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Politica

Tajani, export è il nostro petrolio, chiave per la crescita

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“L’export è vita per l’Italia”, perché può “abbattere il debito” e può “rendere il paese ancora più stabile e credibile, socialmente ed economicamente”, in una fase in cui “i consumi interni diminuiscono”. Incrementarlo, quindi, è “una missione strategica del ministero degli Esteri”. Ne è convinto Antonio Tajani che rilancia, dalle colonne del Sole 24 Ore, le linee della nuova diplomazia della crescita della Farnesina a cui fanno capo le competenze e le funzioni di vigilanza, indirizzo e monitoraggio di Ice e Simest. “Aumentare il Pil significa aumentare le entrate del fisco e far decrescere il debito, il vero peso morto del paese”, ha affermato Tajani, sottolineando che “per fare politiche distributive prima dobbiamo generare ricchezza”. Il traino dell’export in questo quadro è fondamentale.

“Nel 2022 l’export del sistema Italia supererà i 600 miliardi di euro, ben oltre il 2021”, equivalenti al “30% del Pil del Paese”, ha rilevato il ministro, ricordando che “su 5 milioni di imprese ben 140mila sono quelle esportatrici” e “siamo leader in molti settori sensibili”. L’export “è il nostro petrolio” e su questo asset il governo è impegnato in una “partita globale”, ha spiegato Tajani, assicurando che “ogni elemento della politica estera verrà improntato a questa visione”. Una parola d’ordine è non limitarsi a “pochi mercati”, ma “allargarsi”.

A partire da “tutto l’arco del vicinato”. Nei Balcani in particolare, “nei primi mesi del 2023 convocheremo vari business forum iniziando da Belgrado e Pristina”, e il 24 gennaio ci sarà “una conferenza nazionale a Trieste interamente dedicata alla nostra strategia complessiva”. Sulla sponda mediterranea, altrettanto “centrale”, bisogna “rafforzare la presenza delle imprese italiane nei Paesi dell’Africa Sub-sahariana con buone prospettive di crescita”. In “una logica di collaborazione, non di sfruttamento”. E ci si vuole muovere “non solo per estrarre materie preziose, come le terre rare o il litio”, ma anche costituendo “joint venture con gli africani, anche per aiutare a far crescere nei paesi una classe dirigente, che magari possiamo formare nelle nostre università”.

Poi ancora, “collegare le reti trans-europee con quelle trans-africane, attraverso le autostrade del mare. Questo – ha annunciato il ministro – sarà un tema forte della Conferenza degli Ambasciatori, la settimana prossima”. Altra regione strategica è il continente americano. L’America Latina, “dove risiedono le maggiori comunità di origine italiana”, ma anche gli Stati Uniti, dove la Farnesina ha attivato il primo “Italian Innovation and Culture Hub”.

Quanto ai rapporti con la Cina, definita dall’Ue un rivale sistemico, per Tajani bisognerà “sviluppare sempre le relazioni commerciali ma alla luce di una rapporto che tenga conto dei nostri interessi nazionali, a partire dalla concorrenza sleale, praticata in certe situazioni”. E “questo processo si innesta in un’attenzione verso l’Asia, in un quadro di rafforzamento con l’India, che presiederà il G20”. In parallelo alla spinta dell’export, la Farnesina porterà avanti una “strategia” di promozione dell’Italia all’estero attraverso le ambasciate. “Raccontando al pubblico straniero la sapienza, la bellezza, la varietà, l’originalità e la spinta all’innovazione che caratterizzano il saper fare italiani”.

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La Rai annulla il confronto televisivo tra Meloni e Schlein per le Europee

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La Rai ha annullato il previsto confronto televisivo tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, in programma per il 23 maggio. Questa decisione arriva dopo la comunicazione dell’Agcom che ha sottolineato come un confronto del genere potesse avvenire solamente con il consenso di tutti i gruppi parlamentari rappresentati, condizione non soddisfatta dato che solo quattro degli otto gruppi hanno dato il loro assenso.

Il dibattito, che avrebbe avuto luogo nel contesto delle imminenti elezioni europee e che sarebbe stato moderato dal noto giornalista Bruno Vespa, è stato cancellato per mancanza della maggioranza richiesta dall’Agcom. La decisione di annullare l’evento è stata annunciata dalla Rai attraverso una nota ufficiale in cui si spiega che “nessun confronto è possibile in assenza della maggioranza richiesta”.

La Rai ha inoltre precisato che continuerà a garantire il rispetto della par condicio nei suoi notiziari e programmi di approfondimento, seguendo le linee guida dell’Autorità di regolamentazione. Con questa mossa, il servizio pubblico italiano si impegna a mantenere un equilibrio e una correttezza nella copertura delle campagne elettorali, riconosciute e sostenute dall’Agcom.

Questo annullamento segna un momento significativo nel dibattito politico italiano, influenzando non solo la visibilità dei candidati ma anche la dinamica dell’informazione politica in vista delle elezioni europee.

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Politica

Ultima stretta sul Superbonus e tutte le nuove norme finanziarie: l’esame approfondito

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Nell’arena politica italiana, la giornata di oggi segna un passaggio cruciale con la conclusione della prima fase di esame parlamentare del decreto legge sul Superbonus al Senato. Il dibattito è stato particolarmente acceso, evidenziando le fratture interne alla maggioranza, con Forza Italia che si è distinta in opposizione a specifiche misure proposte dal governo.

Il decreto, che introduce significative modifiche normative, è stato al centro di aspre discussioni, specialmente per quanto riguarda l’introduzione della misura dello spalma-crediti su 10 anni e la retroattività di tale provvedimento per le spese del Superbonus del 2024. Inoltre, Forza Italia ha combattuto, con successo parziale, la proroga della sugar tax, supportata dal resto della maggioranza e posticipata al 1° luglio 2025.

Durante i lavori della 6a Commissione, si sono verificati momenti di tensione significativa. In particolare, Forza Italia si è astenuta durante il voto su un emendamento cruciale, che è passato solo con il sostegno del presidente della commissione, Massimo Garavaglia (Lega), e di Italia Viva, che ha giocato un ruolo decisivo. La fiducia posta dal governo sul testo è stata approvata senza sorprese con 101 voti a favore, dimostrando una solida tenuta della maggioranza nonostante le divergenze interne.

Tra le novità più rilevanti approvate, si evidenzia il fondo di 35 milioni di euro istituito per il 2025, destinato al sostegno di interventi su edifici danneggiati da sismi, non coperti da precedenti decreti. Questo si aggiunge alle modifiche alla ripartizione dei crediti di imposta e alle diverse proroghe, come quella della Plastic tax al 1° luglio 2026 e varie nuove disposizioni per le banche e le assicurazioni riguardo la gestione dei crediti del Superbonus.

Importanti anche le risorse aggiuntive destinate a migliorare la gestione delle emergenze e del demanio, con significativi aumenti di fondi destinati a vari aspetti della gestione pubblica e infrastrutturale.

Il decreto ora passerà alla Camera per l’approvazione definitiva, prevista entro il 28 maggio, in una fase in cui il governo spera di consolidare ulteriormente le misure introdotte senza ulteriori ostacoli.

In sintesi, il cammino del decreto Superbonus si dimostra emblematico delle dinamiche politiche e delle priorità economiche attuali, rappresentando un tassello fondamentale nel più ampio quadro delle politiche di incentivazione e regolamentazione fiscale italiane.

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Accolto ricorso, Ilaria Salis va ai domiciliari a Budapest

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E’ stato accolto dal tribunale di seconda istanza ungherese il ricorso presentato dai legali di Ilaria Salis che può quindi uscire dal carcere e andare ai domiciliari a Budapest. Il ricorso era stato presentato dai legali di Ilaria Salis contro la decisione del giudice Jozsef Sós che nell’ultima udienza del 28 marzo le aveva negato i domiciliari sia in Italia che in Ungheria. In appello, la richiesta è stata invece accolta e quindi la 39enne attivista milanese, candidata con Avs alle prossime Europee, potrà lasciare il carcere a Budapest dove si trova da oltre 15 mesi con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. Il provvedimento, che prevede il braccialetto elettronico, diventerà esecutivo non appena verrà pagata la cauzione prevista dal tribunale.

“Ilaria è entusiasta di poter finalmente uscire dal carcere e noi siamo felicissimi di poterla finalmente riabbracciare”: così Roberto Salis ha commentato la decisione del tribunale ungherese di concedere i domiciliari a sua figlia Ilaria che, dopo oltre 15 mesi, potrà lasciare il carcere dove è detenuta con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. “Non è ancora fuori dal pozzo – ha aggiunto ma sarà sicuramente molto bello poterla riabbracciare dopo 15 mesi, anche se finché è in Ungheria io non mi sento del tutto tranquillo”.

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