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Cronache

Si amano da 74 anni, serenata di Ultimo per la coppia record

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Diventa virale il video della serenata a sorpresa del cantante Ultimo a una delle coppie piu’ longeve d’Italia a Grugliasco, in provincia di Torino. La campagna e’ di Armando Testa ed e’ stata scelta da Medusa Film per promuovere il lancio del film Supereroi di Paolo Genovese. La campagna di lancio, firmata dal team At Branded Content, ha due protagonisti d’eccezione, Paolo Genovese, regista del film, e il cantante Ultimo, autore della colonna sonora. In occasione dell’uscita nelle sale di Supereroi, il cantautore romano ha regalato una serenata a una coppia davvero speciale, Domenico e Domenica, una delle coppie piu’ longeve d’Italia. Quasi 100 anni lui, poco piu’ giovane lei, sono sposati da 74 anni e condividono non solo una lunga vita insieme, ma anche lo stesso cognome e lo stesso nome di battesimo. Con la complicita’ dei familiari e del sindaco di Grugliasco, Ultimo si e’ presentato, a sorpresa, sotto il balcone dei coniugi di platino e ha suonato per loro, con un pianoforte a coda, il singolo Supereroi per celebrare il loro grande potere, quello di amarsi da tutta una vita. L’operazione, con la regia dello stesso Genovese, ha regalato un momento speciale ai due innamorati ed e’ riuscita a sorprendere un intero quartiere che, proprio come in un film, si e’ ritrovato a cantare sulle note di Ultimo e ad emozionarsi di fronte all’amore capace di sconfiggere il tempo, lo stesso amore protagonista del film Supereroi. Il video dell’operazione, pubblicato sui canali del cantante Ultimo, e’ diventato subito virale, raggiungendo nelle prime 48 ore, 6 milioni di visualizzazioni e decine di migliaia di commenti di utenti emozionati dalla serenata. “In un momento storico in cui e’ sempre piu’ raro trovare coppie capaci di amarsi per tutta la vita, abbiamo cercato in ogni angolo dello Stivale, storie vere in grado di celebrare questo superpotere – raccontano i direttori creativi Jacopo Morini e Fabiano Pagliara – Tra tutte, quella che ci ha emozionato di piu’ e’ la storia di Domenico e Domenica, una storia d’amore che sembra scritta dal destino: iniziata negli anni ’30 con una ‘fuitina’ di due giovanissimi ragazzi che oggi, all’eta’ rispettivamente di 100 e 91 anni, festeggiano le nozze di platino. Chi meglio di loro puo’ raccontare un amore in grado di sconfiggere il tempo?”. La campagna digitale e’ stata declinata su tutti i canali social di Medusa – Facebook, Instagram, Youtube, Twitter e Linkedin – con un video hero e un set di asset adattati nei formati piu’ diffusi: post, stories e reel. A rafforzamento del lancio e’ stato ideato e programmato un piano editoriale ricco di contenuti per creare engagement con gli utenti e raccontare piccole curiosita’ sul film. La pianificazione e’ a cura di Media Italia.

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Cronache

Auto in fiamme, muore una donna

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Tragico pomeriggio a Vado Ligure, in provincia di Savona, dove una donna è morta in circostanze misteriose a causa dell’incendio di un’auto vicino a un distributore di benzina lungo la via Aurelia. Gli eventi hanno destato preoccupazione e confusione nella comunità locale, poiché la dinamica di quanto accaduto rimane ancora avvolta nell’ombra.

Al momento, non è stata fornita alcuna chiarezza sulla natura dell’incidente. Le autorità locali stanno conducendo un’indagine approfondita per determinare se si sia trattato di un gesto deliberato o di un tragico incidente. Ciò che è certo è che la donna è stata trovata senza vita al di fuori del veicolo incendiato, a pochi passi dal distributore di benzina. La sua identità non è stata resa nota pubblicamente, in attesa di informare i familiari più stretti.

L’incidente ha richiamato prontamente l’intervento di diverse squadre di soccorso. I vigili del fuoco hanno lavorato incessantemente per domare le fiamme, mentre l’automedica del 118 ha tentato di prestare soccorso alla vittima. I carabinieri e i membri della Croce Rossa di Savona si sono mobilitati per garantire il controllo della situazione e fornire supporto alle indagini in corso.

 

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Last Banner, aumentano le condanne per gli ultrà della Juventus

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Sugli ultrà della Juventus la giustizia mette il carico da undici. Resta confermata l’ipotesi di associazione per delinquere, l’estorsione diventa ‘consumata’ e non solo più ‘tentata’, le condanne aumentano. Il processo d’appello per il caso Last Banner si chiude, a Torino, con una sentenza che vede Dino Mocciola, leader storico dei Drughi, passare da 4 anni e 10 mesi a 8 anni di carcere; per Salvatore Ceva, Sergio Genre, Umberto Toia e Giuseppe Franzo la pena raggiunge i 4 anni e 7 mesi, 4 anni e 6 mesi, 4 anni e 3 mesi, 3 anni e 11 mesi. A Franzo viene anche revocata la condizionale.

La Corte subalpina, secondo quanto si ricava dal dispositivo, ha accettato l’impostazione del pg Chiara Maina, che aveva chiesto più severità rispetto al giudizio di primo grado. Secondo le accuse, le intemperanze da stadio e gli scioperi del tifo furono, nel corso della stagione 2018-19, gli strumenti con cui le frange più estreme della curva fecero pressione sulla Juventusper non perdere agevolazioni e privilegi in materia di biglietti. Fino a quando la società non presentò la denuncia che innescò una lunga e articolata indagine della Digos. Già la sentenza del tribunale, pronunciata nell’ottobre del 2021, era stata definita di portata storica perché non era mai successo che a un gruppo ultras venisse incollata l’etichetta di associazione per delinquere. Quella di appello si è spinta anche oltre.

Alcune settimane fa le tesi degli inquirenti avevano superato un primo vaglio della Cassazione: i supremi giudici, al termine di uno dei filoni secondari di Last Banner, avevano confermato la condanna (due mesi e 20 giorni poi ridotti in appello) inflitta a 57enne militante dei Drughi chiamato a rispondere di violenza privata: in occasione di un paio di partite casalinghe della Juve, il tifoso delimitò con il nastro adesivo le zone degli spalti che gli ultrà volevano per loro e allontanò in malo modo gli spettatori ‘ordinari’ che cercavano un posto. Oggi il commento a caldo di Luigi Chiappero, l’avvocato che insieme alla collega Maria Turco ha patrocinato la Juventus come legale di parte civile, è che “il risultato, cui si è giunti con una azione congiunta della questura e della società, è anche il frutto dell’impegno profuso per aumentare la funzionalità degli stadi”. “Senza la complessa macchina organizzativa allestita in materia di sicurezza – spiega il penalista – non si sarebbe mai potuto conoscere nei dettagli ciò che accadeva nella curva”. Fra le parti civili c’era anche Alberto Pairetto, l’uomo della Juventus incaricato di tenere i rapporti con gli ultrà.

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Malore in caserma, muore vigile del fuoco

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Ha accusato un malore nella notte tra domenica e lunedì nella caserma dei vigili del fuoco del Lingotto a Torino ed è morto dopo circa un’ora all’ospedale delle Molinette, dove era stato ricoverato. L’uomo, Samuele Del Ministro, aveva 50 anni ed era originario di Pescia (Pistoia). In una nota i colleghi del comando vigili del fuoco di Pistoia ricordano come Del Ministro avesse iniziato il suo percorso nel corpo nazionale dei vigili del fuoco con il servizio di leva, per poi entrare in servizio permanente nel 2001, proprio al comando provinciale di Torino, da cui fu poi trasferito al comando di Pistoia.

Per circa vent’anni ha prestato servizio nella sede distaccata di Montecatini Terme (Pistoia), specializzandosi in tecniche speleo alpino fluviali e tecniche di primo soccorso sanitario. Ha partecipato a tante fasi emergenziali sul territorio nazionale: dal terremoto a L’Aquila, all’incidente della Costa Concordia all’Isola del Giglio, fino al terremoto nel centro Italia. “Un vigile sempre in prima linea – si legge ancora -, poi il passaggio di qualifica al ruolo di capo squadra con assegnazione al comando vigilfuoco di Torino e a breve sarebbe rientrato al comando provinciale di Pistoia. Del Ministro lascia la moglie e due figli”.

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