprendere il controllo del penitenziario, dando loro il tempo di fuggire.

“I prigionieri più violenti, e i capi, avevano già negoziato la loro uscita dal complesso” prima dell’assalto degli 11mila tra poliziotti e militari “ed hanno lasciato il Paese una settimana fa”, affermano dalla ong. Secondo Jeremy McDermott, direttore esecutivo di InSight Crime, fondazione dedicata allo studio delle principali minacce alla sicurezza in America Latina, dal bastione del Tocoron, da anni Guerrero organizzava una serie di attività che gli fruttavano circa tre milioni di dollari l’anno. Il penitenziario – spiega – si era trasformato in una roccaforte per estorsioni, sequestri, rapine, tratta di esseri umani, e traffico di droga, con ramificazioni in vari Paesi dell’America Latina, dal Perù al Cile, dall’Ecuador alla Colombia.

L’osservatore ritiene inoltre che l’operazione per riprendere il controllo della prigione, faccia parte di una strategia del governo di Nicolas Maduro per mostrare il pugno duro contro il crimine in vista delle elezioni del 2024. Stando a indiscrezioni, nel carcere sono stati trovati alcuni tunnel sotterranei che consentivano l’entrata e l’uscita a proprio piacimento. E ci sono immagini che immortalano Guerrero mentre partecipa a feste ed altri incontri mondani. Tra le informazioni circolate, quella che il capo del Tren de Aragua abbia già lasciato il Venezuela e si sia nascosto in Cile. Ma le autorità del Paese sudamericano – che negli ultimi mesi si sono trovate a gestire gravi problemi di sicurezza – negano.

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Esteri

Kiev, 9 morti in attacco a base flotta russa del Mar Nero

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Almeno 9 persone sono morte e 16 sono rimaste ferite in seguito all’attacco di ieri delle forze ucraine contro il quartier generale della Flotta russa del Mar Nero a Sebastopoli, nella Crimea occupata: lo ha detto il capo dell’intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, a Voice of America. Tra i feriti, ha sottolineato, ci sono anche generali russi.

“Tra i feriti c’è il comandante del gruppo, il colonnello generale (Olexandr) Romanchuk, che è in condizioni molto gravi”, secondo Budanov. “Il capo di Stato Maggiore, il tenente generale (Oleg) Tsekov, non è cosciente. Il numero dei feriti tra i militari regolari che non sono dipendenti del quartier generale è ancora in fase di determinazione. Si tratta del personale militare in servizio, di sicurezza e così via: (questi) non sono inclusi nella lista che ho annunciato” .

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