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Stop stipendio più alto ai ministri non parlamentari, ma è mistero su chi l’ha proposto

Nella manovra finanziaria 2024 spunta un emendamento che equipara lo stipendio dei ministri non parlamentari a quello dei parlamentari, con diaria e rimborsi aggiuntivi. Palazzo Chigi smentisce ogni coinvolgimento, mentre Valditara e Crosetto prendono le distanze. Un caso misterioso che agita il governo e ricorda il fenomeno della “manina” parlamentare.

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Un emendamento misterioso agita i lavori della manovra finanziaria 2024. Palazzo Chigi smentisce ogni coinvolgimento, mentre i vicepresidenti del Consiglio, Antonio Tajani e Matteo Salvini, prendono le distanze: «Non ne so nulla», affermano entrambi. Lo stesso vale per il viceministro all’Economia Maurizio Leo, che alza le mani dichiarando: «Non è una scelta dell’esecutivo». Eppure, il nodo centrale resta l’emendamento che parifica lo stipendio dei ministri non parlamentari a quello dei deputati e senatori, generando un’onda di imbarazzo tra i membri del governo.

Il nodo dell’emendamento

La norma proposta introduce un adeguamento al trattamento economico dei ministri e sottosegretari non eletti in Parlamento, equiparandolo a quello dei colleghi parlamentari. Nello specifico, oltre ai 10.435 euro lordi mensili di indennità, l’emendamento aggiungerebbe 7.193,11 euro di diaria e rimborsi spese, oltre a 1.200 euro annui per spese telefoniche. Un cambiamento che riguarda otto ministri, tra cui:

  • Andrea Abodi (Sport),
  • Marina Calderone (Lavoro),
  • Guido Crosetto (Difesa),
  • Alessandro Giuli (Cultura),
  • Matteo Piantedosi (Interno),
  • Giuseppe Valditara (Istruzione),
  • Alessandra Locatelli (Disabilità),
  • Orazio Schillaci (Salute),
    oltre a viceministri e sottosegretari non parlamentari.

Le reazioni e il “mistero buffo”

Nonostante il rilevante impatto economico, nessuno nel governo sembra riconoscere la paternità dell’emendamento. Il ministro dell’Istruzione Valditara ha subito chiarito: «Non intendo utilizzare questa opportunità». Stessa posizione per il ministro della Difesa Crosetto, che ha chiesto il ritiro della norma.

Il caso assume i contorni di una “spy story”, dove la celebre “manina” parlamentare, citata ironicamente come una versione politica della Famiglia Addams, emerge come autrice invisibile di commi contestati. Un dettaglio che dettaglio non è, ma che scuote il governo e accende il dibattito pubblico.

Il finale ancora incerto

Il mistero sull’autore dell’emendamento si intreccia con i possibili sviluppi finali. Fonti vicine a Palazzo Chigi scommettono su un ritiro della norma come colpo di scena finale, accompagnato dagli applausi di rito. Resta, tuttavia, l’interrogativo sull’origine della proposta e sul motivo per cui un emendamento tanto impattante sia finito nei lavori della manovra, destinato a lasciare un segno nella memoria collettiva della finanziaria 2024.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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