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Salute

In Spagna identificati tre nuovi coronavirus nei pipistrelli

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Tre nuovi coronavirus dei pipistrelli – uno dei quali forse in grado di infettare l’uomo – sono stati identificati da ricercatori spagnoli. La scoperta è stata illustrata su bioRxiv, piattaforma che rende disponibili le ricerche prima della revisione da parte della comunità scientifica. Il team di ricercatori, coordinato dall’Università di Valencia, ha analizzato più di 200 campioni di feci di pipistrello provenienti da 20 differenti località spagnole. I test hanno portato all’identificazione di otto diverse specie di coronavirus. Tre di queste condividevano non più dell’84% del genoma con le specie note e “perciò potrebbero rappresentare nuove specie”, spiegano i ricercatori.

Analisi ulteriori hanno portato a classificarli come alfacoronavirus, famiglia cugina a quella a cui appartiene il virus SarsCov2 (betacoronavirus) e di cui fanno parte altri due virus capaci di infettare l’uomo causando il comune raffreddore. Uno dei tre virus, inoltre, al pari di SarsCov2, è capace di legarsi al recettore ACE2 delle cellule sia dei pipistrelli sia dell’uomo e ciò “sottolinea il suo potenziale zoonotico”, aggiungono gli scienziati. Al momento la scoperta non desta particolari preoccupazioni. Tuttavia, spiegano i ricercatori, lo studio sottolinea come i pipistrelli continuino a rappresentare un serbatoio di un’ampia gamma di coronavirus anche sconosciuti e come potenziali minacce possa arrivare da ogni parte del mondo compresa l’Europa.

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Screening oncologico rallenta ma conferma la ripresa dopo-Covid

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L’adesione ai programmi di screening oncologico da parte degli italiani rallenta ma evidenzia una forte ripresa rispetto al periodo pandemico legato al Covid-19, rispetto al quale si era peraltro già recuperato il ritardo a partire dal 2021. E’ quanto emerge da un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) sui programmi di screening oncologico realizzati da Regioni e Province autonome in Italia pubblicata sul sito del ministero della Salute. In particolare nel 2022 la copertura dello screening mammografico è stata del 43% (in calo rispetto al 2021, soprattutto al Nord), con forti disomogeneità tra le macroaree (Nord 54%, Centro 47%, Sud e Isole 26%). Per lo screening cervicale, il valore a livello nazionale è del 41%, con minori variazioni tra le macroaree, mentre per la ricerca del sangue occulto per il tumore colorettale si attesta al 27%, con un evidente trend da Nord (38%), al Centro (28%), a Sud (12%). A livello dell’offerta degli screening l’Italia sembra essere divisa in due.

Da una parte le Regioni del Centronord che mostrano una buona organizzazione, con differenze che riguardano prevalentemente l’estensione dell’offerta dello screening mammografico alle donne più giovani e l’implementazione di protocolli per lo screening della cervice che tengano conto dello stato vaccinale contro il papilloma virus (human papilloma virus, Hpv), 78% delle Regioni del Nord contro il 50% del Centro, per entrambe le caratteristiche; dall’altra parte ci sono le Regioni del Sud che, sebbene siano allineate con il resto del territorio italiano relativamente all’offerta di alcune tipologie di screening (cervice e colon-retto), sembrano essere più indietro riguardo l’estensione ad altre fasce di età, sia per lo screening mammografico che per il colon-retto (25% e 13% rispettivamente per il mammografico 45-50 anni e 70-74 anni e 13% per l’estensione dello screening colon-retto agli over 70), l’implementazione di protocolli per le donne vaccinate in giovane età per HPV (sono stati implementati solo nel 38% delle Regioni del Sud) e l’utilizzo delle farmacie come supporto alla facilitazione dello screening colon-retto (50%). Per quanto riguarda le modalità di invio agli screening, l’invito cartaceo è la modalità primaria.

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Salute

Neuromed, il Memorial Lorenzet: un incontro scientifico verso la visione “common soil”

Il Lorenzet Memorial 2025 esplorerà l’ipotesi del “common soil”, analizzando le connessioni tra malattie croniche come patologie cardiovascolari, tumori e malattie neurologiche. L’evento si terrà presso l’I.R.C.C.S. Neuromed il 14 gennaio 2025, con sessioni gratuite e crediti ECM per i partecipanti.

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Sarà l’Auditorium Marc Verstraete del Parco Tecnologico I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (Isernia) ad ospitare l’XI edizione del Lorenzet Memorial, un evento dedicato alla memoria di Roberto Lorenzet, ricercatore di grande rilievo nel campo dell’epidemiologia e della prevenzione.

ESPLORARE IL CONCETTO DI “COMMON SOIL”
Il tema centrale di questa edizione sarà l’ipotesi del “common soil”, una visione innovativa che analizza le possibili connessioni biologiche e genetiche tra patologie apparentemente distinte, come le malattie cardiovascolari, i tumori e le malattie neurodegenerative. Questa prospettiva punta a identificare le basi comuni nei meccanismi patogenetici che collegano diverse malattie croniche.

Nel corso dell’evento, esperti dell’I.R.C.C.S. Neuromed, dell’Università di Bari e dell’Università LUM di Casamassima discuteranno:

Le basi storiche e scientifiche dell’ipotesi del “common soil”.
L’approccio epidemiologico a sostegno di questa teoria.
Il ruolo della dieta mediterranea nella prevenzione delle malattie croniche.
Il legame tra consumo di cibi ultra-processati e l’insorgenza di patologie cardiovascolari e oncologiche.
Le connessioni genetiche tra piastrine e malattie neurodegenerative.
I biomarcatori comuni coinvolti nel processo di invecchiamento.

Giovanni de Gaetano, Presidente di Neuromed

Il Presidente dell’I.R.C.C.S. Neuromed, Giovanni de Gaetano, ha dichiarato: “Ogni anno questo Memorial ci permette di onorare la memoria di Roberto Lorenzet attraverso il linguaggio universale della scienza e della conoscenza condivisa. L’ipotesi del ‘common soil’ riflette perfettamente il suo spirito di ricerca e innovazione.”

UN EVENTO TRA SCIENZA E MUSICA
Il Maestro Giuseppe Moffa offrirà un momento musicale, arricchendo un evento che unisce la scienza e l’arte, sottolineando il valore universale della conoscenza.

 

INFORMAZIONI UTILI PER I PARTECIPANTI
L’evento è aperto a medici, farmacisti, fisioterapisti, biologi, tecnici di laboratorio biomedico, infermieri, psicologi e dietisti, con la possibilità di acquisire 4 crediti ECM. La partecipazione è gratuita e richiede la registrazione attraverso il sito ufficiale www.neuromed.it, nella sezione Didattica.

Per chi preferisce seguire il convegno online (senza crediti ECM), sarà possibile accedere al link fornito nella pagina ufficiale dell’evento.

 

L’IRCCS NEUROMED: UN’ECCELLENZA NELLA RICERCA
L’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Neuromed di Pozzilli è un centro d’eccellenza riconosciuto a livello internazionale per la ricerca e la cura delle malattie del sistema nervoso e vascolare. L’istituto si distingue per l’integrazione tra ricerca avanzata, assistenza di alto livello e un approccio innovativo alle cure.

 

 

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Salute

Tumore al seno, in 15 anni -16% mortalità tra pazienti under50

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In Italia, dal 2006 al 2021, la mortalità per tumore al seno tra le donne under 50 si è ridotta complessivamente del 16%. Una prospettiva incoraggiante che apre però nuove problematiche, come la preservazione della fertilità. Pionieri in questo ambito di ricerca gli specialisti italiani, in particolare l’ospedale San Martino di Genova, come emerso nel capoluogo ligure nel corso dell’incontro ‘Back from San Antonio’ al via oggi, dedicato alle principali novità dal recente San Antonio Breast Cancer Symposium. “Il calo dei decessi è un dato incoraggiante e dovuto soprattutto al miglioramento delle terapie”, spiega Lucia Del Mastro, direttrice della Clinica di Oncologia medica del San Martino.

“Quando colpisce una donna al di sotto dei 40 anni il tumore è spesso biologicamente più aggressivo, e il rischio che si tratti di una neoplasia ereditaria è più elevato”. Da anni, afferma, “stiamo studiando gli effetti collaterali legati alle terapie antitumorali. Grazie a trattamenti messi a punto anche attraverso gli studi condotti dal nostro gruppo di ricerca, è oggi possibile diventare madre anche dopo il cancro”.

“Il San Martino è stato nuovamente riconosciuto come ‘Comprehensive Cancer Center’, il massimo accreditamento previsto dall’organizzazione internazionale Oeci”, ricorda il direttore generale del Policlinico Marco Damonte Prioli, ed il direttore scientifico Antonio Uccelli aggiunge: “Circa il 26% delle pazienti viene inserito in studi clinici, dato superiore alla media internazionale. Ciò consente alle donne un accesso precoce ai nuovi trattamenti, con potenziale miglioramento dei risultati terapeutici”. Illustrati a Genova anche i risultati di 4 studi che i ricercatori italiani hanno presentato all’incontro di San Antonio in Texas (Usa).

Uno sul ruolo della chirurgia preventiva per la riduzione del rischio di recidiva tra le portatrici di mutazioni Brca, con -35% di rischio di morte e -42% di recidiva in chi ha subito mastectomia bilaterale; uno sul carcinoma mammario triplo negativo, che ha evidenziato l’efficacia sulla sopravvivenza dell’anticorpo avelumab; il Touch trial sul trattamento a base di palbociclib e letrozolo al posto della chemioterapia; una ricerca di confronto tra radioterapia e terapia endocrina su pazienti over 70 a basso rischio con tumore in stadio iniziale. Nel corso dell’evento verranno premiati due giovani oncologi under 40, Davide Soldato e Linda Cucciniello.

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