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Cronache

Una scuola nuova dopo la pandemia: la sfida da Città della Scienza

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“Ricostruire una scuola nuova dopo la pandemia” è l’obiettivo emerso dalla XX edizione della Tre Giorni per la scuola (10, 11, 12 novembre 2021), il grande appuntamento nazionale promosso dalla Regione Campania e da Città della Scienza, dedicato alla didattica e all’innovazione, che oggi vivrà il suo terzo giorno.
Già è possibile trarre un bilancio dopo un programma ricco e variegato che ha messo a confronto rappresentanti delle Istituzioni, dirigenti scolastici, docenti, studenti e special guests, tutti accomunati sulla gran voglia di ripartire dopo mesi tanto difficili per il black out causato dalla pandemia, nell’ottica di far fronte alle esigenze occupazionali ed educative dei ragazzi e lavorare ad una scuola nuova, inclusiva e protagonista di una trasformazione epocale.


Una scuola che vuole conservare quello che di buono ha portato l’incremento di un approccio digitale ma che non è più finalmente solo ‘DAD’ (didattica a distanza) e che punta al ritorno della socialità e del confronto in classe. Anche se c’è chi, come gli attori comici Paolo Caiazzo e Daniele Ciniglio proprio dalla DAD hanno preso spunto per sviluppare una web serie (partendo dai problemi di connessione…arrivando ai trucchi degli studenti più furbi…).

Una scuola che vuole essere più che mai “viva” come cita il programma finanziato dal Fondo Sociale Europeo, con cui la Regione Campania realizza una serie di interventi volti a potenziare l’offerta formativa del sistema scolastico regionale, con l’obiettivo di innalzare il livello della qualità della scuola campana e rafforzare la relazione tra scuola, territorio, imprese e cittadini. Un programma (Scuola Viva) che si rigenera attraverso nuovi progetti come per esempio ITS e cioè la formazione post-diploma altamente professionalizzante, rappresentata in Italia unicamente dagli Istituti Tecnici Superiori. Un modo per far acquisire ai ragazzi competenze richieste dal mondo del lavoro e avere così possibilità concrete dal punto di vista occupazionale.

Una scuola che lancia spunti di riflessione importanti alla sua comunità come la diffusione della cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro e della prevenzione degli infortuni con l’appuntamento “Arte e Sicurezza” di Inail Campania con il cantante Andrea Sannino intento a sensibilizzare i ragazzi dal palco della sala Newton di Città della Scienza proprio su questo tema.

Una scuola che punta alle tecnologie digitali all’avanguardia grazie alla “Huawei Academy per le scuole”, un percorso che coinvolge la scuola secondaria di secondo grado in corsi e Masterclass in partnership con la divisione italiana di un’azienda leader mondiale nel mercato delle telecomunicazioni.

Quest’oggi occhi puntati sul Premio Smart School, un contest strutturato nelle sezioni Innovazione, Inclusione, Impresa; sul progetto “Troisi a scuola” con la riscoperta per le nuove generazioni di un grande artista mai dimenticato e sul “Premio Bisceglia” che si pone come obiettivo principale lo sviluppo del concetto di “Cittadinanza Sostenibile” per proteggere l’ambiente e promuovere la consapevolezza culturale della tutela del patrimonio e del territorio.

“Da sempre Città della Scienza è legata a doppio filo al mondo della scuola, perché un paese colto ed evoluto è un paese in cui al centro ci sono i ragazzi e gli insegnanti. E’ un’occasione concreta per favorire tra tutte le scuole, dal Nord al Sud, uno scambio reale di esperienze, buona pratiche, attività, favorendo la cooperazione e la crescita collettiva”, ha dichiarato il professor Riccardo Villari, Presidente di Città della Scienza

“Un appuntamento annuale che ha l’obiettivo di valorizzare il lavoro svolto in questa fase di emergenza e di ridurre le distanze tra il mondo della scuola e quello del lavoro. La didattica oltre le differenze, l’educazione dopo il Covid. La Campania è la regione con la percentuale più alta di vaccinati tra personale scolastico docente e non docente e non è un caso: la comunità scolastica c’è stata e si è fidata della scienza” ha affermato Lucia Fortini, Assessore alla Scuola, alle Politiche Sociali e alle Politiche Giovanili della Regione Campania.

http://www.cittadellascienza.it/3giorniperlascuola/

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La sfida di Riina jr: venderó i ritratti di mio padre

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L’ultima provocazione è di qualche mese fa. Anche allora Giuseppe Salvatore Riina, Salvuccio per i suoi, terzogenito di Totò, il capo dei capi di Cosa Nostra, aveva scelto i social per celebrare il ricordo del padre. Oggi il nuovo post, pubblicato su Facebook e Instagram, con un ritratto del capomafia.

Sotto, come avvenne a novembre, decine di commenti entusiastici con apprezzamenti per il boss. “Bellissimo grande uomo”, scrive uno, “Grande zio Totò”, il commento di un altro. E c’è anche chi chiede se il quadro sia in vendita. Domanda a cui risponde prontamente il figlio del padrino, libero dopo aver scontato una condanna a 8 anni e 10 mesi per mafia. “Adesso farò un sorta di sondaggio-sorteggio tra tutti i miei follower sia di Fb sia di Instagram, sceglierete voi stessi un ritratto tra tutti quelli che ho ricevuto, e il più votato tra tutti questi lo metterò all’asta e qualcuno di voi lo potrà avere in casa propria come opera d’arte unica – dice – Il dipinto prescelto per essere battuto all’asta sarà firmato (dietro la tela) da me e lo invierò all’aggiudicatario con un biglietto di carta redatto di mio pugno, dove sarà dichiarata l’autenticità dell’opera d’arte e che rispecchia al 100% quella che è postata in questo momento sui miei Social Network…!!!” “Bellissimo, ne voglio uno”, posta un follower, mentre un altro definisce Riina un “grandissimo uomo che non ha mai chinato il capo”.

A novembre Salvuccio, recentemente tornato a vivere in paese, con due post su Instagram e Facebook aveva omaggiato il padre, morto in carcere nel 2017, con una sua foto incorniciata e accanto un vaso con due rose rosse. “Lui ha vissuto, vive e vivrà sempre in Noi e con Noi”, aveva scritto ben attento all’uso delle maiuscole. Il post aveva ricevuto centinaia di like e decine di commenti del tipo: “Un grande uomo con i veri valori della famiglia. Ognuno di noi combatte la propria guerra per la sua famiglia”, “Grande uomo non ne nascono più come lui sicuramente” “Totò l’imbattibile e unico”. “Recentemente un altro componente della famiglia Riina, la prima dei 4 figli del capomafia, Concetta, aveva fatto parlare di sé lanciando un appello alle istituzioni e denunciando le difficili condizioni carcerarie riservate al consorte Tony Ciavarello, detenuto a Rieti per scontare due condanne definitive. “Aspetta da giugno che gli venga rilasciata la carta di identità e ha bisogno di assistenza sanitaria urgente in carcere. Non è giusto quello che gli sta accadendo”, aveva fatto sapere suscitando molto clamore. Clamore che il padre certamente non avrebbe gradito.

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L’addio a Papa Francesco seguito da tutto il mondo, dalle tv ai social

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Francesco lo avrebbe voluto cosi: quello di Bergoglio è da considerarsi ad oggi il funerale di un pontefice con il più vasto accesso a livello mondiale. Non per le 250mila persone stimate in piazza San Pietro, ma per l’incalcolabile moltitudine di schermi accesi sulle esequie: quelli tv ma anche cellulari, tablet, pc e laptop. Con i social che da soli hanno sfiorato i 7 milioni di interazioni nelle ultime 12 ore. I network internazionali più noti – per la gran parte americani ma non solo, come Bbc, Sky e Al Jazeera – hanno tutti offerto sui propri siti web le dirette video della cerimonia in Vaticano e gli aggiornamenti fin dai primi arrivi sul sagrato della Basilica. E poi i quotidiani in ogni lingua, le radio, i canali youtube, a partire da quello della Santa Sede che ha trasmesso la cerimonia per intero. La rivoluzione tecnologica, che ha viaggiato veloce negli ultimi 20 anni – ovvero dal funerale di Giovanni Paolo II – ha portato così tutto il mondo lungo via della Conciliazione, tra le colonne di piazza San Pietro e al seguito dell’ultimo viaggio del pontefice che ha attraversato Roma fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore: dalle Filippine (il più popoloso paese cattolico al mondo), all’Africa, passando per l”Asia, gli Stati Uniti o l’America Latina che a papa Francesco aveva dato i natali. L’attesa era tale che fin dai giorni precedenti diverse testate, nelle loro edizioni online, offrivano indicazioni in dettaglio su come sintonizzarsi: le pagine web, gli orari, i canali social dedicati. Quest’ultima la maggiore novità da quando, nel 2005, il mondo salutò un papa in carica con la morte di Karol Wojtyła . E’ infatti, per esempio, rimbalzata prima sui social l’immagine – subito considerata storica – del faccia a faccia fra il presidente Usa Donald Trump e quello ucraino Volodymyr Zelensky nelle navate della Basilica prima delle esequie. E dalle prime analisi risulta essere al top dell’interesse globale, sfiorando alle 15 (ora italiana) quasi 3 milioni di interazioni, esattamente 2 milioni 915 mila e 481 così divise: su X 547.789, su Instagram 1.689.547 e su Facebook 678.145, secondo l’analisi della società Arcadia sulle conversazioni social e sul web. Tra le 25 emoji più utilizzate online per commentare i funerali ci sono le mani congiunte in preghiera e le bandiere dello Stato Pontificio, dell’Argentina e degli Stati Uniti. E, ovviamente, quasi la metà (47%) sono gli utenti dai 25 ai 34 anni ad aver partecipato maggiormente alle conversazioni digitali.

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Il rosso e il nero, a San Pietro geografia del potere

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Il rosso porpora dei cardinali e il nero degli abiti in lutto, il bianco delle rose e il marmo bianco del colonnato. Tra cerimoniale e protocollo sul sagrato di San Pietro si è dispiegata la geografia del potere spirituale e temporale racchiusa nella regia sapiente del rito. Le spettacolari immagini dall’alto, realizzate grazie anche all’inedito utilizzo di droni, hanno trasformato piazza San Pietro in una gigantesca scacchiera dell’equilibrio mondiale: da un lato il rosso degli abiti cardinalizi, dall’altro il nero degli abiti dei capi di Stato e consorti sapientemente distribuiti in base a ruolo e peso internazionale. A seguire, in una sorta di sfumatura cromatica, il bianco dei concelebranti e i variopinti completi delle decine di migliaia di fedeli. In prima fila la delegazione italiana e quella argentina alle quali si sono affiancate, con un piccolo strappo al cerimoniale che voleva una disposizione in ordine alfabetico francese, quelle dei principali governi europei e mondiali, dalla Francia agli Stati Uniti, passando per la Spagna e l’Ucraina. L’unico outfit blu, invece del tradizionale nero, è stato quello del presidente americano, Donald Trump che, in prima fila, si trovava tra Filippo di Spagna ed Emmanuel Macron. Zelensky per un giorno ha dismesso maglietta e pantaloni tecnici in verde militare per vestire di nero. Poi le first ladies di ieri e di oggi e nobili col capo coperto da un velo nero, da Melania Trump a Jill Biden, da Silvia di Svezia a Letizia di Spagna. Victoria Starmer ha preferito però un cappello con veletta. Capo coperto anche per la figlia del presidente Mattarella, Laura. Giorgia Meloni, Ursula Von der Leyen e Brigitte Macron non hanno rinunciato allo stile rigoroso ma senza veletta. L’austerità della celebrazione a piazza San Pietro ha lasciato poi spazio alle rose bianche con cui i poveri e i migranti hanno accolto il feretro di Francesco a Santa Maria Maggiore, proprio come lui avrebbe voluto. Gli zuccotti rossi dei cardinali si confondevano con le giacche beige dei fedeli o le magliette dell’Argentina, ai jeans strappati e gli smanicati rossi. Ad accompagnare il feretro verso la cappella dove poi Bergoglio è stato tumulato prima i domenicani, con il loro tradizionale – ed umile – abito nero e bianco, e poi quattro bambini. Nelle loro mani due cesti di rose bianche offerte dai poveri davanti all’altare della Basilica tanto cara a Francesco. Lo stesso altare sul quale, dopo le dimissioni dal Gemelli, il Pontefice decise di far deporre a sorpresa i fiori gialli della signora Carmela. Che, anche oggi, immancabile, ha deciso di prender parte alle esequie, tra i Grandi della Terra e gli “ultimi del mondo”.

(Foto in evidenza di Imagoeconomica)

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