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Spagna, nelle strade diventate fiumi solo fango e dolore

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Auto accatastate in mezzo alla piazza, tavoli, sedie e carrozzine trascinati dalla furia dell’acqua in strade divenute fiumi di fango. Testimonianze di vita quotidiana annegate in metri di melma nera, cancellate dalla furia piovuta dal cielo. Il viaggio da Madrid ai paesi a nord della provincia di Valencia, la più colpita dalla peggiore inondazione del secolo in Spagna, è un pellegrinaggio al ground zero del dolore. Arrivarci in auto, l’unica via possibile dopo che tutti i collegamenti ferroviari e aerei sono stati interrotti, è un complicato slalom fra le transenne della guardia civile che sbarrano l’autostrada A3 dalla capitale e le statali all’altezza di Albacete in Castilla-La Mancha, a sua volta messa in ginocchio dalla Dana e, già vicino Valencia, auto scaraventate sui guardrail dalla pioggia divenuta un fiume in piena.

“Non ho avuto mai tanta paura, con mamma e papà siamo rimasti bloccati a Alberic, l’acqua ci arrivava sopra le ginocchia e non c’era più luce. Ma io pensavo alla nonna sola ad Alcùdia, nella parte bassa del paese, ho temuto che fosse morta travolta dal fiume”, racconta Elena, 12 anni, che ormai ha solo la punta del naso pulita mentre spala il fango davanti al bar del papà Vicente, di fronte al Comune. “Una catastrofe così non si era mai vista, nemmeno nel 1982, quando il bacino di Tous straripò e si portò via mezza valle. Peggio anche dello straripamento del Turia nel 1954”, assicura Josep Bertinet, commerciante di 75 anni. L’Alcùdia è uno dei primi paesini della Ribera Alta del Pais Valencia travolti dalla piena del fiume Magre nella tragica notte in cui si sono registrati fino a 170 litri di pioggia per metro quadro, quando 40 litri sono considerati piogge torrenziali.

“Abbiamo avuto perdite, un’anziana e la figlia che l’ha soccorsa ed è rimasta con lei travolta dall’acqua e c’è un camionista disperso. Ora è il momento del dolore, ma poi verrà quello delle responsabilità”, dice Angels Boix, la vicesindaca. “Qui il problema – spiega – non è stata tanto l’allarme rosso meteo per il quale eravamo preparati. Ma il fatto che il governo della Generalitat Velenciana, per la pressione dell’acqua, ha deciso di aprire il bacino Forata che alimenta il fiume Magre e il corso del fiume si è gonfiato ed è straripato, inondando tutti i paesi della zona”. “Sono stati quelli i momenti più drammatici, perché nessuno ci aveva avvisati e non abbiamo avuto tempo di avvertire la popolazione”, aggiunge la vicesindaca. Alla vicina Carlet, lo tsunami d’acqua ha travolto il ponte di accesso al paese, lasciando il centro storico sotto metri di fango, in totale isolamento, senza luce o collegamenti telefonici.

“La cosa positiva è che non abbiamo registrato danni personali”, dice la sindaco Laura Saez. “Anche se sarà impossibile quantificare quelli materiali”, aggiunge. Drammatica la situazione a meno di 15 km di distanza, a Paiporta, nell’area metropolitana di Valencia, dove sono stati recuperati fra ammassi di detriti e pietre portare dallo tsunami di acqua almeno 40 cadaveri delle 95 vittime provocate dalle piogge torrenziali. “Fra i morti c’erano bambini piccoli, ragazzi, soprattutto anziani, che sono quelli che abitano i piani bassi. E’ stata una delle tragedie più grandi”, dice la sindaca Maribel Alabat. “Valencia è una città mediterranea, non eravamo preparati a questo genere di eventi meteorologici così avversi”. La città del Tura, che si è gonfiato e ha minacciato di travolgere anche la periferia sud della città, ora piange i troppi morti portati al Palazzetto di Giustizia per l’identificazione, in molti casi possibile solo dopo gli esami del Dna.

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Trump, Mosca e Kiev si incontrino per concludere accordo

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“Appena atterrato a Roma. Una buona giornata di colloqui e incontri con Russia e Ucraina. Sono molto vicini a un accordo e le due parti dovrebbero ora incontrarsi, ad altissimo livello, per ‘concluderlo’. La maggior parte dei punti principali è stata concordata. Fermate lo spargimento di sangue, ora. Saremo ovunque sia necessario per contribuire a porre fine a questa guerra crudele e insensata!”: lo scrive Donald Trump su Truth dopo essere arrivato a Roma per i funerali del Papa.

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Figlio del vicedirettore della Cia ucciso in Ucraina, era inquadrato nell’esercito russo

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Un 21enne americano, Michael Alexander Gloss, figlio di un’alta dirigente della Cia e di un veterano della guerra in Iraq, è stato ucciso a Donetsk lo scorso aprile mentre combatteva con l’esercito russo contro gli ucraini. Lo scrive il Washington Post, riferendo che la morte è stata resa nota da iStories, un sito web indipendente di giornalismo investigativo russo con sede all’estero. La madre è Juliane Gallina, vicedirettrice Cia per l’innovazione digitale, il padre è Larry Gloss, capo di un’azienda di tecnologie per la sicurezza fisica. Michael ha lottato per gran parte della sua vita con la malattia mentale, ha detto Gloss.

Il padre ha raccontato al giornale della capitale Usa che il figlio era un pacifista amante di Bob Dylan che voleva salvare l’ambiente, un giovane che “non avrebbe fatto male a una pulce”. Un anno fa, nell’aprile 2024, Michael Gloss è stato ucciso a Donetsk: è stato uno dei pochi americani ad aver combattuto con le forze di Mosca nella guerra contro l’Ucraina. Insolito per il figlio di un alto funzionario della Cia e di un veterano della guerra in Iraq, cresciuto in una confortevole periferia di Washington. “Se aveste conosciuto nostro figlio, era il giovane anti-establishment e anti-autorità per eccellenza fin dal momento in cui è venuto al mondo”, ha assicurato al Wp il padre, secondo cui intorno ai 17 anni Michael ha iniziato a ribellarsi ai “valori condivisi” dei suoi genitori, professionisti della sicurezza nazionale.

È stato con “incredulità e devastazione” che il padre e la madre hanno ricevuto la tragica notizia lo scorso giugno, consegnata personalmente da un funzionario del dipartimento di Stato per gli affari consolari. Fino a quel momento non avevano avuto la minima idea che si trovasse in Ucraina, tanto meno che stesse combattendo con l’esercito russo. “Per noi è stata una novità assoluta che fosse coinvolto in relazioni militari con la Russia”, ha dichiarato il padre. Michael è morto il 4 aprile 2024 per “enorme perdita di sangue” in un bombardamento di artiglieria, ha spiegato, citando il certificato di morte russo. “È morto correndo in aiuto di un compagno ferito, cercando di proteggerlo. Questo era il classico Michael”.

L’agenzia di Langley ha rilasciato una breve dichiarazione oggi. “La Cia considera la scomparsa di Michael una questione privata e familiare, non una questione di sicurezza nazionale. L’intera famiglia della Cia è addolorata per la loro perdita”. Sebbene la famiglia abbia celebrato il funerale di Michael a dicembre, la sua morte in Ucraina durante un combattimento con l’esercito russo non è stata resa pubblica fino a venerdì, in un articolo pubblicato su iStories.

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Si è suicidata Virginia Giuffre, aveva accusato di abusi sessuali Jeffrey Epstein e il principe Andrea

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Si è suicidata Virginia Giuffre (nella foto col suo avvocato), che aveva accusato di abusi sessuali Jeffrey Epstein e il principe Andrea. Lo rende noto la famiglia della donna. La 41enne americana si è tolta la vita nella sua casa in Australia. “Si è suicidata nella sua fattoria dopo essere stata vittima per tutta la vita di abusi e traffico sessuali”, hanno dichiarato i parenti. La Giuffre aveva accusato il defunto miliardario statunitense caduto in disgrazia Epstein di averla usata come schiava sessuale.

Il principe britannico Andrea da parte sua ha ripetutamente negato le accuse di averla abusata quando aveva 17 anni ed è riuscito a evitare il processo pagando un risarcimento multimilionario. “Alla fine il peso degli abusi è così pesante che per Virginia è diventato insopportabile gestirlo”, ha aggiunto la famiglia della donna ricordandone “l’incredibile coraggio e il suo spirito amorevole”. Giuffre lascia tre figli: Christian, Noah ed Emily. Il suo avvocato Sigrid McCawley ha affermato che Giuffre era stata una “cara amica” e una paladina per le altre vittime: “Il suo coraggio mi ha spinto a lottare con più forza, e la sua forza era impressionante”.

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