Una mobilitazione nazionale per difendere la Costituzione. Giovedì i magistrati di tutta Italia incroceranno le braccia per protestare contro la riforma della separazione delle carriere, attualmente in esame alla Commissione Affari costituzionali del Senato. Un’iniziativa organizzata dall’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), che non si limiterà a una giornata di astensione dal lavoro, ma sarà anche un momento di confronto con i cittadini per spiegare le ragioni del dissenso.
Un flash mob per difendere la Carta
L’evento centrale della protesta si terrà a Roma, con un flash mob sulla scalinata della Corte di Cassazione. I magistrati indosseranno una coccarda tricolore sulla toga e terranno in mano una copia della Costituzione, simbolo della loro battaglia. Subito dopo, si sposteranno al cinema Adriano per un’assemblea pubblica, alla quale parteciperanno i vertici dell’ANM e personalità del mondo della cultura, tra cui Gianrico Carofiglio e l’ex presidente dell’ANM Giuseppe Santalucia.
Ma la mobilitazione non si fermerà alla capitale. In tutta Italia sono previsti eventi e incontri:
- Milano: flash mob davanti al Palazzo di Giustizia e assemblea in Aula Magna
- Genova: intervento dell’attore Antonio Albanese, che leggerà un testo di Piero Calamandrei
- Napoli: assemblea alla Biblioteca Tartaglione con gli scrittori Maurizio De Giovanni e Viola Ardone
- Altri eventi coinvolgeranno studenti universitari e delle scuole superiori
Un messaggio chiaro al governo
L’iniziativa arriva a pochi giorni dall’incontro del 5 marzo tra l’ANM e la premier Giorgia Meloni, un appuntamento definito dal segretario dell’associazione Rocco Maruotti come “un’occasione di confronto per chiarire che i magistrati non sono nemici della nazione, ma garanti dei diritti dei cittadini”. Maruotti ha sottolineato che la riforma “riscrive un pezzo della Costituzione in modo non del tutto condivisibile”, lamentando l’assenza di un vero confronto.
La replica del governo
Da parte sua, l’esecutivo respinge le critiche. Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro ha dichiarato che la riforma “non è punitiva verso la magistratura” e che l’accusa di voler sottoporre il pubblico ministero all’esecutivo è “strumentale”. Delmastro ha inoltre ribadito che il governo avrebbe voluto un maggiore coinvolgimento della categoria, ma “non sempre le sollecitazioni sono state raccolte”.
Lo sciopero si preannuncia dunque come un momento di forte tensione istituzionale, con la magistratura che denuncia un attacco all’autonomia della giustizia e il governo che difende una riforma ritenuta necessaria.
(la foto in evidenza è di archivio, è relativa alla protesta delle toghe nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudziario)