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Cronache

Stanno preparando una nuova emergenza rifiuti per giustificare la indispensabilità dei prossimi affari della multiutility milanese A2A

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Stanno preparando l’emergenza rifiuti. É il solito filone: creare il problema per poi risolverlo. E allora si comincia con innescare qualche inceppatura nel delicato sistema filiera dei rifiuti. Si imbastisce la solita discussione sulla mancanza di strutture industriali idonee che non hanno mai realizzato. Poi ci sarà qualche incendio dentro qualche opificio per la tritovagliatura o in qualche azienda che tratta qualche centinaia di tonnellate di monnezza della Campania. Poi si spegne il termovalorizzatore di Acerra per la famosa manutenzione straordinaria programmata che nessuno ha previsto di rimpiazzare con altre forme di smaltimento dei rifiuti. Quindi ci sarà il battage pubblicitario sull’emergenza, si vedranno i rifiuti a terra, i camion in fila fuori gli impianti in attesa di scaricare, le discussioni serie sulle deficienze del passato. E quindi ci sarà il Governo che si muoverà e spenderà per evitare l’emergenza o per superarla se ci siamo già dentro.
Che cosa succederà in Campania alla prossima emergenza rifiuti che stanno predisponendo? Si inventeranno qualche altro impianto per il trattamento dei rifiuti nell’area giuglianese, sarà fatta la manutenzione delle tre linee di incenerimento dei rifiuti e si getteranno le basi per costruirne una quarta di linea. Ovviamente il quarto forno per bruciare monnezza ad Acerra lo pagherebbero i contribuenti, lo costruirebbero le solite ditte e poi lo gestirebbe, come per le altre tre linee, sempre la A2A. Insomma, questo é quanto sta per accadere. Davanti a tutto ciò c’è chi pensa a ripulire le strade della Terra dei Fuochi. Che é un buon lavoro ma che non ci distrae da quanto sta accadendo.

“Con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in particolare con il direttore Fabrizio Curcio (capo della cabina di regia nazionale sulla Terra dei Fuochi, ndr), stiamo predisponendo per luglio o al massimo per la prima settimana di agosto, un piano straordinario di pulizia dei rifiuti abbandonati nei 90 comuni della Terra dei Fuochi, per levare la miccia da terra” ha annunciato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa a Caserta, dove ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione dei due campi, di calcio e calcetto, realizzati da Ecopneus, attraverso l’utilizzo di copertoni fuori uso. Sono piccoli segnali, minuscoli segnali per dire che i rifiuti possono essere una risorsa se smaltiti correttamente.

“Sappiamo – ha aggiunto Costa – che questa non è una risposta strutturale, ma intanto iniziamo a levare il combustibile, in modo tale che dopo l’estate avremo le misure strutturali, dai droni alla filiera dei rifiuti. Le risorse per questo piano le abbiamo stanziate, la Regione si è mostrata disponibile a collaborare; anche i Comuni, cui compete la raccolta, avranno ovviamente il loro ruolo. Queste guerre si combattono insieme. Ma la cosa importante è aver trovato le risorse e la voglia di procedere ad un operazione del genere, mai fatta”.

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Morti cuccioli di capriolo salvati dai Vigili del fuoco

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ìTroppo il tempo trascorso in acqua, troppo stremati dall’accaduto e forse troppo piccoli per superare ore così drammatiche. Non ce l’hanno fatta i due caprioli che i Vigili del fuoco erano riusciti a salvare ieri sera dopo un delicato e complesso intervento nel canale di alimentazione della centrale elettrica di Petrella Tifernina (Campobasso). I piccoli animali erano caduti e rimasti intrappolati. Era stato dato l’allarme e sul posto erano arrivati, oltre ai Vigili del fuoco da Campobasso, con le unità di soccorso fluviale, anche i Carabinieri forestali e i tecnici Enel. I caprioli sono stati tratti in salvo dai pompieri che li hanno subito accuditi e rifocillati. Tutto faceva pensare al meglio, invece la situazione è precipitata.

Gli animali sono stati affidati ai veterinari dell’Asrem, anche loro subito intervenuti, ma purtroppo, nonostante le cure, poche ore dopo entrambi sono morti. “Siamo molto dispiaciuti – ha detto a Telemolise il dottor Mario Di Nardo, veterinario dell’Azienda sanitaria regionale che ha seguito tutta la vicenda – Purtroppo i due caprioli, di pochi mesi di vita, sono rimasti troppo tempo in acqua, probabilmente un paio di giorni, e gli animali selvatici risentono molto dello stress. Lontani dalla mamma hanno provato a superare il canale e sono caduti. Dopo il recupero – racconta – abbiamo dato loro dell’acqua calda, li abbiamo coperti e rifocillati, ma evidentemente la situazione era compromessa”.

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Commando armato tra i vicoli dei Quartieri: volevano uccidere

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Armi in pugno, volti coperti, in quattro hanno fatto irruzione nell’androne di Foqus, la Fondazione Quartieri Spagnoli, in via Portacarrese a Montecalvario. Erano circa le mezzanotte di domenica scorsa e i componenti del commando erano convinti che lì dentro si nascondesse l’uomo che stavano inseguendo per uccidere, come vendetta per un precedente agguato, avvenuto due settimane prima in via Nardones. Non trovandolo, sono fuggiti via. Attimi di terrore per il custode, che ha denunciato tutto.

Il contesto: vendetta e criminalità

Secondo le indagini della Squadra Mobile diretta da Giovanni Leuci, quella incursione armata è stata la risposta a un episodio camorristico. Un agguato, avvenuto a tarda notte tra i vicoli del centro, documentato grazie alla testimonianza di uno studente. L’inchiesta è condotta dalla DDA con il coordinamento del procuratore aggiunto Sergio Amato. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza confermano la dinamica e il livello di pericolosità dei quattro incappucciati, armati di pistole e fucili.

L’emergenza criminale e il caso minorenni

L’attacco a Foqus arriva in un momento già delicato per Napoli, dove si sta alzando l’allarme sulla presenza di armi tra i giovanissimi. Solo pochi giorni fa due ragazzini di 14 e 15 anni sono stati pugnalati da coetanei nei pressi di piazza Dante, per futili motivi. Ieri, il prefetto Michele di Bari e l’assessore alla legalità Antonio De Iesu si sono recati nella zona degli accoltellamenti per incontrare commercianti e cittadini e ribadire l’importanza dell’impegno collettivo contro la devianza giovanile.

La missione di Foqus e la voce di Rachele Furfaro

“Domenica notte il nostro portone era aperto”, spiega Rachele Furfaro, fondatrice e presidente di Foqus. “Da quando siamo nati, nel 2013, abbiamo cercato di vivere la realtà dei Quartieri come una grande piazza, aperta alla contaminazione culturale e al contrasto della povertà educativa”. Non a caso, proprio ieri, la struttura ha ospitato un incontro con 750 studenti provenienti da tutta Italia, in collaborazione con la Robert Francis Kennedy Foundation e l’Università Orientale.

Diritti, scuola e coraggio nei Quartieri

“Serve più coraggio anche da parte delle scuole per stare in questi territori e mettere in campo interventi di qualità. Bisogna affermare il diritto alla formazione, alla lettura, al gioco”, insiste la presidente Furfaro. Un messaggio ancora più forte alla luce dell’ennesimo episodio di violenza giovanile che ha scosso Napoli lo scorso week end.

Il lavoro di Foqus non si ferma. La comunità reagisce, nonostante tutto.

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Videochiamata al concerto dal carcere, indagato Baby Gang

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La Procura di Catania ha indagato il rapper Zaccaria Mouhib, 24 anni, in arte Baby Gang, per concorso per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti, aggravato dall’avere favorito la mafia, e per avere violato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale, che gli impediva di essere presente nel capoluogo etneo. Agenti della squadra mobile della Questura di Lecco, in raccordo con quelli di Catania, hanno eseguito a Calolziocorte (Lecco) un decreto di perquisizione e hanno sequestrato lo smartphone dell’artista che nei prossimi giorni verrà sottoposto ad accertamenti forensi.

All’indagato la polizia ha anche notificato un foglio di via obbligatorio emesso dal Questore di Catania che vieta a Baby Gang di potere dimorare nel capoluogo etneo per quattro anni. Iniziativa che farà saltare il suo concerto previsto per l’8 agosto prossimo alla Villa Bellini. Al centro dell’inchiesta della Procura di Catania la sua partecipazione, lo scorso 1 maggio, sul palco della Plaia, all’One day music festival, dove, prima di esibirsi con la canzone ‘Italiano’, scritta con Niko Pandetta, fa vedere un video sul suo smartphone in cui sembra assistere a una videochiamata con il nipote dello storico capomafia Turi Cappello. Il trapper però è in un carcere in Calabria, detenuto dal ottobre del 2024 per spaccio di sostanze stupefacenti.

“È mio fratello, un c… di casino per Niko Pandetta”, ha incitato il pubblico dal palco l’artista mostrando il telefonino in cui si è visto il volto di Pandetta. Il gesto è stato ripreso da molti dei presenti che hanno poi postato i video sui social, diventati virali. Non è ancora chiaro se la videochiamata fosse in diretta o registrata, o fosse un antico video memorizzato. Per chiarire cosa fosse realmente accaduto e verificare se Pandetta abbia avuto la possibilità, dal carcere, di mandare un video o, addirittura, di partecipare in diretta al concerto del 1 maggio sulla spiaggia della Plaia la Procura di Catania ha avviato degli accertamenti, delegando le indagini alla squadra mobile della Questura. E da una perquisizione nella cella del carcere di Rossano, dove Pandetta è detenuto, eseguita il 3 maggio scorso, la polizia penitenziaria ha trovato e sequestrato un telefonino. Per questo motivo è stato indagato per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti.

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