Dopo una notte di forte attività sismica nei Campi Flegrei, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha lanciato alle 8:15 di questa mattina un alert su X (ex Twitter) segnalando un terremoto in provincia di Latina con una magnitudo provvisoria tra 4.6 e 5.1.
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Una scossa di tale intensità sarebbe stata avvertita distintamente e avrebbe potuto causare danni, ma pochi minuti dopo il post è stato rimosso. Nel frattempo, l’informazione è rimasta visibile sulla app ufficiale dell’INGV, creando allarme tra i cittadini e nei media che hanno ripreso la notizia in attesa di conferme ufficiali.
Nessuna conferma dall’INGV: il terremoto è mai avvenuto?
Con il passare del tempo, nessuna comunicazione ufficiale è arrivata dall’INGV, mentre sui social gli utenti cercavano disperatamente notizie, contattando anche le testate giornalistiche che avevano appreso la notizia proprio dall’ente scientifico.
Tuttavia, il terremoto a Latina sembra essere sparito nel nulla, lasciando tutti senza una risposta chiara. Questo episodio solleva un problema serio: l’affidabilità delle comunicazioni di un ente che dovrebbe essere un punto di riferimento per la sicurezza pubblica. Fa sapere INGV dopo svariate richieste di spiegazione per la assenza di notizie sul terremoto che avevano segnalato che si era trattato di un errore di sistema. Cosa che può accadere. Ma perché non spiegarlo a tutti i cittadini allarmati?
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La gestione dell’informazione: una situazione preoccupante
In mancanza di interlocuzioni dirette con l’INGV, siamo costretti a smentire la notizia del terremoto di Latina, almeno fino a quando non verranno fornite spiegazioni ufficiali. Non siamo in grado di confermare né la magnitudo né l’effettiva esistenza della scossa, poiché l’ente che l’ha diffusa non solo non ha dato ulteriori dettagli, ma ha anche rimosso qualsiasi traccia della segnalazione.
Se davvero la scossa non c’è stata, perché l’INGV ha pubblicato l’alert? Se invece c’è stata, perché è stata cancellata senza spiegazioni?
Ci troviamo di fronte a una gestione della comunicazione inaccettabile per un ente di tale importanza. In un momento di forte preoccupazione, con uno sciame sismico in corso nei Campi Flegrei e una popolazione già in allarme, le informazioni devono essere precise, tempestive e affidabili.
Chiediamo scusa ai lettori e, soprattutto, ai cittadini di Latina, già alle prese da settimane con una sequenza sismica che desta preoccupazione. Non abbiamo alcuna responsabilità nella diffusione di dati errati, ma riteniamo doveroso evidenziare come questa situazione generi solo ansia e confusione.
Ci auguriamo che non ci sia stato alcun terremoto di forte intensità a Latina e che l’INGV comprenda l’importanza di una comunicazione chiara e responsabile, perché in questi casi l’informazione non è un dettaglio: è sicurezza pubblica.
La Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito un sequestro preventivo nei confronti di otto elicotteri riconducibili a quattro soggetti residenti a Pompei, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla procura di Torre Annunziata. Le indagini hanno rivelato che, fino a novembre 2024, gli indagati avrebbero svolto attività di air taxi e voli panoramici senza le necessarie autorizzazioni, configurando l’impiego abusivo di aeromobili a scopo di lucro.
Lanci di petali e voli tra ostacoli
Tra gli episodi più eclatanti finiti sotto la lente degli investigatori figura il lancio di petali di rose in volo dopo un matrimonio, un’attività non solo scenografica ma anche potenzialmente pericolosa. Gli elicotteri, secondo gli inquirenti, non risultavano sottoposti ad ispezioni periodiche e le procedure di manutenzione non rispettavano gli standard europei previsti per i mezzi adibiti a scopi commerciali.
Turisti con bagagli sui comandi di volo
Ancora più gravi le irregolarità riscontrate a bordo: in diversi casi i piloti avrebbero trasportato turisti con i bagagli appoggiati sui comandi di volo o non correttamente stivati. Inoltre, le aree di decollo e atterraggio erano spesso collocate in prossimità di ostacoli pericolosi, come scuole, ferrovie e tratte autostradali, con gravi rischi per la sicurezza pubblica.
Tre elicotteri già sequestrati
Le operazioni di sequestro sono ancora in corso. Al momento, sono tre gli elicotteri già posti sotto sequestro, mentre proseguono le attività di accertamento e perquisizione nei confronti degli indagati e delle società riconducibili a loro.
(La foto in evidenza ha solo uno scopo illustrativo ed è stata realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)
Settembre 2022: Anm sostituisce la fune di trazione della funicolare Centrale, operazione che richiese la chiusura dell’impianto per un solo giorno. Il cavo, in acciaio, lungo 1,5 chilometri e del peso di 13 tonnellate, era stato installato nell’ambito della manutenzione straordinaria ventennale eseguita da Leitner. Tutto regolare, con un intervento rapido che sembrava garantire sicurezza e durata.
Un nuovo problema dopo due anni e mezzo
Sono passati poco più di due anni e mezzo e la funicolare ha nuovamente chiuso per motivi tecnici. Alle 7 del mattino, gli utenti hanno trovato le porte delle stazioni chiuse con un cartello che parlava di «verifiche tecniche inderogabili fino a cessate esigenze». Nessuna spiegazione precisa, né tempistiche sul ripristino. Chi si trovava all’Augusteo ha dovuto ripiegare sulla metropolitana, mentre altri hanno usato la funicolare di Chiaia o affrontato a piedi i 500 scalini del Petraio.
Il silenzio di Anm e la reazione della politica
Per ore, nessuna comunicazione ufficiale da Anm. Solo nel pomeriggio, intorno alle 16, è arrivata una nota: «Durante le operazioni di manutenzione ordinaria si è rilevata la necessità di approfondire alcuni aspetti tecnici dell’impianto». Non un cenno alla fune, elemento invece al centro del confronto con Ansfisa, l’agenzia del ministero dei Trasporti per la sicurezza degli impianti a fune.
La fune da sostituire: spunta un’anomalia
Secondo quanto trapelato da fonti sindacali, durante gli esami strumentali sono emerse possibili criticità nella fune installata nel 2022. Nessun rischio imminente, ma la decisione è stata quella di sostituirla per precauzione, forse anche sull’onda emotiva della recente tragedia della funivia del Faito. L’origine del deterioramento così rapido non è ancora chiara.
Riapertura prevista il 30 aprile
La funicolare resterà chiusa fino a mercoledì 30 aprile. Tempi lunghi, probabilmente legati all’arrivo del nuovo cavo da fuori Italia. Intanto, per alleviare i disagi, la funicolare di Montesanto prolungherà gli orari di esercizio: venerdì e sabato fino alle 2, domenica fino a mezzanotte e trenta.
Anche la Linea 6 in tilt
Nella stessa giornata, disagi anche sulla linea 6 della metropolitana, chiusa per oltre un’ora a causa di una verifica urgente al software di gestione.
Nessun ragazzo è perduto. Il cambiamento è sempre possibile. Vietato arrendersi. Sono le tre regole non scritte che guidano da anni il lavoro instancabile di Eugenia Carfora (foto Imagoeconomica in evidenza), dirigente dell’Istituto superiore “Francesco Morano” di Caivano, nel cuore del Parco Verde, una delle realtà più difficili della provincia di Napoli. Da quando è arrivata, nel 2007, ha fatto della scuola un presidio di legalità, bellezza e speranza.
La sfida iniziata dai banchi
All’arrivo della preside, il “Morano” era una scuola dimenticata, con uscite di sicurezza ostruite, aule fatiscenti e strutture abbandonate. Eugenia Carfora ha ripulito muri e coscienze, ha coinvolto genitori, professori e studenti in una grande operazione di rigenerazione. Oggi l’istituto è un modello: ha una palestra funzionale, un orto per l’indirizzo agrario, laboratori moderni per informatica e meccatronica, una cucina per l’alberghiero. E soprattutto ha ritrovato la dignità.
Una serie tv per raccontare la sua storia
La sua vicenda sarà al centro di una serie tv Rai1 intitolata “La preside”, diretta da Luca Miniero e interpretata da Luisa Ranieri, che ha conosciuto personalmente la dirigente. «Non pensavo di dovermi esporre così per salvare un ragazzo o dire che la scuola è bella», ha commentato Carfora, commossa ma determinata. La fiction punta a raccontare la forza della scuola pubblica e il valore della cultura in territori difficili.
Una vocazione totale
Instancabile, sempre presente, la preside Carfora vive la scuola come una missione assoluta. «Sono malata di scuola», ammette. Anche a scapito della famiglia: «Ho un marito meraviglioso che è una mia vittima. Non sono stata una buona madre, ma i miei figli oggi sono come me». Non si è mai fermata davanti alle difficoltà: ha affrontato i pregiudizi, è andata a cercare i ragazzi casa per casa, ha sognato l’impossibile.
“Mi voglio spegnere tra i miei ragazzi”
«Mi offende sentir dire “poveri ragazzi” — spiega — perché in quell’espressione c’è già la resa. Io credo che ognuno di loro possa farcela». E quando pensa alla fine, confessa: «Non vorrei morire nel mio letto, ma fra i ragazzi, qui a scuola».