Il cancello dello stadio Liguori è ancora aperto. Il pullman della squadra parcheggiato, i giocatori in campo. Luca Giannone e Marcello Trotta, insieme ai tecnici Andrea Juliano ed Ezio Forziati, provano a mantenere la forma. Tutto sembra normale. Ma non lo è. La Turris è stata esclusa dal campionato, ufficialmente fuori da tutto, come il Taranto. Eppure, lo staff va avanti. «Siamo atleti, dobbiamo restare allenati», spiega Giannone. Qualcuno spera ancora in un ricorso, ma la realtà è un’altra: il calcio, a Torre del Greco, è finito.
Giovani in campo, società assente
Resiste soltanto il settore giovanile, ancora autorizzato a proseguire. Juliano, ex tecnico dell’U17, guarda ai ragazzi con speranza: «Meritano di giocare, non questo disastro». La situazione è tragica e surreale: alcuni giocatori stranieri sfrattati, costretti a dormire in macchina per vergogna. Gli stipendi non arrivano da ottobre, ma il gruppo tiene duro.
Un passaggio societario senza controlli
Tutto è precipitato dopo la cessione delle quote da Antonio Colantonio a Ettore Capriola, costruttore senza esperienza calcistica, avvenuta senza due diligence. La stagione è iniziata con gravi ritardi nei tesseramenti, contratti mai ratificatie una situazione economica opaca. I numeri parlano chiaro: al 30 agosto 2023, i contratti federali registrati ammontavano a circa 669mila euro (più 414mila di bonus), sotto la soglia da fideiussione. Eppure, i debiti sono esplosi, fino a raggiungere 1,5 milioni di euro, e ora c’è un’istanza di fallimento sul tavolo.
Mancati pagamenti e misteri bancari
La Turris ha saltato due scadenze federali, quella del 16 dicembre e quella del 17 febbraio. C’è chi accusa persino la banca di aver saldato debiti sbagliati, trascurando i versamenti fiscali (F24). «Sarebbero bastati meno di 50mila euro per salvare tutto», si mormora in sede. Intanto, il bilancio non è mai stato approvato, i conti sono bloccati, e la Covisoc ha respinto tutto. Risultato: esclusione dalla Serie C e squalifica triennale per l’a.d. Piedepalumbo.
Dalla Serie C all’Eccellenza: Torre riparte da zero
La città dovrà ripartire dall’Eccellenza, con una nuova società. C’è chi parla di un possibile arrivo del Pompei, con cambio di nome e trasferimento del titolo sportivo. Ma i tifosi restano divisi e profondamente delusi. Nemmeno il derby storico con il Savoia è più possibile, anche se proprio i rivali hanno espresso il loro dispiacere con un comunicato ufficiale.
Il sindaco Mennella: «Deluso, ma guardiamo avanti»
Il sindaco Luigi Mennella, grande tifoso, si dice «profondamente rammaricato»: «Avevo chiesto ai dirigenti di sistemare tutto, mi avevano rassicurato. La Turris è un simbolo». Intanto è partito il progetto della cittadella dello sport, con piscina e palazzetto, e presto partirà anche la gara per il rifacimento dello stadio. Ma la sensazione è che qualcuno volesse tutto, senza preoccuparsi del futuro del club.
“Post fata resurgo”: il calcio può ancora rinascere?
La maglia è rossa come il corallo, il motto è «Post fata resurgo», dopo la morte si risorge. Torre del Greco è abituata a rinascere. Ma stavolta è il calcio ad essere stato spazzato via, travolto da cattiva gestione, silenzi, errori e misteri. E se il Vesuvio erutta per natura, il disastro Turris ha nomi e cognomi ben precisi.