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Cronache

Uccide l’ex moglie a Udine e si schianta con l’auto

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Uccisa dall’ex marito che si trovava ai domiciliari in una cittadina vicina dopo una condanna a 5 anni per precedenti violenze proprio nei confronti della vittima e degli altri familiari. E’ morta così, stamani, Samia Bent Rejab Kedim, cittadina di origine tunisina di 46 anni. L’ha colpita ripetutamente – con un oggetto tagliente e contundente – Mohamed Naceur Saadi, di 59 anni, in quella che, per anni, è stata la loro abitazione, un appartamento in un complesso Ater di Udine. A lanciare l’allarme è stato il figlio 15enne della coppia che, rientrando a casa, ha visto il padre uscire di corsa dalla palazzina, dirigendosi verso l’auto, con i vestiti insanguinati. Il ragazzo ha composto il 112, numero unico per le emergenze del Friuli Venezia Giulia, che ha inviato sul posto le forze dell’ ordine e il personale sanitario: per la donna non c’era più nulla da fare. Immediatamente è scattata la caccia all’ex marito, ma la polizia era ignara che egli fosse già morto, in seguito a un incidente stradale accaduto pochissimi minuti dopo aver lasciato il luogo del delitto. L’assassino, a bordo della propria auto, si è schiantato contro una cisterna lungo la strada statale Pontebbana.

Da quanto ha dichiarato il camionista – contuso e sotto choc – pare che il veicolo leggero procedesse a velocità elevatissima e “puntasse” proprio nella sua direzione. Altri autotrasportatori testimoni sostengono di essere certi si sia trattato di un atto deliberato, vedendo la traiettoria dell’ auto, che pare abbia accelerato prima dello schianto. Nell’urto l’uxoricida è morto all’ istante. Per le procedure di identificazione della vittima sono serviti alcuni minuti. Quando è stato accertato di chi si trattasse, il cerchio si è chiuso e le ricerche dell’assassino sono state interrotte. L’allarme che era stato lanciato, alle 11 in punto, anche dai carabinieri di Monfalcone (Gorizia). L’uomo era ai domiciliari nella cittadina dei cantieri e godeva, ogni martedì e giovedì mattina, di un permesso di due ore per poter provvedere al proprio sostentamento, per fare la spesa e sottoporsi a eventuali visite. Alle 11 il braccialetto elettronico ha segnalato il mancato rientro nell’abitazione, facendo scattare le ricerche per evasione. In realtà, a quell’ora l’assassino era già deceduto, dopo aver ucciso – forse in modo premeditato – l’ex moglie, colpevole non solo di averlo lasciato, ma anche di averlo fatto condannare a una pena molto severa, che avrebbe scontato in carcere, una volta divenuta definitiva.

Il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, ha espresso “cordoglio alle persone vicine alla nostra concittadina Samia Bent Rejab Kedim, in particolare alle due figlie e al figlio”. De Toni ha parlato di “una cultura da sradicare, con l’impegno di ognuno di noi e a partire dalle istituzioni politiche, per garantire sicurezza alle donne e educazione alla componente maschile della società, troppo spesso condizionata da idea di possesso e di violenza”.

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Traghettopoli, tra i beneficiari dei biglietti omaggio Tirrenia anche Beppe Grillo e il figlio

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Il comico non è indagato, ma il suo nome compare nelle carte dell’inchiesta genovese. Tra i beneficiari dei biglietti gratuiti concessi dalla compagnia di navigazione Tirrenia, emergono anche Beppe Grillo, suo figlio Ciro e i coetanei coinvolti con lui nella vicenda giudiziaria per il presunto stupro di una studentessa italo-norvegese nella villa sarda del fondatore del Movimento 5 Stelle. Il loro nome compare nelle carte di “Traghettopoli”, la maxi inchiesta della Procura di Genova coordinata dal pm Walter Cotugno, che indaga su un presunto sistema di favori e biglietti omaggio nel mondo dei trasporti marittimi.

Nessun indagato, ma l’ombra del privilegio

Grillo e gli altri non sono indagati, ma la loro presenza nella lista dei beneficiari rappresenta un elemento significativo dal punto di vista politico e simbolico. A far rumore è il coinvolgimento di chi, come Grillo, si è sempre presentato come il paladino della legalità e della lotta ai privilegi della casta. Il momento è delicato per l’ex comico, già ai margini del suo stesso movimento dopo la rivoluzione voluta da Giuseppe Conte, che ha preso le redini del partito.

34mila biglietti omaggio in sei anni

Secondo gli investigatori, in sei anni le compagnie del gruppo Onorato avrebbero distribuito quasi 34mila biglietti gratuiti. Un dato che, secondo la Procura, dimostrerebbe l’esistenza di un “meccanismo corruttivo impressionante”, con coinvolgimenti in diversi settori delle forze dell’ordine, delle capitanerie di porto, di almeno due magistrati e funzionari pubblici. I beneficiari ricevevano i biglietti in cambio di presunti trattamenti di favore.

Achille Onorato si avvale della facoltà di non rispondere

Nell’inchiesta è indagato anche Achille Onorato, figlio dell’armatore Vincenzo Onorato. Il giovane imprenditore si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio, senza che sia stata richiesta alcuna misura cautelare nei suoi confronti. Il suo nome compare accanto a quelli di dirigenti e referenti del gruppo Onorato che avrebbero avuto ruoli centrali nella gestione del sistema dei biglietti.

Il precedente: il caso archiviato a Milano

Nei mesi scorsi il tribunale di Milano ha archiviato un’altra indagine che vedeva coinvolti Beppe Grillo e Vincenzo Onorato per presunto traffico di influenze illecite. L’accusa sosteneva che Grillo, tra il 2018 e il 2019, avesse girato a tre parlamentari del Movimento richieste di aiuto da parte di Onorato, in cambio di contratti pubblicitari per promuovere la compagnia Moby sul suo blog. La Procura ha infine stabilito che non c’erano elementi sufficienti per procedere.

 

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Cronache

Trovata morta la 23enne scomparsa a Bologna

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E’ stata trovata morta in serata la ragazza di 23 anni di cui era stata denunciata ieri la scomparsa a Bologna. La polizia aveva avviato indagini e ricerche. Non si esclude che si tratti di un gesto volontario, ma saranno fatti accertamenti.

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Volvera, tragedia in un condominio: uomo uccide due vicini a coltellate e si toglie la vita

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Duplice omicidio seguito da suicidio questa sera nel cuore di Volvera, cittadina della pianura torinese a 25 chilometri dal capoluogo piemontese. In un appartamento al primo piano di un condominio di via XXIV Maggio 47, un uomo di 34 anni ha ucciso a coltellate i suoi due giovani vicini di casa – una donna di 28 anni e un uomo di 23 – per poi togliersi la vita con la stessa arma.

Secondo una prima ricostruzione, il delitto sarebbe maturato al culmine di una lite esplosa tra la coppia e l’aggressore, già noto alle forze dell’ordine. Per compiere l’atroce gesto, il 34enne avrebbe usato un coltello da sub, colpendo a morte prima i due vicini, che avrebbero cercato invano di fuggire nel cortile dell’edificio, e poi si sarebbe inferto un fendente mortale alla gola.

I primi a intervenire sono stati i carabinieri della stazione di None e i soccorritori del 118, seguiti dai militari del comando provinciale e dalla compagnia di Pinerolo. I corpi sono stati trovati nel cortile della palazzina: per tutti e tre non c’è stato nulla da fare. Sul posto anche la Scientifica, impegnata nei rilievi e nell’analisi della scena del crimine.

Le indagini sono in corso per chiarire le cause esatte della lite che ha scatenato la furia omicida. I carabinieri stanno ascoltando i vicini di casa e ricostruendo le relazioni tra i protagonisti della tragedia. La comunità di Volvera è sotto shock, sconvolta da una violenza improvvisa e brutale che ha spezzato tre vite nel cuore di una tranquilla zona residenziale.

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