Collegati con noi

Politica

Tajani, ecco le regole d’ingaggio verso congresso Fi

Pubblicato

del

Antonio Tajani detta le regole d’ingaggio in vista del congresso del 2024. Il coordinatore di Fi parte dalle procedure che, nella prima fase, porteranno all’elezione del presidente “traghettatore”che dovrà gestire, in maniera collegiale, il partito fino al prossimo anno. Il Comitato di presidenza si terrà “giovedì prossimo come preannunciato giorni fa”, e in quella sede sarà decisa la data del Consiglio nazionale che eleggerà il presidente il cui compito sarà di portare Fi verso il Congresso nazionale, dopo le assisi”, spiega. Per quanto riguarda il direttorio, il ministro degli esteri è netto: “c’è uno statuto che regola l’organizzazione del partito. E bisogna rispettarlo.

Non l’ho scritto io, lo abbiamo votato tutti insieme, non servono altre idee o osservazioni”. A pochi giorni dalla morte di Silvio Berlusconi, il coordinatore risponde anche ad alcune domande sul futuro di Marta Fascina:”Non l’ho chiamata in questi giorni. Non è facile perdere il compagno della vita, deciderà lei cosa vuole fare, come impegnarsi. È una scelta sua, noi siamo ben lieti di farle fare ciò che lei ritiene opportuno e giusto fare. Però,ripeto, è una scelta sua, non è una scelta che noi possiamo imporle. Lei deciderà quello che vorrà fare, è anche una nostra deputata, quindi già impegnata in politica, ciò che vorrà fare, farà”. Ha poi ricordato che quello che conta è “l’impegno politico, la militanza”.

“Noi non retrocediamo di un millimetro, andiamo avanti con grande determinazione, non abbiamo paura perché siamo forti dei sogni di Berlusconi”. Nel quadro de rilancio di Forza Italia, il coordinatore non chiude anche ad eventuali arrivi da chi lascia il Pd di Elly Schlein:”le porte sono aperte, ovviamente con una selezione. Come è venuta da noi Caterina Chinnici senza nulla chiedere, senza promesse, l’abbiamo accolta perché è una donna che crede nei nostri valori, quindi se c’è qualcuno che vuol venire, certamente. Abbiamo già delle persone che vengono in Parlamento a parlare con noi, vedremo cosa accadrà e quali saranno gli sviluppi”. Tutti temi che coinvolgono la base e quadri degli Azzurri.

La presidente dei senatori di Forza Italia, Licia Ronzulli sostiene decisa che ci “sarà un congresso vero”. “Siamo chiamati a una prova che mai avremmo voluto sperimentare: continuare lungo il sentiero tracciato da Berlusconi, senza più la sua guida. Siamo in mare aperto e dobbiamo dimostrare che non solo sappiamo navigare, ma siamo in grado di farlo bene”. E la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini parlando di una sua ipotetica candidatura alla guida del partito, ha rimarcato come sia già contenta del suo ruolo attuale: “lo considero un privilegio”. Berlusconi, ha aggiunto, sarà il leader di Forza Italia “anche oltre la sua vita biologica. Per noi fare i conti con la sua morte è un boccone abbastanza indigesto. Silvio Berlusconi ci ha programmati per andare avanti”.

Advertisement

Politica

L’Anac, corruzione rafforza mafie e inquina la democrazia

Pubblicato

del

“La corruzione mortifica legittime aspettative, deteriora la qualità dei servizi pubblici, rafforza le mafie, inquina la democrazia. Ha un costo, quindi, sociale, civile e umano, oltre che economico”. Nel decennale della sua nascita, l’Autorità Nazionale Anticorruzione consegna al Parlamento la tradizionale relazione evidenziando problemi e criticità di un Paese che – per usare le parole del presidente Giuseppe Busia – ha “il valore più alto in termini di danni finanziari al bilancio dell’Unione Europea, stimati a seguito di frodi e malversazioni, anche riconducibili alla criminalità organizzata”. La corruzione, dunque, continua a essere uno dei mali di cui soffre l’Italia e ha inevitabili ripercussioni in ogni ambito, dal lavoro alla salute, dagli appalti all’occupazione. In Parlamento, Busia ha provato a sintetizzare un anno in cui l’anticorruzione ha gestito 1.294 istruttorie, oltre ad aver avviato 395 procedimenti e gestito 441 istanze di precontenzioso.

“Anche quando non uccide – spiega il presidente dell’Anac -, la corruzione arreca danni inestimabili, affinando le sue armi con mezzi sempre più subdoli. Opere non ultimate, o completate con smodati ritardi e sperpero di risorse pubbliche. Imprese sane che falliscono a causa di un mercato poco aperto e trasparente. Giovani eccellenze costrette a cercare all’estero chances di realizzazione professionale, sottratte in patria da concorsi poco trasparenti”. Nella relazione, inevitabile è il passaggio sui fondi del Pnrr che – spiega Busia – ha dato impulso alla contrattualistica pubblica “con un valore complessivo degli appalti avviati di importo pari o superiore a 40.000 euro che si attesta attorno ai 283,4 miliardi di euro”. Si tratta di un aumento, scrive il presidente, “del 36,4% a confronto con il 2021, e addirittura del 65,9% rispetto al 2019”. Questi numeri, avverte però Busia, “non dicono tutto”.

“Avviare un procedimento non significa che si sarà in grado di chiuderlo in tempo, come aprire un cantiere non basta ad assicurare il completamento dei lavori in tempo utile e in modo adeguato”. Ecco perché “la strada è ancora lunga”. E con l’avvicinarsi della scadenza del 2026, “la salita diverrà sempre più ripida e per percorrerla – è il monito e l’invito – servirà lo sforzo congiunto di tutte le istituzioni, ai diversi livelli territoriali”. La relazione contiene anche numerosi appelli al legislatore, compreso quello per una disciplina organica sulle lobby.

“Una normativa che, rifuggendo da tentazioni criminalizzatrici – è il ragionamento dell’Anticorruzione – si ponga l’obiettivo di garantire piena trasparenza sull’attività dei portatori di interesse, anche mediante la creazione di canali digitali, accessibili a tutti, attraverso i quali tanto le lobby più organizzate e strutturate, quanto quelle dotate di mezzi minori, possano far pervenire le proprie proposte ed osservazioni”. Nel suo intervento, Busia, ha tenuto anche a ricordare le vittime della corruzione, “persone alle quali la corruzione ruba opportunità, prospettive, benessere, talvolta persino la vita”.

“Sono vittime della corruzione, intesa in senso amministrativo e non solo penalistico – scrive -, le donne e gli uomini sepolti vivi sotto le macerie di infrastrutture ed edifici costruiti con la sabbia al posto del cemento; i lavoratori schiacciati o soffocati nei cantieri perché chi avrebbe dovuto vigilare sulla loro sicurezza è stato indirizzato verso altri obiettivi; i pazienti che scontano la scarsa qualità di attrezzature sanitarie acquistate attraverso procedure opache; i bambini malnutriti, nei Paesi più fragili, a causa di aiuti umanitari che si perdono nelle pieghe di torbidi intrecci tra burocrazia e malaffare”.

Continua a leggere

Politica

Cybersicurezza: odg Costa, l’uso del Trojan va regolamentato

Pubblicato

del

“Si impegna il Governo a prevedere l’introduzione, nel primo provvedimento utile, di una disciplina organica del captatore informatico che rifletta il miglior bilanciamento tra le esigenze investigative e i principi di cui agli articoli 14 e 15 della Costituzione” cioè la tutela del domicilio e il principio della riservatezza. E’ quanto prevede l’ordine del giorno che il deputato di Azione Enrico Costa ha appena presentato al ddl sulla cybersicurezza. Un odg in cui si chiede di fatto una precisa e più severa regolamentazione dell’uso del Trojan, il captatore informatico usato in molte inchieste giudiziarie come quella ligure.

Nell’ordine del giorno di Enrico Costa, firmato anche dalla deputata di Italia Viva, Maria Elena Boschi e dal capogruppo di FI in Commissione Giustizia PIetro Pittalis, si dice anche che “risulta necessario prevedere una disciplina organica che, da un lato, indichi le gravi forme di criminalità per le quali ammettere l’utilizzo del captatore informatico e, dall’altro, dettagli le condizioni applicative e le modalità operative di utilizzo, con l’obiettivo di bilanciare l’accertamento delle ipotesi delittuose ed i principi costituzionali previsti dagli articoli 14 e 15 della Costituzione”.

Dopo aver definito il Trojan “un sistema dissimulato, inoculato da remoto, che invade il terreno della riservatezza penetrando anche nelle sfere più intime e private”, Costa sottolinea come il captatore informatico sia anche “uno strumento itinerante, che si sposta di “ambiente” in “ambiente”, potenzialmente in grado di accendere la webcam, di attivare il microfono e di captare conversazioni, di leggere qualsiasi dato venga archiviato all’interno del cellulare (dagli indirizzi in rubrica, agli sms, ai messaggi whatsapp, agli appunti salvati nelle note), di visualizzare le fotografie, di registrare la “tracciabilità” del possessore del cellulare funzionando da GPS, di catturare segretamente tutto ciò che viene digitato nel dispositivo, potendo quindi risalire anche ad eventuali password o numeri di carte di credito”.

Costa pertanto racconta anche la storia di questo strumento di indagine, a cominciare dalle sentenze della Cassazione che ne parlano e dagli interventi che ci sono stati da parte del legislatore negli anni, chiedendo con il suo ordine del giorno che il legislatore intervenga per “disciplinare” la materia visto che a suo avviso il Trojan è molto “più invasivo” delle normali intercettazioni. L’ordine del giorno, secondo quanto si apprende, potrebbe ricevere il parere favorevole del governo e pertanto venire approvato.

Continua a leggere

Politica

De Luca: straordinaria vittoria sui fondi per la Campania

Pubblicato

del

“Il Consiglio di Stato ha confermato pienamente le tesi della Campania, ha censurato i ritardi, e stabilisce l’inaccettabilità delle procedure messe in campo dal Governo. E’ il risultato della battaglia di civiltà e di dignità nella quale si sono impegnati in questi mesi centinaia di sindaci, amministratori, semplici cittadini. E’ un motivo di grande speranza e di grande soddisfazione per quanti hanno creduto nella giustizia amministrativa del nostro Paese”. Così il governatore Vincenzo De Luca sulla decisione del Consiglio di Stato in relazione ai fondi per la Campania, giudicata una “straordinaria vittoria” dopo mesi di polemiche.

Il Consiglio di Stato, ricorda ancora De Luca, “ha considerato pretestuosa la sopravvenienza dell’articolo 10 del Decreto coesione: smantellata la norma che surrettiziamente introduceva la vicenda Bagnoli nel Fondo di sviluppo e coesione”. “Ci si augura che a questo punto sia terminata la lunga e vergognosa catena di pretesti, di dilazioni, di ritardi strumentali, che ha penalizzato e penalizza le imprese, le famiglie, i Comuni della Campania. Ci si augura di poter cominciare a lavorare nell’interesse delle nostre comunità”, conclude il presidente della Regione.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto