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“Siri è indagato, deve dimettersi” per Di Maio non ci sono alternative, il premier Conte: lunedì sarà tutto chiaro

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Da qui a lunedi’, quando e’ previsto il faccia a faccia tra Giuseppe Conte e Armando Siri, sara’ una lunga partita a scacchi tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Una partita di mosse, contromosse, bluff andati a segno e falliti. Nel mezzo, il presidente del Consiglio, che oggi dalla Cina rivendica, con una certa nettezza, la sua autonomia decisionale rispetto ai due alleati. La conclusione della vicenda, in teoria, e’ apertissima e Salvini, anche in queste ore, tiene fermo il punto sulla permanenza del sottosegretario nel governo. Ma l’impressione e’ che, nel borsino dei finali possibili, alla fine prevalga l’allontanamento dell’esponente leghista. Il punto e’ vedere con quali modalita’. Decisivi, allora, potrebbero essere i primi due giorni della prossima settimana. Conte, dopo essere rientrato dalla Cina, dovrebbe vedere il sottosegretario ai Trasporti nella giornata di lunedi’ anche se non si puo’, al momento, escludere un rinvio dell’incontro. Poi, martedi’, il premier e i due vice si recheranno a Tunisi per il vertice intergovernativo tra l’Italia e il Paese nordafricano. Ed e’ nelle more di questa missione che potrebbero, lontano dai riflettori, intavolare il confronto chiave per sciogliere il rebus Siri. Anche perche’, alle 21 dello stesso giorno, si ritroveranno tutti al tavolo del Cdm e li’ il premier assumera’ comunque l’iniziativa. Conte, per ora, non si pronuncia. Ma, dalle sue parole torna a filtrare l’intenzione di non fare sconti. “C’e’ una dimensione umana che non trascurerei ma quando riassumero’ la posizione del governo la considerazione umana non potra’ essere determinante. C’e’ un percorso di razionalita’”, sottolinea da Pechino usando, come al solito, il velluto: “Ieri ho parlato con Siri, gli ho detto che partivo per la Cina e non potevamo vederci. Mi sono scusato, perche’ c’e’ anche l’aspetto umano”, sono infatti le parole di Conte. C’e’ un punto, pero’, che il capo del governo tiene a precisare: la sua decisione “non verra’ turbata” ne’ dal M5S ne’ dalla Lega. E, forse non a caso, Conte corregge subito, nel corso dei suoi incontri in Cina, un suo potenziale lapsus, quando citando Di Maio lo stava per definire “presidente. Non solo.

“Se mi dovessi convincere” dell’allontanamento di Siri “non ci saranno alternative”, avverte Conte. Tra il premier e Salvini in queste ore non c’e’ stato nessun contatto, spiegano fonti della Lega, escludendo nettamente che Siri possa essere portato dal vicepremier alle dimissioni. Anzi, le stesse fonti individuano nel “bombardamento” del M5S una forma di pressione su Salvini, per provocare in qualche modo una sua reazione. Eppure, fonti di maggioranza spiegano come, alla fine, un accordo tra Conte e Salvini per trovare una exit strategy alla fine potrebbe esserci. Mettendo il leader della Lega nella posizione di chi, in qualche modo, “subisce” la decisione del suo presidente del Consiglio e non concorda, ma, allo stesso tempo, non strappa provocando una crisi. Anche perche’, dopo lo scontro in Cdm del 23 aprile, il vento pro-crisi si e’ abbassato. E, forse anche per questo, il M5S alza il tiro, cavalcando le parole di Roberto Maroni che stamattina, dalle pagine de La Stampa, lancia l’allarme sul coinvolgimento di Francesco Arata, assunto da Giancarlo Giorgetti a Palazzo Chigi, nell’inchiesta. E’ quello, per l’ex ministro dell’Interno, il punto della questione. Un punto che vede coinvolto quello che sarebbe il vero bersaglio di Di Maio: Giorgetti. Non a caso oggi, nell’intervista al Corsera, il vicepremier spiega di fidarsi di Salvini ma “meno di chi gli sta intorno”.

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Muore la terza vittima ferita nella sparatoria a Monreale

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Salgono a tre le vittime della sparatoria della scorsa notte a Monreale (Palermo). E’ morto in ospedale uno dei tre feriti: si tratta di Andrea Miceli, 26 anni, era ricoverato al Civico di Palermo. Gli altri due deceduti sono Salvatore Turdo, 23 anni, e Massimo Pirozzo, 26 anni.

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Giovane incensurato ferito ad Ercolano

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Questa notte i carabinieri della locale tenenza di Ercolano sono intervenuti in corso Resina per un 26enne ferito. Il giovane, incensurato, sarebbe stato colpito da alcuni proiettili all’addome e a una gamba. E’ stato portato al pronto soccorso dell’ospedale Maresca di Torre del Greco, non in pericolo di vita. Indagini in corso per ricostruire dinamica e matrice dell’evento. Rilievi a cura del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata.

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Sparatoria in piazza a Monreale, una carneficina: due morti e tre feriti, tutti giovanissimi

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E’ di due morti e tre feriti il bilancio di una sparatoria avvenuta in nottata nella centrale piazza Duomo a Monreale (Palermo). Le vittime hanno 25 anni e 23 anni; i feriti 26 anni, 33 anni e 16 anni. La sparatoria è avvenuta in una piazza affollata, davanti ad almeno un centinaio di testimoni. Secondo una prima ricostruzione tutto sarebbe nato in seguito a una rissa per futili motivi davanti ad una pizzeria. Poi i due gruppi di giovani si sono affrontati in piazza. Uno dei protagonisti dell’aggressione, armato di pistola, ha iniziato a sparare. I feriti sono in gravissime condizioni. Le indagini sono condotte dai carabinieri.

Le vittime della sparatoria sono Salvatore Turdo di 23 anni e Massimo Pirozzo di 26. Sono morti subito dopo essere stati trasportati negli ospedali Ingrassia e Civico del capoluogo. Anche uno dei feriti sarebbe in gravissime condizioni. Davanti agli ospedali si sono presentati numerosi familiari e amici delle vittime, con grida e scene di disperazione.

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