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Ambiente

Settimana da record, Italia in una bolla di calore

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È iniziata la settimana di caldo da record, che vedrà l’Italia avvolta da una ‘bolla’ di calore con temperature dai 37,8 gradi in su per almeno tre giorni consecutivi: il responsabile è l’anticiclone africano Caronte, che farà aumentare il caldo fino a mercoledì 19, come riporta iLMeteo.it. Di giorno e all’ombra si potranno toccare i 38-39 gradi nell’Italia del Centro-Nord, mentre sul Lazio si toccheranno punte di 42-43 gradi, specie a Roma. Ma il caldo più intenso interesserà le Isole Maggiori e la Puglia: attesi in Sardegna picchi fino a 47 gradi sulle zone interne meridionali, 45-46 gradi in Sicilia e 44-45 gradi in Puglia. Si dovranno fare i conti anche con le cosiddette ‘notti tropicali’, quando le temperature non scendono mai sotto i 20 gradi. Da Nord a Sud aumentano anche le città contrassegnate dal bollino rosso del Ministero della Salute, che indica il massimo livello di rischio per tutta la popolazione: se oggi le città in rosso sono 17, diventeranno 20 martedì e arriveranno a 23 mercoledì 19 luglio. Domani le uniche città meno roventi saranno Bari, Catania, Civitavecchia, Milano, Reggio Calabria, Torino e Genova.

Mercoledì, invece, su 27 città monitorate solo Milano e Reggio Calabria saranno arancioni, mentre Bolzano e Genova avranno bollino giallo. Il Ministero raccomanda alle Regioni l’attivazione del cosiddetto ‘codice calore’, ovvero un percorso assistenziale preferenziale e differenziato nei Pronto Soccorso, per permettere di affrontare in maniera più efficiente l’ondata di calore. Le città più calde in Italia nei giorni dal 17 al 23 luglio saranno le seguenti: fino a mercoledì 19 il caldo aumenterà, con 38-39°C sia sulla Valle Padana, come a Bologna, Ferrara, Rovigo, Mantova, Alessandria e Pavia, sia al Centro come a Firenze e in Umbria (la parte più meridionale). Nel Lazio invece si toccheranno punte di 42-43°C, specie a Roma. La settimana di temperature estreme che sta investendo l’Italia potrebbe arrivare a sfiorare l’attuale record, sia italiano che europeo, detenuto dalla Sicilia, vicino Siracusa, anche se non ancora confermato: è stato registrato l’11 agosto 2021 dalla stazione del Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano di Contrada da Monasteri, dove sono stati toccati i 48,8 gradi.

“L’evento però è ancora sotto esame dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale per la convalida”, dice Michele Brunetti, dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che riporta i dati dell’Associazione Italiana di Scienze dell’Atmosfera e Meteorologia. Se confermato, si tratterebbe del record europeo, superiore non solo al valore di 48 gradi riconosciuto ufficialmente dalla Wmo, registrato ad Atene il 10 luglio 1977, ma anche ai 48,5 gradi registrati nel 1999 sempre in Sicilia a Catenanuova, in provincia di Enna, da una stazione posizionata in condizioni non standard. L’Italia andrebbe dunque ad occupare il primo posto della classifica europea di temperature più alte mai registrate, facendo scivolare la Grecia al secondo posto ed il Portogallo al terzo, con i 47,4 gradi registrati il 1° agosto 2003 ad Amareleja.

“A partire dal 1800 in Italia, come anche in altri paesi del Mediterraneo, l’aumento delle temperature è stato particolarmente pronunciato, più che nel resto d’Europa, e l’aumento sta accelerando”, aggiunge il ricercatore Isac-Cnr: “Questo vuol dire che gli attuali record si apprestano indubbiamente ad essere superati”. La dimostrazione arriva dall’Agenzia Nazionale statunitense per gli Oceani e l’Atmosfera: i dati mostrano che il giugno appena concluso è stato il più caldo degli ultimi 174 anni. La temperatura media globale è stata di 1,05 gradi sopra la media, 0,13 gradi in più rispetto al precedente record stabilito a giugno 2020.

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Sulle spiagge italiane 705 rifiuti ogni 100 metri

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Settecentocinque rifiuti ogni 100 metri di spiaggia, il 79% di plastica: bottiglie e tappi, sigarette, stoviglie monouso e anche reti da pesca. Sugli arenili si trova di tutto. Lo rivela l’indagine “Beach litter” di Legambiente, basata sul monitoraggio di 33 lidi in 12 regioni italiane. Gli attivisti dell’associazione ambientalista hanno contato 23.259 pezzi di spazzatura su 179.000 metri quadri di spiagge. Tra i rifiuti rinvenuti, quasi la metà (il 40,2%) appartiene a cinque tipologie di oggetti. In pole position ci sono i mozziconi di sigarette: 101 ogni 100 metri.

A seguire pezzi di plastica, tappi e coperchi, ma anche materiale da costruzione. Quinta posizione invece per le intramontabili stoviglie usa e getta, nonostante la direttiva europea che bandisce prodotti in plastica monouso (Single use plastics, Sup) sia in vigore in Italia dal 2022. I prodotti in Sup insieme a reti e attrezzi da pesca e acquacoltura rappresentano ancora il 56,3% del totale dei rifiuti monitorati. Un andamento che negli ultimi anni non ha mostrato segni di riduzione importanti, rappresentando in media circa il 50% del totale. Un dato che preoccupa l’associazione. La plastica, si legge ancora nel rapporto, è onnipresente sulle nostre spiagge, con quasi l’80% degli oggetti recuperati.

Tra i prodotti monouso, quasi tutti appartengono al gruppo di reti e attrezzi da pesca e acquacoltura abbandonati: i volontari ne hanno contati 4.589. Bottiglie e recipienti sono il 20% della plastica sulle nostre spiagge. Su 100 rifiuti, 4 sono sacchetti e altrettanti sono contenitori per alimenti. I bicchieri, invece, sono 3 ogni 100. Non mancano poi i cotton fioc, il 3% dei rifiuti in plastica, seguiti da cannucce e agitatori per cocktail (il 2%).

Secondo l’indicatore che definisce la pulizia delle spiagge, il Clean coast index, solo il 6,6% dei 33 lidi italiani ha una valutazione particolarmente negativa, pari a “spiaggia sporca” o “molto sporca”. Un dato in miglioramento, ma che non fa fermare l’allarme inquinamento dei nostri mari. Dal 10 al 12 maggio i volontari di Legambiente torneranno sulle spiagge italiane per pulirle dai rifiuti. Un appuntamento annuale che prende il nome di “Spiagge e Fondali Puliti”. La tre giorni nazionale si aprirà a Napoli. Poi ci saranno una serie di incontri in tutto lo stivale, da Cagliari a Bari e Maratea, passando anche da Messina e Genova. Negli stessi giorni Legambiente organizza anche una versione internazionale dell’evento, “Clean up the med”, in 12 Paesi del Mediterraneo.

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Procida, la Corricella sulla copertina di Lonely Planet

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Una bellissima foto della Marina Corricella, il suggestivo e policromo borgo dei pescatori dell’isola di Procida, è sulla copertina della guida Lonely Planet nella edizione dedicata al Sud Italia appena pubblicata. L’immagine dall’alto dell’anfiteatro di case dipinte di mille colori che si affaccia sul Tirreno è stata scelta dai curatori della guida tustistica più famosa del mondo per rappresentare esaustivamente “Il sud essenziale e sbiancato dal sole dell’Italia è il paese nella sua forma più antica, piena di sentimento e sensuale. Quaggiù le rovine sono più antiche, i pranzi più lunghi, i paesaggi più selvaggi e intensi”. La copertina di Lonely Planet arriva pochi giorni dopo l’annuncio che, sempre la Corricella, è stata scelta dalla Accademia Europea del Cinema presieduta da Juliette Binoche, tra gli otto nuovi “Tesori della cultura cinematografica europea”, luoghi simbolici per il cinema del nostro continente e da preservare per le generazioni a venire.

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Avvistata in Italia una nuova specie di uccelli

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Piccoli migratori con piumaggio fra il marrone e il grigio, finora mai visti in Italia, sono stati avvistati per la prima volta in Campania. Si allunga così l’elenco delle specie di uccelli presenti nel nostro Paese- Il risultato. annunciato in occasione della Giornata della Terra, è pubblicato sulla rivista Dutch Birding da Marco del Bene, Alessia Addeo e Rosario Balestrieri ,della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. La specie avvistata per la prima volta in Italia si chiama Monachella dal cappuccio (Oenanthe monacha) ed è stata vista durante rilievi ambientali nei pressi di Bacoli (Napoli), il 24 maggio 2023. Per Balestrieri è la “prima testimonianza del passaggio della specie nel Mediterraneo Centrale”. Finora, infatti, la Monachella dal cappuccio era nota in Egitto, Israele, Penisola Arabica e Pakistan.

“L’esemplare osservato a Bacoli – dicono i ricercatori – si trovava su un muro di contenimento degli argini di un canale, vicino al mare. Presentava un piumaggio marrone camoscio/grigio chiaro, con coda marrone, sottocoda camoscio e timoniere scure”. La scoperta, osservano ancora i ricercatori, sottolinea l’importanza di monitorare costantemente la biodiversità e proteggere gli ambienti che l’accolgono, ma anche l’importanza di documentare quel che si vede e di confrontarsi fra specialisti del settore”. Del Bene rileva che si conferma “l’importanza dei monitoraggi ai fini della conservazione e gestione delle specie” e per Addeo questa scoperta permette di “ampliare sempre di più le reti di conoscenze che ci permettono di comprendere al meglio le rotte migratorie”.

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